L’AMORE AL TEMPO DEI BEATLES

LGBT acronimo dall’inglese Lesbian Gay Bisex and Transgender individui il cui orientamento sessuale non è riconducibile ai modelli socialmente costruiti dal binarismo maschio/femmina.

Il nostro attuale governo ha detto no alla dichiarazione Ue sui diritti lgbt presentato dalla Presidenza di turno belga. Ognuno liberamente può fare le sue scelte ma, nulla si potrà contro un mondo che sta cambiando per addentrarsi nei lati oscuri della vita al di là del binarismo definito in base ad una scelta, fino ad ora casuale, da parte dei nostri geni al momento del concepimento. All’indomani dell’avvento dell’intelligenza artificiale che prenderà, in buona parte, il posto dell’homo sapiens così come ora concepito, altri orizzonti si aprono e forse non del tutto casualmente.

La storia/natura segue il suo corso e si premunisce contro il pericolo di annientamento dell’essere binario per rafforzarlo e sostituirlo, qualora fosse necessario, con qualcosa che la natura ancora non riconosce per assicurare alle prossime generazioni la salvaguardia di alcune essenziali peculiarità della nostra società e per perpetuare la specie umana così da non spezzare la catena dell’umanità ovvero il DNA scrigno prezioso dell’intera storia naturale.
Le leggi sono leggi e, come tali, vengono rispettate anche se non sempre condivise, spesso non sono a favore dell’individuo anzi contrarie alle sue aspettative. Da poco, in occasione della giornata dedicata alla omofobia, in TV hanno trasmesso il film “IL SIGNORE DELLE FORMICHE” del regista Gianni Amelio con una particolare interpretazione di Luigi Lo Cascio.

La storia tratta di un fatto realmente avvenuto negli anni Sessanta allorquando la nostra società era agli albori della sua rinascita e del suo boom economico; una società, comunque, non ancora pronta ad accogliere i cambiamenti che, insieme ai frigoriferi e alle lavastoviglie, avvenivano in campo sociale morale ed etico. Il film a cui faccio riferimento mette in luce la superficialità con cui viene affrontato sia dall’opinione pubblica sia dalla giustizia il caso di un professore che viene accusato di plagio nei riguardi di un ragazzo e di omosessualità per rapporti carnali con persone dello stesso sesso. Tale reato di plagio fu introdotto nel nostro ordinamento nel 1930 dal regime fascista e abrogato nel 1981 con la sentenza numero 96 della Corte perché ritenuto anticostituzionale.

La trama del film si dipana in un casale un po’ fuori città, vicino Piacenza dove si radunano i discepoli del professor Aldo Braibanti (Luigi Lo Cascio) scrittore, sceneggiatore, filosofo, drammaturgo, antifascista che suole condividere con loro sensazioni e momenti di poesia e vera amicizia passeggiando e dividendo così anche lo spazio del cenacolo in cui avvenivano questi incontri. Come la storia si ripete! Tali immagini mi hanno riportato alla mente Aristotele che, nel nostro immaginario, lo abbiamo pensato quale filosofo che si aggirava seguito dai suoi discepoli che furono soprannominati “peripatetici” ovvero seguaci delle dottrine aristoteliche membri della scuola aristotelica che si intrattenevano a discutere nel Peripato, cioè quella parte del giardino del liceo di Atene dove appunto Aristotele teneva le sue lezioni.

Il professor Braibanti aveva una passione per le formiche, da cui il titolo del film, che studiava attentamente attingendo dal loro comportamento la modalità con cui si supportavano e si aiutavano l’un l’altra costituendo così una vera società solidale (forse questo è il suo il suo sogno?). Determinati atteggiamenti da parte del professore verso i suoi discepoli suscitano perplessità tra i cittadini che non vedono di buon occhio questo tipo di relazione; in particolare tra i familiari di uno dei ragazzi che sembrava essere soggiogato più degli altri dal professore. Il ragazzo, certo Ettore Tagliaferri (Leonardo Maltese) in realtà e in piena consapevolezza condivide appieno le idee filosofiche e politiche del professore e non avrà ripensamenti quando deciderà di andare via dalla sua famiglia per intraprendere una relazione sentimentale con Lui. Il fratello Riccardo insieme alla madre rintracciano Ettore e con la forza lo costringono in un ospedale psichiatrico con l’intento, grazie ad una terapia di elettroshock, di sottrarlo alla vita libertina e alla dannata omosessualità. Il professore alla fine del processo viene condannato; di Lui si interessa un giovane giornalista Ennio Scribani (Elio Germano) il quale poi pagherà con il licenziamento il suo interessamento.

L’aspetto interessante del film è incentrato sul comportamento del professore che non ritiene opportuno difendersi dall’accusa in quanto il reato di omosessualità non viene contemplato da Lui come colpa ma assolutamente spontaneo e naturale. L’amore, anche se tra persone dello stesso sesso, non dovrebbe spaventare in quanto è sempre esistito anche tra gli animali, addirittura ci sono specie che durante il percorso della loro esistenza cambiano più volte il sesso. Al cuor non si comanda non è uno slogan ma una realtà che piaccia o no, sarà meglio accettarla in todo non dimenticando che anche noi in fondo siamo animali.

Per dovere di cronaca bisogna dire che il giornalista dell’Unità, che allora si interessò del caso, non fu cacciato dal giornale, anzi, al contrario, vi rimase ancora per molto tempo non solo ma fu anche sostenuto nella causa dal suo partito. Inoltre, il film, presentato alla 79^ edizione della Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia, fu messo sotto accusa per il clima di oscurantismo in cui si era svolto il processo. Non dimentichiamo che siamo già nel Sessantotto e i Beatles, con le loro idee innovative, diedero una mano ai giovani sessantottini che incominciavano a guardare al futuro in modo diverso e cantavano “Yellow Submarine”, un inno questo alla gioia di vivere e alla speranza. A seguire “Imagine” il cui messaggio può essere sintetizzato in: immaginare un mondo migliore vorrà dire immaginare un futuro migliore.

Abbiamo ancora tanto da immaginare!


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