Caro lettore,
questa è una settimana come sai particolare, credenti o non, l’atmosfera che si respira è quella della festa, della rinascita legata alla Pasqua.
Una ricorrenza che coincide con l’inizio della Primavera, della bella stagione (anche se non esistono più le mezze stagioni) ma, al di là del qualunquismo spicciolo, è questo il momento più dolce che la natura ci regala. Anche l’occhio vuole la sua parte: il verde dei prati, i colori degli alberi fioriti di rosa, di bianco, di violetto suscitano in noi sentimenti rassicuranti e poi c’è il vento primaverile sì quello che scompiglia i capelli e sfiora le gote che si distendono alla sua dolce carezza.
Poesia? No, emozioni! Godiamoci questo momento magico e, anche se la natura fa capricci, forse perché un po’ maltrattata, accettiamo con benevolenza le sue sfuriate perché essa si difende come può. Del resto tutto cambia e, anche la natura, si adatta ai nuovi input che riceve così come fa l’uomo che ne è parte integrante. L’avvicendarsi delle stagioni, del giorno e della notte, indipendentemente da quello che noi facciamo, pensiamo o progettiamo deve rispettare i suoi ritmi e seguire la scia dei cambiamenti. Dedichiamo a questa opera della natura, nel bene e nel male, questo piccolo spazio quasi un elogio “all’arte di vivere” sì del vivere bene assaporando fino in fondo il tutto e il contrario di tutto che la vita ci offre. Il nostro tempo è un universo finito, una zona dove riporre i nostri sogni a venire, la nostra personale memoria scrigno di vita vissuta che affiora ogni volta in noi e si rinnova come il sole a Primavera.
Non mi ricordo più di te
Non mi ricordo
Del caldo a gennaio
Né
Del freddo ad agosto
Non mi ricordo più di te
Non mi ricordo
Il dolore della ferita guarita
Né
Lo strazio dell’agnello sacrificato
Non mi ricordo più di te
A Primavera quando
Il vento mi accarezza la pelle
strani e arcani pensieri
affiorano in me
Allora sì
mi ricordo di te
Roma, 4 aprile 2023
Dalisca
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