“Alla ricerca dell’edicola perduta” potrebbe essere il titolo di un film di Spielberg dove un Indiana Jones va alla ricerca di una struttura con tanti giornali polverosi che attestano un’era passata.
Speriamo che questa fantasia non si verifichi; per evitarla bisogna cambiare modello di business e far assumere alle edicole una funzione di vita e di impatto sociale.
L’”EDICOLA VIVENTE”.
Le edicole sono presidi civici di cultura e informazione, ma anche di identità nei quartieri delle nostre città. Come dice Ferruccio De Bortoli: ”Se muore un’edicola non rinasce più, viene meno un momento di integrazione e insieme di identità. Laddove le edicole, cambiando pelle, riescano invece a sopravvivere, sarà garantita una qualità di presenza capillare sul territorio davvero preziosa per tutti”.
La crisi dei giornali e la crisi dell’editoria, si ripercuote in modo inesorabile sulle edicole che, “in lingua d’uso”, si definiscono come “giornalai”, con una chiara scelta di campo di linguaggio semantico che si focalizza sul giornale cartaceo (altra definizione di edicola è “rivendita di giornali”).
In Italia, in quattro anni, hanno cessato l’attività quasi 2700 edicole.
Alla fine di settembre del 2023, i punti vendita di giornali e periodici erano circa 13.500 mentre a settembre 2019 erano oltre 16 .000
Per esempio Milano perde 129 edicole (- 11,9%) e quindi scende sotto la soglia delle 1000 edicole.
Perché? Sempre meno cittadini leggono la carta stampata e molti si informano su strumenti digitali anche se ci si aspettava sul digitale un incremento decisamente superiore. Quindi crisi di propensione all’informazione strutturata tipica dei giornali cartacei e scelta di informazione a sensorialità diversificata (audio e visiva tramite media non cartacei) ed , in molti casi, si preferisce per una informazione verticalizzata piuttosto che informazione utile a conoscere “come va il mondo e cosa succede nel mondo”.
Il dato sulle edicole “a conduzione giovanile” è di 701 edicole ed appare evidente che anche il mondo dei giovani under 35 è molto residuale e assomma al 5,9% delle edicole attive.
Tutto questo indica un depauperamento della presenza giovanile nella gestione delle edicole.
Considerando il tipo di lavoro in edicola e considerando l’apertura delle edicole in ora quasi “antelucana”, è ulteriormente evidente che il ruolo degli edicolanti, sempre più anziani, si sta depauperando per la gravosità del lavoro stesso sia in termini fisici sia in termini di asset psicologico. Ed inoltre si assottiglia numericamente per la morbilità e la mortalità degli edicolanti.
Anche il mercato pubblicitario ha un andamento ondivago e se valutiamo la “suddivisione del mercato per mezzi” il valore complessivo della pubblicità sui giornali continua a diminuire.
Infatti gli investimenti pubblicitari italiani sono concentrati prevalentemente sul digitale, radio e non su quotidiani, periodici in carta stampata che hanno ormai una riduzione costante (dal 6 al 9%)
Se consideriamo il perimetro delle testate che maggiormente vengono vendute nelle edicole (e specificatamente Corriere della Sera, La Repubblica, Sole 24ore, La Gazzetta dello Sport) il calo delle vendite individuali va dal – 4,97% della Gazzetta dello Sport al -10,56% di Repubblica.
Il Corriere della Sera, si attesta su una diminuzione dell’8, 23%. (tutte queste cifre sono correlate nel confronto anno su anno, gennaio 2024 su gennaio 2023).
In Italia nel gennaio 2024 lo sviluppo di “vendite individuali” (in edicola, porta a porta. abbonamenti cartacei individuali e copie digitali individuali)) è stato il seguente:
- Il Corriere della Sera 209.445 copie.
- La Repubblica. 104.604, copie.
- Il Sole24ore, 87.000 copie.
- La Gazzetta dello Sport, 83.447 copie.
In Italia le evidenze delle vendite individuali cartacee sono:
- Corriere della Sera 120.750 copie.
- Gazzetta dello sport. 70.160 copie.
- La Repubblica, 67.489 copie.
- Sole 24 Ore, 20.433 copie.
Anche in questo caso c’è una diminuzione costante delle vendite individuali cartacee,in un range fra 3, 9% della Gazzetta dello Sport ed il 12.92% del Sole24ore.
Al di là delle cifre che abbiamo qui esposte che, comunque, in modo inequivocabile indicano la crisi delle vendite delle copie cartacee tramite edicole, possiamo fare alcune considerazioni aggiuntive:
- L’edicola non è più un punto di riferimento delle informazioni ed il segmento giovanile, specialmente la generazione Z, ritrova nei social e nei media alternativi al cartaceo le opportunità di informazione;
- L’edicola perde il suo core identitario che era il giornale- quotidiano e per mantenere un difficile equilibrio economico potrebbe assumere altri potenziali ruoli funzionali come aggregatore di persone su iniziative di tipo informativo-espositivo con un allargamento del portfolio prodotti servizi offerti in funzione anche del loro posizionamento urbano(le vendite di food, non food, prodotti utili per la vita quotidiana ecc) e come sviluppatore di offerta di eventi e di temporary products promozionali.
- Le edicole devono assumere una capacità alternativa di business che permetta loro di ritrovare. una nuova identità sfruttando anche il layout di posizionamento che esse hanno tradizionalmente. all’interno delle città..
Nella fattispecie delle edicole esse potrebbero essere connotate da una identificazione estetico strutturale sull’esempio di Parigi
In alcune città questa scelta è stata comunque in parte adottata seppur con risultati non eclatanti.
Queste edicole sono sostenibili economicamente e in logica di impatto qualora si sviluppi un portfolio strategico ed operativo utile per l’interesse generale/pubblico di una città.
Alcune attività operative potrebbero essere:
1-Sviluppare capacità di impatto tramite azioni di tipo informativo, comunicativo riguardo ad alcune innovazioni:
- culturali
- di prassi amministrative (il “comune distribuisce” informazioni e servizi burocratico amministrativi tramite le edicole;
- di totem per le domande più frequenti dei segmenti di popolazione autoctona e straniera;
- di sviluppare un network collegato per esempio con fiere, expo, “fuori salone e fuori fiera” ed i “fuori mostra”;
- edicole come attori delle “weeks”(fashion,civica,….)
- sviluppo delle attività “temporary” come pubblicità e promozione per le imprese profit e non profit;
- atelier per presentazione libri ed opere artistiche;
- aggregazione per iniziative con il coinvolgimento degli studenti.
L’edicola ha un “valore economico-finanziario ed ha valori civici” che attengono al” capitale sociale” delle città che si alimenta di iniziative ed eventi ad impatto. E’ la generazione di valore condiviso nelle dimensioni della catena del valore civico. dell’istituzione pubblica
L’edicola, in questa prospettiva, è una “edicola vivente” intesa come “impresa sociale” e “vivente” .Il che non è un vezzo culturale, ma una scelta di business civico e di sopravvivenza.
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