LA REDAZIONE
POLIS NOVI LIGURE
Per la siderurgia di Novi Ligure potrebbe essere la svolta che si attende da anni. Adolfo Urso Ministro dell’impresa in vista a Novi Ligure agli impianti dell’ex IlVA ha annunciati che prima dell’estate sarà dato il via alla procedura pubblica per individuare un nuovo socio, e che entro il 2024 ultimata l’individuazione del partner la siderurgia potrebbe ripartire. Nel frattempo il ministro ha promesso fondi ad hoc per mettere in sicurezza i lavoratori delle imprese dell’indotto e la cassa integrazione straordinaria.
Le prime indiscrezioni parlano di un gruppo ucraino importante del settore della metallurgia l’Azovstal di Mariupol, proprietario di due grandi acciaierie bombardate dai Russi durante la guerra.
Facciamo un passo di lato ed un passo indietro. A Novi Ligure c’è una grande industria che produce cioccolato, (la NOVI, quella del cioccolato che non è svizzero ma è buono lo stesso), c’è la ella Dufour e a Pernigotti, o quello che ne resta. C’è anche un museo della bicicletta, Novi infatti è il paese dove nacque Fausto Coppi.
Vicino a Novi poi c’è L’outlet di McArthur, una città costruita per ospitare negozi e brand di lusso che vendono le collezioni dell’anno precedente con forti sconti. Una visita a Novi insomma ricerca sorprese.
Oltre alla fabbrica di cioccolato e all’outlet ci sono anche le fabbriche, su tutte quella dell’acciaio di qualità che fa le zincature.
Le Acciaierie di Novi Ligure sono decisamente meno note di quelle di Taranto, ma non meno strategiche ed importanti. Nascono nel 1912 come società anonima Ferriera di Novi Ligure per poi passare all’ILVA, quindi all’Italsider e di nuovo all’ILVA del Gruppo Riva.
Nel 2018 lo stabilimento passa ad ArcelorMittal Italia.
Oggi a Novi nello stabilimento di Arcelor Mittal lavorano circa settecento dipendenti diretti, ai quali si possono aggiungere altri 3000 lavoratori impiegati nell’indotto. Lavoratori che devono fare i conti con la crisi della siderurgia che si trascina da anni.
Quella dell’ILVA è una crisi che non riguarda solo Taranto, ma è di portata nazionale.
Lo stabilimento di Novi tra l’altro è molto diverso da quello di Taranto, perché produce acciai di alta qualità destinati al settore dell’automotive. L’idea della “piccola ILVA” quindi non piace alla Regione Piemonte né al Governo, perché equivale alla fine della siderurgia in Italia. A febbraio a Novi si era insediato un tavolo di crisi permanente, cui hanno partecipato gli enti locali ed i sindacati. Qualche giorno fa a Novi è arrivato il Ministro promettendo il rilancio del settore. Oggi arriva l’indiscrezione degli ucraini.
PS
Una visita a Novi ha senso, il centro storico è interessante e le decorazioni in “trompe l’oeuil”POLIS sono di buona fattura. Poi volendo c’è l’outlet, una costruzione surreale di prefabbricati ad un piano fuori terra ispirato allo stile neoclassico italiano, con piazze, esedre, capitelli e fake architettonici vari, frequentato da turisti a caccia di affari e di varie ovviamente super griffate. Confesso che a me diverte, capisco che il genere è impegnativo. Molti russi, e non solo.
Vediamo chi comprerà la gloriosa ILVA. Tempi che cambiano, questione di shopping.
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