L’immagine delle professioniste del video nella televisione pubblica italiana
Quattordici/D Lexicon Fresco di stampa
Silvana Palumbieri
Autore e regista a Rai Teche, realizzatrice di documentari
Per la rubrica Almanacco d’Italia e degli Italiani, Silvana Palumbieri, autore e regista a Rai Teche, realizzatrice di documentari, ne “Le principesse del tinello”, analizza “L’immagine delle professioniste del video nella televisione pubblica italiana” individuando sei categorie: le annunciatrici, le giornaliste, le conduttrici degli spettacoli di sole parole, le dive del varietà televisivo, le vallette e le attrici delle fiction.
10 settembre 2024
Le annunciatrici
L’annuncio è femmina. In questa veste solo donne, in assoluto anche le prime nebulose sembianze umane ad apparire sui teleschermi nazionali.
E’ un lavoro diviso per sesso: gli uomini a scrivere i testi, le donne a rappresentarli in video. Belle, rassicuranti ed eleganti, le signorine buonasera entravano serene e discrete nelle famiglie italiane, senza provocare turbamenti.
Oggi sono soppiantate da anonime ragazzine ‘tocca e fuggi’, mentre loro sono rimaste icone e lascito di una tv e di una società buonista che non esiste più.
Le giornaliste
Quando avvenimenti di costume, cronaca e politica sembrano cambiar tutto, dai telegiornali le giornaliste paiono in grado di mettere le cose a posto col buon senso della donna comune, protagonista della quotidianità. Posseggono la grande credibilità che deriva dal presentarsi regolarmente dagli studi, dall’altro lato la loro conduzione è disinvolta e il notiziario viene presentato con tono garbato e disinvolto.
La vicenda di Ilaria Alpi in Somalia ha dato tragico risalto al giornalismo investigativo e d’attacco svolto dalle giornaliste. E la II guerra del Golfo ha rivelato l’inedita figura dell’inviata di guerra italiana. E’ un grande momento di storia di cui si occupano le donne che mostrano grande capacità di adattarsi alle più svariate situazioni. Col capo avvolto nel chador parlano in mezzo alle strade, con la tuta mimetica seguono i convogli militari americani, in veste sportivo si collocano davanti ai quartieri sotto bombardamento e al lancio di missili. Hanno coraggio e decisione, sono dotate di impegno e volitività.
E con duttilità tipicamente femminile sono poi capaci di rientrare nel loro ruolo abituale.
La conduzione di programmi di informazione video giornalistica vede riunificato il ruolo di conduttrice e di autrice in grado di mettere a fuoco tutte le questioni.
Aule di pretura, di tribunale e di corte d’assise, luoghi impenetrabili, con coraggio tutto femminile violati per la prima volta dalle telecamere. Roberta Petrelluzzi mostra in video casi famosi, a volta scatenando polemiche furiose. E Franca Leosini, intervistando protagonisti di indimenticabili casi di condannati a lunghe pene detentive, trasforma in aula telematica la sala colloqui delle carceri italiane.
Con spiccata vocazione pedagogica, piglio indagatore e risolutore, incalzando gli ospiti con pertinenza e domande dirette, alcune conduttrici fanno televisione utile per i cittadini. E svolgono un esemplare ruolo di cerniera tra servizi sociali e disfunzioni pubbliche.
Le conduttrici degli spettacoli di sole parole
Come vestirsi, come truccarsi, come curarsi, come cucinare. Le conduttrici degli spettacoli fatti di sole parole si presentano come donne normali, amministratrici delle proprie case. Prendono per mano i telespettatori per consigliarli. Rendono semplice ciò che è complicato, facile ciò che è laborioso, sicuro ciò che è infido.
Così nei labirinti della medicina. Come nelle difficoltà di orientarsi in cucina. Ed anche nelle impervie vette dell’alta moda.
Amano i gatti, i lemuri, gli impala, i pinguini e difendono le foreste a faglie decidue, le praterie, le sorgenti, le coste rocciose, i ghiacciai eterni. Sono le conduttrici di alcuni programmi culturali di zoologia e ambiente.
Le italiane si confessano al telefono. Comunicare attraverso il filo è una dote decisamente femminile, e viene usata anche per scoprire e mettere in relazione.
L’esplosiva, la gelida, la sexy tre modi completamente diversi di stare al centro del villaggio ‘calcio di serie A’. Le divulgatrici di programmi di sport mostrano tanta grinta per una sfida che non le vede soccombere.
Isabella Rossellini con addosso il carico di essere figlia di Ingrid Bergman e del grande regista riesce ad essere disinvolta reporter televisiva di “L’altra domenica” di Renzo Arbore. Avviata ad una mediocre carriera, alle soglie dei trent’anni si trova improvvisamente e, per i più, inaspettatamente a volare tra le “dieci più belle donne del mondo” almeno secondo la classifica della famosa rivista “Harper’s Bazar”. La casa di cosmetici Lancôme ha già predisposto una scrittura con cui la lancia per una gigantesca campagna pubblicitaria mondiale., Con la figura di sbarazzina ed eterea, due termini tradizionalmente inconciliabili, la pubblicità le assegna veste di stella internazionale.
Benvenuti in casa! Con le amiche sedute accanto, Enza Sampò, poi Paola Perego, sono vicine al pubblico di casa, interpretano in modo abituale sentimenti e sensazioni per lo più normali, trasmettendoli con parole più che usuali. La conversazione é familiare, immediata e ordinaria. Catherine Spaak. si è trasformata da diva del cinema in personalità cordiale e complice.
Non pensano che sian solo le canzonette a mantenere fama e lavoro e allora Iva Zanicchi, Orietta Berti, Wilma De Angelis con la fama conquistata nel mondo della canzone trasmigrano nella nuova professione di conduttrice
Le dive del varietà televisivo
Mina, poi Gabriella Ferri e Patty Pravo, trasferiscono nell’ambito dello spettacolo la celebrità che hanno ottenuto nel campo della canzone. Da cantanti alla nuova professione della showgirl.
Ma le vere le stelle del varietà televisivo italiano sono Delia Scala, Raffaella Carrà, poi Heather Parisi, Lorella Cuccarini. Sanno cantare, ballare e recitare. Vezzeggiate e cresciute personalità di casa nostra, catturano la nostra attenzione nel salotto di casa. Sono sconosciute all’estero dove solo Raffaella Carrà ha raggiunto la popolarità. In Spagna “Hola Raffaella” va in onda per quattro anni consecutivi.
Intrattenitrici di spettacoli fatti dei diversi momenti dello spettacolo, capaci di destreggiarsi tra balletti, canzoni, giochi a premio e ospiti famosi sono Mara, Simona e Milly.
Riescono a costruire e presentare la propria identità privata come comune e accettata da tutti.
La popolana petulante, la ragazza anelante un marito, la temibile Arabella, la signorina Snob, la signora Cecioni, personaggi creati dalle attrici comiche di una volta Bice Valori, Sandra Mondani e Franca Valeri. Venivano dal cabaret e dal varietà e portavano nella televisione grande talento e il rapporto col pubblico.
Si chiamano Serena Dandini, Sabina Guzzanti, Francesca Reggiani, Cinzia Leone, Angela Finocchiaro, Lella Costa, Suzy Blady ed hanno inventato un nuovo modo di far spettacolo televisivo. Con i suoi rifiuti, i suoi avanzi, i materiali non impiegati. hanno pensato che il mondo sia solo quello che appare nel televisore, e sugli esseri che appaiono lì hanno indirizzato tutto il loro spirito corrosivo e satirico. Sono autrici-attrici, comiche, imitatrici e sono tutte donne.
Nata ieri in televisione, concepita l’altro ieri come soubrette del piccolo varietà romano, oggi Valeria Marini è un sex-symbol italiano. Qualcuno l’ha definita Jessica Rabbit in versione catodica, certamente Valeria Marini incarna lo stereotipo femminile della svampita e dell’ingenua. E non solo. Ha esportato nella pubblicità il proprio personaggio di mangiatrice di uomini anche giocando sull’ammiccamento e sull’ambiguità semantica.
Negli anni Cinquanta e Sessanta Abbe Lane e Lola Falana e le Gemelle Kessler erano venute a cercar metallo aurifero nella televisione italiana. Poi è arrivato un vero ingegnere metallurgico russo, Natasha Stefanenko, anche fotomodella e indossatrice in Italia. Come i prototipi, Natasha rappresenta l’aggiornato modello della star televisiva esotica che fa dell’incerta parlata e dell’ammiccante disinvoltura gli elementi che caratterizzano la sua immagine sexy.
Giovanissima anzi ninfetta, oscura figurante cambiata in famoso personaggio televisivo, eterodiretta da una cuffia ricevente mutata in autrice delle proprie trasmissioni, sfrontata lolita trasformata in sapiente conduttrice. Ambra Angiolini diventa un modello ideale per una generazione di ragazze senza qualità. Anche visivamente rappresentate in “Non è la Rai” è una moltitudine femminile che vuole entrare nella fabbrica dei sogni. Siamo nell’anticamera delle vallette e delle veline, delle letterine.
Le vallette
Chi le piglia per vallette, chi le piglia per veline, ma sono nate comunque al fianco del presentatore. In veste subordinata, spesso semisvestite oggetto di piccola provocazione sessuale, sono presenze quasi sempre silenziose, se non addirittura piccoli animali in gabbia. Usano la modesta notorietà per lanciarsi nel mondo dello spettacolo televisivo anche legando il nome a personaggi famosi come i calciatori.
Le attrici delle fiction
Avvocato, medico, commissario di polizia. Nuovi ruoli che le attrici italiane sono chiamate ad interpretare nella finzione televisiva di serie, o di opere singole. Personaggi di donne decise e intelligenti, che sanno far andare a tempo la vita lavorativa e la vita privata, i sentimenti e le decisioni.
“Commesse” è un piccolo gruppo di sole donne che agisce in un ruolo sociale spiccatamente femminile, riducendo i drammi ad incidenti quotidiani, presentando prospettive, valori concetti e azioni come se fossero comuni. Agli inizi della televisione c’era il romanzo ottocentesco. Tante situazioni segnate da forte romanticismo, equivoci, impedimenti sociali. Nella recente serie “Orgoglio” permane non soltanto l’ambientazione, ma anche lo sviluppo drammatico e il carattere dei personaggi femminili. “Orgoglio e pregiudizio” allarga la popolarità di Virna Lisi al pubblico televisivo e le apre la porta dei Caroselli col fortunato spot in cui pubblicizzava il dentifricio Clorodont col ruolo della Candida Chedenti alla quale venivano perdonate le infinite gaffe perché, diceva la battuta, ‘con quella bocca puoi dire ciò che vuoi’. Bellissima e svampita, un binomio stravolgente. Anche nelle prime riduzioni televisive di grandi romanzi le attrici che vengono dal teatro ottengono grande successo.
Mogli e madri, pedanti e protettive, gelose e possessive, personaggi più reali del reale. Sulla capacità di interpretarle si basa il potere persuasivo che viene impiegato nelle campagne pubblicitarie anche di prodotti generalmente non consumati dalle donne.
Dal romanzo ottocentesco Lidya Alfonsi che ha saputo anche operare la transizione alla donna in lotta. Donna raffigurate alla ricerca dell’equilibrio tra lavoro e famiglia, protese all’emancipazione femminile tra costrizioni sociali e aspirazioni personali, costrette dalla mutazione di corpo e animo a reinventarsi nelle diverse stagioni della vita. Nella fiction emerge una pluralità di identità femminili. Diversi e legittimi modi di essere donna. Fuori da ogni schema era stato Il giornalino di Gian Burrasca, in cui il monello protagonista del romanzo, diretto dalla grande Lina Wertmuller, era interpretato da una cantante ragazzina di nome Rita Pavone che anticipava due sembianze della pubblicità la monelleria e l’ambiguità sessuale.
Alida Valli interrompe la trasmissione che la vede protagonista nel ruolo di Medea perché le hanno rapito il figlio. Il pubblico è vicino a lei come madre e come attrice famosa, ma tutto é finzione con i modi della realtà. Una specie di reality show alla rovescia.
“L’immagine delle professioniste del video nella televisione pubblica italiana”
Sono le annunciatrici, le giornaliste, le conduttrici dei talk-show, le show girl, le vallette e le attrici delle fiction Questo analisi ha portato avanti un lavoro attento ed inedito che analizza il passaggio dallo star system – immagini di dive, donne lontane e trasgressive – al televisivo modello del personality sistem, in cui la personalità televisiva si colloca nel tinello accanto allo spettatore, rassicurante, sorridente. Rientrano in questo modello anche i personaggi dei programmi informativi e di attualità, in pratica tutte coloro che per una ragione e per l’altra compaiono regolarmente sul teleschermo. Nel telegiornale esse finiscono per essere figure etiche dalle quali ci si aspetta la capacità di mettere le cose a posto, col buon senso della donna comune.
In televisione viene proposto il modello di una donna incoraggiata ad assumere il controllo della propria situazione, senza però mettere in discussione la situazione stessa. Attraverso immagini e parole la professionista della televisione sostiene i valori del miglioramento estetico, dell’eterosessualità e del nucleo familiare. Essa viene costretta ad un ruolo di tipo tradizionale, amministratrice della casa, maestra di lezioni pratiche di moda, trucco e comportamento.
Il femminile viene anche identificato col naturale, col biologico, con l’esotico.
Questo programma osserva come il settore dello Talk show o del varietà sia il tempio del crossover, il passaggio cioè da un campo all’altro del sistema con attribuzioni improvvise di nuove professionalità, contribuisca a ricordarci continuamente queste personalità, ad essere parte della routine quotidiana. Le donne in televisione rappresentano il sogno medio, raggiungibile, a portata di mano. Anche per questo rispetto alla popolarità planetaria delle star cinematografiche nel personality sistem si osserva il fenomeno della fama limitata al territorio dei personaggi televisivi. Coraggiose e impegnate inviate di guerra, profanatrici di luoghi di laica sacralità, inventrici di nuove forme televisive, interpreti di una pluralità di identità femminile nuove e diverse, le donne che presentano sé stesse in televisione sono un gruppo minoritario, ma deciso a stabilire e difendere nella televisione pubblica l’autonomia dei propri valori e dei propri punti di riferimento.
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