LA SOSTENIBILITÀ E L’ARCIVERNICE D’IMPATTO

Chi legge il titolo si domanda: ma che cos’è l’”Arcivernice”? È una sostanza di fantasia che in un fumetto del Corriere dei Piccoli (anni ’30/’40), si spalmava su una immagine e la faceva diventare realtà concreta e operativa.

Cosa c’entra con la sostenibilità? In questo periodo di semplificazione come “reductio ad minimal” tramite anche il “pacchetto Omnibus” della Commissione Europea, è importante dare evidenza della rendicontazione-rendersi conto e della traduzione in indicatori (kpi’s) di Impatto della sostenibilità. Anche quest’anno il Premio Impatto del 13° Salone della CSR: mettere un tassello a questo sviluppo di uno strumento, che piaccia o non piaccia, è una “salvavita presente e futuro”. L’”Arcivernice” del IV Premio Impatto fa percepire agli “stakeholders” il valore reale dell’Impatto.

Come dice la collega Cristina Rogate “rendersi conto vuol dire rendere conto” e spiegare non solo informando e comunicando.

Il IV Premio Impatto del Salone della CSR (8-9-10 ottobre 2025-univ. Bocconi) non è un fumetto, ma è un modo per attestare e offrire un giudizio sull’impatto reale ed incidente che le aziende profit, non profit e pubbliche generano in termini sociali, ambientali, di governance, di sostenibilità.

Non è solo l’utile e necessario ESG (impact assesment fra i target di processo), ma è l’analisi, la valutazione e il giudizio sulla capacità dinamica e futura di trasformare e generare risultati d’impatto sociale. E’ il quadro e non solo la cornice.

Non è solo l’apprezzabile narrazione sulla sostenibilità, sull’ambiente come risorsa, sulla finanza d’impatto che usa un po’ di marketing (anche un po’ di greenwashing che diamo come scontato) e un po’ di responsabilità valoriale per svilupparsi, sulla coesione sociale come base per avere stabilità di mercato, sulla governance in cui si fondono stakeholderism e shareholderism, sull’innovazione e tecnologia sociale inclusiva.

Dal IV Premio Impatto si si sviluppano e affinano nel confronto, l’insieme di indicatori, Kpi’s che “spiegano” l’impatto reale presente e dinamicamente futuro.

Infatti il Premio Impatto (impingere, spingere avanti con forza; sospingere; dal lat. Impactus, part. pass. di impingĕre «urtare»] del Salone della CSR e dell’Innovazione Sociale è il compendio, tramite indicatori e Kpi’s di molte narrazioni che rischiano di cadere nella pura “estetica ostentata “se non sono costrette a misurarsi con indici ed indicatori che spiegano e si confrontano.

Infatti il nostro ecosistema ha bisogno di “asset” e strumenti operativi di rendiconto e che generano extraprofitto sociale rispetto al nostro, a volte, pleonastico ed esortativo senso e orientamento al sociale.

Impatto è concetto-parola misurabile e valutabile ed è una rappresentazione, più o meno semplice, di un fenomeno complesso, mettendone in luce la struttura.

Il Premio Impatto mette in risalto la valutazione (dal punto di vista etimologico il termine valutazione deriva dall’antico valuto (risalente al latino valitus, validus: essere forte, sano robusto. Valitus è il participio passato di Valeo, valére: essere forte, stare bene, avere valore, avere prezzo).

Esso è la misurazione dell’efficacia di un processo -progetto composto da attività svolte e da risorse che producono beni e servizi (output) per raggiungere risultati obiettivo intesi come (outcome / impatto).

Senza nominalismi, ma considerando che tutte le imprese dovrebbero essere sociali (quindi l’impresa è sineddoche dell’impresa sociale) ovviamente bisogna dimostrare i risultati sociali. Tesi iperuraniche? Proposte sensazionaliste? Penso proprio di no.

Riporto la frase di JWGoethe che scriveva: “Dicono che i numeri governano il mondo. Non so, ma di certo ci dicono se sia governato bene o governato male”.

La valenza degli indicatori è utile per il controllo e il monitoraggio, significativo per attivare il confronto, percepibile in forma diretta e semplice per il ricercatore e l’osservatore.

Ciò permette di confrontare le quantità non tanto e non solo per vigilare, monitorare e controllare, ma anche per offrire una base informativa omogenea ed utile a dinamizzare in modo imprenditoriale le imprese sociali.

Il concetto di “dinamizzare”, in termini economico-aziendali, attiva il sistema di imprenditorialità sociale che sostiene ogni organizzazione, indispensabile per sviluppare un “effetto leva” e un moltiplicatore delle risorse (umane, economico-finanziarie, patrimoniali) a disposizione e finalizzate al bene comune. Per avere impatto positivo come scopo insieme alla massimizzazione relativa del profitto ed alla generazione di extraprofitto sociale, alla determinazione dichiarata e perseguita e accettando la sfida di essere misurati.

Una valutazione di impatto, per esempio in fase di business plan per un progetto sociale, è base funzionale per una gestione delle attività in modo efficiente, efficace, continuativo e con economicità.

La valutazione sociale ed economica è la componente indispensabile della “filiera di valutazione” che sarà sempre più una parte del quadro di riferimento economico finanziario.

Il perimetro geografico dell’impatto sociale di un’impresa può coprire i livelli internazionali, nazionali e di prossimità. Le maggiori evidenze si riscontrano quando i risultati sono vicini e costantemente controllabili.

Il perimetro della valutazione del progetto, le fasi qualificanti del progetto sono prodromiche rispetto alla simmetria dei dati raccolti, alla frequenza ed alla frequentabilità delle fonti.

La scelta di indicatori di impatto standard o ad hoc è tema di dibattito da considerare l’esigenza della confrontabilità degli impatti delle varie imprese sociali profit e non profit.

L’evidenza degli effetti e la misurazione dei cambiamenti rilevati nonché della percentuale di prospettiva attuativa dei progetti di impatto (positiva o negativa) è chiara. L’approfondimento dei risultati attesi, nonché la sua monetizzazione (non obbligatoria, ma certamente di facile comprensione di giudizio), sono elementi indispensabili per il processo di impatto.

L’integrazione fra stakeholderism e shareholderism rilevata nell’impatto ottenuto è condizione di realismo attuativo.

Ogni voce citata deve “essere messa a terra” tramite indicatori-Kpi’s.

Questi sono in sintesi gli elementi qualificanti dell’impatto e quindi del PREMIO IMPATTO che offre un riferimento stabilizzato per i cittadini, le imprese e per il sistema nazione.

Gli indicatori d’impatto (OUTCOME) misurano sinteticamente anche l’equilibrio virtuoso dell’integrazione fra i vari output delle dimensioni che lo compongono; infatti l’impatto trasformato e generato consiste nel mantenere tutte le dimensioni (per es ambiente, coesione sociale, accessibilità come valore ecc) misurano che lo compongono in un range di equilibrio che evita le polarizzazioni negative di una dimensione compensata da uno sviluppo, a volte più semplice da raggiungere, di altra dimensione. Per capirci: non si possono fare scelte aziendali e radicali contro l’ambiente compensando questi danni con politiche sociali compensative. Le dimensioni devono comunque avere un livello minimo di presidio utile per generare impatto equilibrato.

Infatti l’impatto per essere equilibrato deve adottare scelte sincretiche che conciliano le varie dimensioni della sostenibilità.

Il grande scrittore Piero Chiara affermava che la funzione dell’Arcivernice era di trasformare i miti disegnati in realtà. Penso proprio che il Premio Impatto sia “ad hoc”.