Gran Bretagna vira a sinistra, Olanda a destra, Unione europea verso la conferma di Ppe e Pse1
Quattordici/A Hermes Storie di geopolitica – Europa
Giampiero Gramaglia
Giornalista,
co-fondatore di Democrazia futura, già corrispondente a Washington e a Bruxelles
Giampiero Gramaglia alla vigilia della consultazione elettorale per il rinnovo del Parlamento Europeo osserva “L’Europa verso un voto a zig zag: La Gran Bretagna vira a sinistra, l’Olanda a destra, l’Unione europea verso la conferma di Ppe e Pse” che rimarrebbero rispettivamente prima e seconda forza nel nuovo Parlamento. “Dietro i due maggiori gruppi, che sommati non raggiungono la maggioranza dei 720 euro-deputati, la situazione è più fluida.
- I liberali di Renew Europe dovrebbero scendere da 102 a 86, scontando l’uscita dal gruppo dei liberali olandesi del Vvd: Renew ne sancirà il 10 giugno l’espulsione, proprio a causa dell’alleanza stretta in Olanda con l’estrema destra. In Renew, dovrebbero confluire eventuali eletti delle liste Bonino/Renzi e Calenda.
- A destra, il gruppo di Ecr, i conservatori, dove c’è Fratelli d’Italia, dovrebbe passare da 68 a 75, bilanciando guadagni italiani e perdite polacche.
- Il gruppo di Id, i sovranisti, dove c’è la Lega, salirebbe da 59 a 68, pur scontando l’espulsione dell’AfD.
- A sinistra, i Verdi dovrebbero scendere da 72 a 56 euro-deputati.
- Il gruppo delle Sinistre dovrebbe, invece, salire da 37 a 39.
In queste previsioni, 78 eletti dovrebbero inizialmente trovarsi nel gruppo dei non iscritti, che ora sono 50; ma non è escluso che alcuni di essi trovino diversa collocazione, come non sono esclusi rimescolamenti nelle aggregazioni dei gruppi, specie a destra”.
Molto più chiaro sembra delinearsi il voto nel Regno Unito grazie anche al sistema elettorale uninominale secco. “In Gran Bretagna i laburisti – scrive l’ex direttore dell’Ansa sarebbero – favoritissimi in vista delle elezioni generali anticipate il 4 luglio” mentre a sei mesi dal voto “In Olanda la vittoria di Geert Wilders – scrive ancora Gramaglia – [appare] dimezzata: il liberale Mark Rutte lascia il posto di premier a Dick Schoof [ex capo dell’antiterrorismo] e va alla Nato come successore del norvegese Jens Stoltenberg”.
05 giugno 2024
Un voto a zig zag in cui l’Italia appare con la gamba rotta al centro fra le due stampelle Francia e Germania
Una virata a sinistra in Gran Bretagna, dove le elezioni convocate per il 4 luglio vedono i laburisti largamente avanti nei sondaggi sui conservatori al potere ininterrottamente dal 2010, sia pure ruotando cinque premier diversi. Un nuovo governo più di destra che di centro-destra in Olanda, dove, dopo oltre sei mesi di complicati negoziati, il leader xenofobo e islamofobo Geert Wilders riesce a mettere insieme una maggioranza, a prezzo, però, della rinuncia ad essere premier.
L’Europa continua a mandare segnali politici contradditori a una settimana dal voto per il rinnovo del Parlamento europeo, alla cui composizione i britannici non concorrono più dopo la Brexit. In questo quadro spicca l’immagine di un manifesto che pubblicizzava il dibattito organizzato in piena campagna elettorale il 30 aprile 2024 a Maastricht fra gli Spitzenkandidaten. L’Italia viene raffigurata come la ‘gamba rotta’ dell’Unione europea al centro fra due stampelle che raffigurano lo stato di salute dell’Asse fra la Francia e la Germania tradizionalmente considerato il motore nella costruzione europea e in ogni caso la cabina di regia delle istituzioni comunitarie soprattutto dopo l’uscita del Regno Unito dall’Unione europea.
Le previsioni alla vigilia delle elezioni europee: Ppe avanti, Pse dietro, terzo posto incerto
La nuova aula del Parlamento europeo a Strasburgo
Il Ppe, Partito Popolare Europeo, si dovrebbe confermare come primo gruppo al Parlamento europeo con 180 eurodeputati, rispetto ai 177 attuali. Il Pse, Partito Socialista Europeo, dovrebbe mantenersi in seconda posizione con 138 deputati, rispetto agli attuali 140. Lo prevede un sondaggio pubblicato a fine maggio da Europe Elects. Nel Ppe c’è Forza Italia, nel Pse il Partito Democratico. Dietro i due maggiori gruppi, che sommati non raggiungono la maggioranza dei 720 euro-deputati, la situazione è più fluida.
- I liberali di Renew Europe dovrebbero scendere da 102 a 86, scontando l’uscita dal gruppo dei liberali olandesi del Vvd: Renew ne sancirà il 10 giugno l’espulsione, proprio a causa dell’alleanza stretta in Olanda con l’estrema destra. In Renew, dovrebbero confluire eventuali eletti delle liste Bonino/Renzi e Calenda.
- A destra, il gruppo di Ecr, i conservatori, dove c’è Fratelli d’Italia, dovrebbe passare da 68 a 75, bilanciando guadagni italiani e perdite polacche.
- Il gruppo di Id, i sovranisti, dove c’è la Lega, salirebbe da 59 a 68, pur scontando l’espulsione dell’AfD.
- A sinistra, i Verdi dovrebbero scendere da 72 a 56 euro-deputati.
- Il gruppo delle Sinistre dovrebbe, invece, salire da 37 a 39.
In queste previsioni, 78 eletti dovrebbero inizialmente trovarsi nel gruppo dei non iscritti, che ora sono 50; ma non è escluso che alcuni di essi trovino diversa collocazione, come non sono esclusi rimescolamenti nelle aggregazioni dei gruppi, specie a destra.
Una recente composizione del Parlamento europeo (i numeri di gruppi sono soggetti a frequenti variazioni)
In Gran Bretagna i laburisti favoritissimi in vista delle elezioni generali anticipate il 4 luglio
Rishi Sunak e Keir Starmer in un’immagine di repertorio (Fonte: Deadline)
Il parlamento britannico si è formalmente sciolto giovedì 30 maggio, in vista delle elezioni generali del 4 luglio. Tutti i 650 seggi sono ora vacanti. Il nuovo parlamento si riunirà il 9 luglio. Il premier conservatore Rishi Sunak e il leader dell’opposizione laburista Keir Starmer si affrontano Il 4 giugno nel primo dei due dibattiti televisivi della campagna elettorale su Itv. Il secondo confronto avverrà sulla Bbc. Sunak spera di recuperare terreno proponendo di reintrodurre un servizio di leva parziale; ma non è affatto detto che questa sia una carta vincente.
I sondaggi danno per favoriti i laburisti sui conservatori, che, secondo un rilevamento, starebbero però tamponando l’emorragia di consensi e avrebbero ridotto il distacco a 14 punti: 27 per cento a 41 per cento. Dietro, sopra il 10 per cento, i centristi liberaldemocratici e i populisti ultra-brexiteer di Reform Uk e al 7 per cento i Verdi, che fanno concorrenza alla linea moderata dei laburisti da posizioni più progressiste e pacifiste. Altri sondaggi, però, confermano un distacco fino a 22 punti fra laburisti e conservatori e danno Reform Uk, la formazione diretta da Nigel Farage, che ha deciso di scendere in campo solo all’ultimo momento, fino al 14 per cento, i LibDem al 9 per cento e i Verdi al 6 per cento. Il sistema elettorale uninominale maggioritario secco non ripartisce i seggi in misura proporzionale alla forza dei singoli partiti.
In Scozia, in particolare, i laburisti potrebbero tornare a essere la prima forza, superando, dopo quasi vent’anni, gli indipendentisti dello Scottish National Party (Snp), investiti da scandali e dilaniati divisioni interne.
In Olanda la vittoria di Geert Wilders dimezzata: il liberale Mark Rutte lascia il posto di premier a Dick Schoof e va alla Nato come successore del norvegese Jens Stoltenberg
Il neo premier olandese Dick Schoof (Fonte: Wikipedia)
In Olanda, sarà Hendrikus Wilhelmus Maria – detto Dick – Schoof, un ex capo dell’anti-terrorismo, a guidare il primo governo a trazione ultra-nazionalista, succedendo al liberale Mark Rutte premier più longevo nella storia dei Paesi Bassi – 13 anni al potere e quattro elezioni vinte -, destinato a diventare segretario generale dell’Alleanza atlantica, al posto del norvegese Jens Stoltenberg.
Rutte parla così del suo successore:
“Io sono abbastanza intelligente, ma lui è molto più intelligente”.
“Sarò il premier di tutti, voglio contribuire a unire i Paesi Bassi”,
dice Schoof, figura ‘super partes’ e indipendente, parlando anche ai quattro partiti di governo, la cui concordia va sperimentata. Entro fine giugno – Schoof scommette entro il 26, quando un vertice europeo dovrà indicare i nuovi leader dell’Unione europea –, saranno definiti il nuovo esecutivo e un programma di coalizione che prevede fin da ora uno strappo con Bruxelles sulla politica di migrazione.
Il sogno del leader del Partito per la Libertà (PVV) Geert Wilders di diventare premier, dopo il trionfo elettorale di novembre 2023, era tramontato a marzo. L’intesa di governo, rimasta nel limbo per sei mesi, è stata trovata il 15 maggio. I negoziati per scegliere a chi affidare la guida del Paese hanno preso altre due settimane.
La roulette dei nomi alla fine s’è fermata su quello di Schoof, 67 anni, origini cattoliche – è l’ultimo di sette fratelli -, un passato ormai superato tra i laburisti, ora ai vertici del Ministero della Giustizia. Il primo a rivendicarne la scelta è Wilders, “felice e orgoglioso” di un candidato che, dal suo punto di vista,
“ha una buona esperienza sui temi giusti ed è al di sopra dei partiti”;
e che mette d’accordo anche i liberali di destra del Partito Popolare per la Libertà e la Democrazia (Vvd) del premier uscente Rutte, ora guidati da Dilan Yesilgoz, i centristi del Nuovo Contratto Sociale (Nsc) di Pieter Omtzigt e il Movimento Civico-Contadino (Bbb) di Caroline van der Plas.
I “temi giusti”, nel programma già concordato dalla coalizione di governo e definito da Schoof “eccellente per tutti gli olandesi”, puntano a una stretta sui migranti, con la richiesta di una deroga (opt-out) sulle politiche d’asilo dell’Unione europea. Ma il nuovo premier dovrà anche gestire le fughe in avanti prevedibili di Wilders.
- Scritto il 3 giugno 2024 per The Whatcher Post, https://www.giampierogramaglia.eu/2024/06/03/europa-elezioni-uk-nl-ue/. ↩︎
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