LA MORTE DI PAPA FRANCESCO E LA CRISI DEL SACRO

La morte di un Pontefice, un tempo percepita come soglia mistica e momento di intensa partecipazione collettiva, appare oggi svuotata di significato spirituale. La figura del Papa, che rappresentava il vertice della dimensione sacrale nella coscienza occidentale, è stata progressivamente ridotta a un ruolo mediatico, quasi amministrativo, segno della crisi simbolica del nostro tempo.

La società contemporanea, profondamente segnata dal processo di secolarizzazione, non è più capace di attribuire senso trascendente alla morte, nemmeno a quella di un Papa. In luogo di raccoglimento e riflessione, si assiste a un consumo immediato dell’evento, dominato da cronaca, retorica social e logiche turistiche.

Il lutto, che un tempo convocava la comunità al silenzio e alla preghiera, è ora oggetto di narrazione e visibilità. Anche la successione papale si trasforma in spettacolo globale: scommesse, previsioni, quote cardinalizie. Si cerca un Papa secondo criteri mondani: comunicazione, geopolitica, consenso. Il Pontefice non è più guida spirituale, ma “CEO” della Chiesa. È la vittoria dell’immanente sul trascendente, della governance sulla grazia. Da giorni, media e opinione pubblica rincorrono previsioni, quote e ipotesi sul prossimo Papa. Si discute della sua origine geografica, del profilo ideologico, della capacità comunicativa, dimenticando che, per la Chiesa, il nuovo Pontefice è prima di tutto un dono dello Spirito. Joseph Ratzinger, in qualità di cardinale decano, durante la Missa pro eligendo romano Pontifice del 2005, ricordava che ogni ministero ecclesiale è un dono di Cristo agli uomini, un segno della sua grazia, e che la preghiera del popolo di Dio deve accompagnare questo discernimento.

Oggi, invece, i criteri che sembrano dominare il discorso sulla “papabilità” sono mondani: popolarità, consenso mediatico, rappresentanza geopolitica. È il segno di un mutamento profondo: il sacro arretra e lascia spazio alla logica della visibilità. Si assiste a un rovesciamento in cui il carisma spirituale è oscurato da qualità tecniche e comunicative. Il Pontefice appare così più come un amministratore globale della religione che come il vicario di Cristo. La dimensione teologica e spirituale, che dovrebbe guidare l’elezione, viene accantonata a favore di logiche efficientistiche. Come affermava Henri de Lubac, se la Chiesa è innanzitutto un mistero, allora non può essere letta con categorie puramente mondane. Eppure, è proprio questo che accade: il discernimento spirituale viene sostituito dalla gestione, la grazia dalla performance, la fede dal gradimento.

Eppure, nella liturgia antica del Conclave risuona ancora un appello alla trascendenza. Il Veni Creator Spiritus, cantato all’inizio delle votazioni, non è solo un rito: è l’ultima resistenza del sacro, l’invocazione che sospende il tempo e restituisce profondità all’atto della scelta. Questo inno è gesto controculturale: interrompe il flusso della notizia, richiama alla presenza dello Spirito, ridà dignità alla lentezza e alla preghiera. In un mondo sempre più secolarizzato il Veni Creator Spiritus risuona come la memoria viva di una trascendenza che non abbandona il mondo, ma che chiede di essere riconosciuta. È la liturgia che interrompe il dominio dell’uomo per fare spazio a ciò che l’uomo non può né possedere né dominare. Cantare il Veni Creator Spiritus è, infine, un atto di umiltà e di apertura. È riconoscere che esiste un principio creatore che ancora soffia nel mondo, che dà forma e senso dove tutto sembra solo confusione e calcolo. E che senza quel soffio, anche l’atto più solenne della Chiesa rischia di ridursi a gesto amministrativo, invece di restare ciò che è: una chiamata nello Spirito, una scelta nella luce, un atto di fede nel cuore della storia, un disegno della Provvidenza. Forse è proprio questo il nodo: più ancora della fede, ciò che la nostra epoca sembra aver smarrito è la capacità di riconoscere il sacro come tale. Non perché non vi sia più religione, ma perché il sacro stesso viene interpretato secondo le categorie dell’informazione, dell’efficienza, della visibilità. Anche ciò che è mistero viene tradotto nel linguaggio del calcolo e della gestione. E allora, in un tempo in cui tutto è esposto, previsto, discusso, forse il gesto più rivoluzionario è proprio quello di sostare. Di riconoscere che non tutto può essere posseduto, spiegato, convertito in spettacolo. Che esistono luoghi e momenti in cui il mondo dovrebbe imparare a tacere, e l’uomo a trattenersi. In definitiva, la morte di Papa Francesco ci pone di fronte non solo alla fine di un pontificato, ma alla domanda (filosofica, antropologica, sociologica) aperta su quale posto abbia ancora il sacro nella coscienza collettiva. Non è in gioco solo la fede personale, ma l’intero assetto simbolico della modernità: siamo ancora capaci di pensare qualcosa che ecceda l’utile, l’efficiente, il visibile? O ci siamo assuefatti a un mondo in cui anche la morte del rappresentante spirituale di oltre un miliardo di persone può essere trasformata in flusso di dati?

Nel cuore di questo passaggio epocale, la domanda non è se crediamo ancora, ma se sappiamo ancora sostare. Sappiamo ancora riconoscere ciò che eccede l’utile? La morte di Papa Francesco non è solo fine di un pontificato: è rivelazione della nostra incapacità di attribuire senso agli eventi ultimi. Forse, oggi, il vero gesto rivoluzionario è il silenzio meditativo.


Commenti

Una risposta a “LA MORTE DI PAPA FRANCESCO E LA CRISI DEL SACRO”

  1. Avatar Nino Labate

    Ho letto l’interessante articolo di Francesco Luigi Gallo.
    Condivido quasi tutte le sue riflessioni sull’”Eclissi del Sacro”.
    Col mio appunto sulla morte di Bergoglio – che allego solo per lui , e vi ringrazio molto se fate in modo che lo.legga – ho comunque adoperato sul pontificato del Papa e sul suo Magistero, un registro diverso. Forse, ma solo forse, valutando il “Sacro” con I tempi storici che viviamo e con quelli dietro l’angolo.
    In ogni caso un buon articolo. Che dimostra la sensibilità e I sentimenti religiosi dell’autore. Grazie ancora.
    ——
    All.to
    https://ildomaniditalia.eu/francesco-un-pontefice-che-passera-alla-storia/