NAPOLI, 27 GIUGNO – La malattia di Lyme in una bambina di quattro anni e mezzo è stata diagnosticata nella Pediatria dell’Ospedale Sacro Cuore di Gesù Fatebenefratelli di Benevento; si tratta, fanno sapere dall’ospedale, del primo caso manifestatosi nel Sannio.
Al momento sembra che in Campania siano stati segnalati pochissimi casi, quasi tutti contratti in altre regioni o fuori nazione da residenti nella regione. La piccola di quatto anni e mezzo, di Guardia Sanframondi, circa 20 giorni prima del ricovero era stata punta da una zecca.
I casi di malattia di Lyme e di altre patologie trasmesse dalle zecche stanno aumentando.
Le Regioni maggiormente interessate sono il Friuli Venezia Giulia, la Liguria, il Veneto, l’Emilia Romagna, il Trentino Alto Adige, mentre nelle Regioni centro meridionali e nelle isole le segnalazioni sono sporadiche ma in aumento.
La malattia di Lyme è una infezione batterica di origine zoonotica che viene trasmessa da vettori. In questo caso i vettori sono le zecche.
Le zecche sono artropodi che appartengono agli Aracnidi, la classe a cui appartengono anche ragni, acari e scorpioni.
Sono parassiti esterni, delle dimensioni che vanno da qualche millimetro a circa 1 centimetro. Il corpo è tondeggiante e munito di un rostro in grado di penetrare la cute e succhiare il sangue degli ospiti.
Le zecche sono diffuse in tutto il mondo e se ne conoscono circa 900 specie. In Europa sono presenti membri della famiglia degli Ixodidi, o zecche dure per la presenza di uno scudo dorsale coriaceo e quella degli Argasidi o zecche molli, senza scudo.
Le specie più diffuse e rilevanti da un punto di vista sanitario sia in Italia che nel resto d’ Europa sono Ixodes ricinus (la zecca dei boschi), Rhipicephalus sanguineus (la zecca del cane), Hyalomma marginatum e Dermacentor reticulatus.
L’habitat preferito dalle zecche sono i luoghi ricchi di vegetazione erbosa e arbustiva. La zecca dei boschi predilige un clima mite e umido mentre la zecca del cane zone calde e asciutte.
Il ciclo biologico delle zecche si divide in 4 stadi: uovo, larva, ninfa e adulto. Il sangue di mammifero rappresenta il nutrimento essenziale alla loro vita. Dopo la schiusa delle uova, il passaggio da uno stadio a quello successivo, infatti, richiede un pasto di sangue. Le femmine adulte, inoltre, necessitano del pasto di sangue per la maturazione delle uova.
L’attività biologica delle zecche si concentra nei mesi caldi. Durante la stagione invernale si rifugiano sotto le pietre o si interrano in profondità.
Con l’inizio della bella stagione le zecche abbandonano lo stato di quiescenza invernale e si avviano alla ricerca di un ospite da parassitare, cani, caprioli, cervi, lepri, scoiattoli, volpi. L’ ospite naturale sembra siano i piccoli roditori selvatici, gli altri, dal cane all’ uomo, sono ospiti occasionali.
In Campania i principali serbatoi delle infezioni sono le pecore.
La puntura della zecca di solito è indolore perché le zecche inoculano nell’ospite la loro saliva che contiene principi anestetici. Le zecche rimangono attaccate all’ospite per 2-7 giorni e poi cadono spontaneamente. La puntura della zecca non è di per sé pericolosa per l’uomo, se non per la possibilità di trasmissione di microrganismi e virus patogeni.
Le patologie da infezione veicolate da zecche che presentano rilevanza epidemiologica nel nostro Paese sono:
Patologia | Zecca vettore | Agente etiologico |
Encefalite da zecca Meningoencefalite da zecca | Zecca dei boschi | Flavivirus Tick-Borne Encephalitis Virus (TBEV) |
Malattia di Lyme | Zecca dei boschi | Borrelia burgdorferi Borrelia afzelii Borrelia garinii |
Rickettsiosi (febbre bottonosa del Mediterraneo) | Diverse zecche dure e soprattutto Rhipicephalus sanguineus, parassita abituale di cani e altri animali domestici e selvatici | Rickettsia conorii e altre rickettsie. |
Febbre ricorrente | Zecche molli Pidocchi | Spirochete patogene Treponema, Leptospira e Borrelia. |
Tularemia | Zecche e altri artropodi | Francisella Tularensis |
La maggior parte di queste malattie può essere ipotizzata sul piano clinico e confermata da test microbiologici. Una pronta terapia antibiotica, nelle fasi iniziali, è generalmente risolutiva. Solo raramente (fino al 5% dei casi) e in soggetti anziani o bambini queste infezioni possono essere pericolose per la vita.
Borreliosi di Lyme
La borreliosi di Lyme deve il nome all’omonima cittadina americana dove, nel 1975, furono segnalati i primi casi manifestatisi con inspiegabile aumento delle artriti, soprattutto infantili, che insorgevano con eritemi cutanei su torace, addome, dorso e natiche e si ingrandivano fino a raggiungere una dimensione variabile tra i 10 e i 50 cm, mal di testa e dolori articolari.
La malattia di Lyme è oggi la più diffusa e rilevante patologia trasmessa da vettore con diffusione nelle zone geografiche temperate. Si tratta, annualmente, di circa 480mila persone infettate negli Usa e 130mila in Europa.
La malattia è causata da un batterio spiraliforme, la Borrelia burgdorferi, così chiamata in omaggio al suo scopritore, Willy Burgdorfer che la descrisse nel 1981.
Clinicamente i primi sintomi della malattia sono intermittenti e mutevoli. La malattia inizia tipicamente in estate e dopo 3-32 giorni dal morso della zecca il batterio migra localmente nella cute intorno all’area della puntura (eritema migrante).
Si diffonde poi per via linfatica e produce adenopatia regionale, oppure si dissemina per via ematica agli organi o ad altre sedi cutanee. Nel giro di qualche settimana si possono sviluppare artralgie migranti, mialgie, meningiti, polineuriti, linfocitoma cutaneo, miocardite e disturbi della conduzione atrio-ventricolare. I sintomi sono fluttuanti e possono durare per mesi e cronicizzare.
L’ultima fase della malattia a distanza di mesi o anni dall’infezione, è caratterizzata da alterazioni a carico dell’apparato muscolo-scheletrico (artrite cronica), del sistema nervoso centrale e periferico (meningite, encefalomielite, atassia cerebellare, polineuropatie sensitivo–motorie, disturbi del sonno e comportamentali), della cute (acrodermatite cronica atrofica) e dell’apparato cardiovascolare (miopericardite, cardiomegalia).
La decisione di iniziare il trattamento antibiotico deve essere presa velocemente sulla basedella diagnosi clinica e dei dati anamnestici ed epidemiologici. La malattia non porta a sviluppare immunità consistente, per cui l’infezione può essere contratta più volte nel corso della vita.
Prevenzione
Pfizer e Valneva hanno annunciato l’avvio dell’ultima fase della sperimentazione di un vaccino contro la malattia di Lyme. Il vaccino, denominato Vla15, è composto da frammenti proteici di Borrelia burgdorferi. Una immunità rivolta verso questi frammenti proteici dovrebbe impedire al batterio di lasciare la zecca e infettare l’uomo.
Il trial clinico di fase III coinvolgerà 6mila persone che riceveranno un ciclo di vaccinazione composto da tre dosi a cui si aggiungerà una dose booster somministrata dopo un anno. La sperimentazione verrà condotta in Finlandia, Germania, Olanda, Polonia, Svezia e Stati Uniti. Le aziende prevedono di sottoporre i dati per l’approvazione alle agenzie regolatorie entro il 2025.
Esistono alcune precauzioni per ridurre significativamente la possibilità di venire a contatto con le zecche, o almeno per individuarle rapidamente, prima che possano trasmettere una malattia. In generale, è consigliato:
- indossare abiti chiari e coprire le estremità inferiori
- non addentrarsi nelle zone in cui l’erba è alta
- al termine dell’escursione, effettuare un attento esame visivo e tattile della propria pelle, e rimuovere le zecche eventualmente presenti.
- trattare sempre gli animali domestici (cani) con appositi prodotti contro le zecche
- controllare, scuotere ed eventualmente spazzolare gli indumenti prima di portarli in casa
Inoltre, in commercio esistono repellenti per insetti a base di DEET o N-dietiltoluamide e Icaridina o KBR3023.
Se individuate sulla pelle, le zecche vanno prontamente e attentamente rimosse perché la probabilità di contrarre un’infezione è direttamente proporzionale alla durata della permanenza del parassita sull’ospite.
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