L’AGGRESSIONE RUSSA ALL’UCRAINA HA I MESI CONTATI

Una previsione: l’invasione e conseguente aggressione russa all’Ucraina finirá entro il 2023 e prima che gli aerei F-16 americani pilotati dagli ucraini comincino a sorvolare i cieli tra Russia e Ucraina. É naturalmente una previsione azzardata, ma i motivi per la fine della guerra sono in evidenza.

            Per prima cosa c’é l’interesse della Cina alla quale la fine della guerra serve anche per poter risanare la sua economia nazionale. Poi c’é la concorrenza per il ruolo di “broker pacifista” tra il dittatore cinese Xi Jinping ed il ‘sultano’ turco Recep Tayyip Erdogan, che ha investito tempo e denaro per trasformarsi in leader mondiale del pacifismo. Titolo che sicuramente non vorrá cedere a Xi.

            Passiamo quindi alla posizione degli Usa, che hanno un ruolo chiave nel sostegno all’Ucraina, ma nel 2024 devono affrontare una nuova elezione presidenziale, senza l’intrigo di una guerra in corso. In questo caso sia i democratici che i repubblicani (quest’ultimi vedono la Cina piú un pericolo che la Russia) hanno interesse a risolvere il conflitto facendo pressione su Kiev per concedere ai russi qualche territorio con la promessa che il paese potrá entrare a far parte dell’U.E., ma non della Nato.

            Per quanto riguarda Kiev, l’intrasigente presidente ucraino Volodymyr Zelensky dovrá cedere alle pressioni americane ed europee e negoziare la fine del conflitto. I segnali che lui stesso ha riconosciuto sono: l’esistenza della corruzione dilagante, i moniti arrivati dalla Nato (l’Ucraina deve mostrare riconoscenza), dagli Usa e dall’Europa, e l’interesse economico per la ricostruzione del Paese.

            Infine c’é la situazione in Russia, non certo buona per il dittatore Vladimir Putin, che deve affrontare problemi con l’esercito (il reclutamento non é ben visto dalla popolazione) e con gli oligarchi, che vorrebbero tornare a fare da padroni nel mondo. Inoltre la situazione economica é pessima a causa del rublo svalutato, dell’inflazione in salita, delle sanzioni in aumento, e delle spese militari che stanno svuotando le riserve, tutto questo oltre ad un conflitto che si potrebbe allargare verso obiettivi su suolo russo.

            Naturalmente, Putin non vuole e non puó richiedere lui stesso i negoziati per la fine del conflitto, ma puó sottostare alle pressanti richieste di Cina e di Turchia in modo da giustificare la mossa e non apparire debole.

            In questo caso, la fine del conflitto non verrá presentata come una guerra persa, ma come una vittoria per una Russia piú sicura e dotata di alleanze piú solide.


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