Non ci serve un partito nuovo ma uno “s-partito” con il trattino, in cui prendono forma idee e analisi che stiano dentro il 21esimo secolo e che sappiamo leggere l’innovazione e il cambiamento che c’è. Questa in estrema sintesi è il motivo per cui è nato più di un anno fa Piano B, che dopo un tour a tappe in giro per l’Italia per lanciare la propria iniziativa, ha presentato le sue idee e i suoi strumenti Sabato a Roma, al Palazzo per la Cooperazione, poche ore prima della Manifestazione per l’Europa di Piazza del Popolo.
L’idea intorno a cui si è svolta la manifestazione è che l’innovazione senza dialogo, senza reti e senza legami non esiste, esattamente come non può esistere un’individuo da solo.
Per il gruppo di Piano B serve rilanciare il ruolo della società civile, in rete naturalmente, puntando a rimettere al centro del discorso pubblico la partecipazione. Ma con una premessa: il mondo della società civile genera idee e partecipazione che sono necessarie alla politica ma che sono lontane dalle dinamiche dei partiti, che a loro volta sono un’altra cosa dalla società civile.
I fatti degli ultimi giorni, la manifestazione di sabato, la vicenda surreale della Tesla dei coniugi Fratoianni, la debolezza del partito democratico e la competizione senza esclusione di colpi tra Salvini e Meloni mostra ancora una volta che la politica senza le idee non esiste, così come non esistono i partiti senza la politica, e senza l’impianto narrativo necessario a cercare il consenso nella società. Oggi vince chi fa politica, non più chi si limita alla buona amministrazione. Ai partiti manca l’ideologia e servono idee nuove.
Le idee nuove però ci sono, e ci sono anche energie straordinarie che sarebbero utilissime alle politica. Eppure mai come oggi i due mondi non sembrano capaci di incontrarsi. Società civile e politica restano due cose diverse e distinte: la politica ha bisogno di visioni e di ideologie la società civile no. Per chi è nato nel ‘900 e nell’era dei partiti di massa e ha visto l’evoluzione della politica nell’età del digitale il mondo della società civile è una suggestione affascinante, dove nascono e si confrontano analisi idee ed energie nuove, utilissime per leggere il mondo del digitale e della tecnologia e per interpretare la grande fase di transizione verso la nuova geopolitica mondiale.
Il riferimento alla società civile, alla partecipazione e alla cittadinanza attiva è una costante dei partiti di oggi, post ideologici e ridotti alla pura amministrazione di quello che c’è, senza visione e senza piattaforma. La politica dei partiti ha bisogno invece di visione e di un racconto capace di generare consenso, in altri termini ha bisogno di una ideologia, che non è una parolaccia, ma una componente costitutiva di un partito politico. Pensare alla società civile come ha fatto la politica negli ultimi anni ne riduce le potenzialità a liste elettorali più o meno popolari e con il fiato corto.
Abbiamo seguito il progetto fin dai tempi della sua prima presentazione a Rimini, ne abbiamo scritto e parlato più volte, sempre apprezzandone la qualità degli interventi, alla generosità e la competenza delle persone che lo hanno animato. All’evento di sabato a Roma abbiamo sentito contenuti di grande qualità e una nuova tensione politica in alcuni interventi che potrebbe portare ad una evoluzione interessante per un mondo che da anni pensa e organizza partecipazione, secondo uno schema semplice e tutto sommato efficace che tiene assieme società civile e politica. A caldo si può dire è che le idee ci sono, la costruzione della piattaforma è a buon punto, ma manca il soggetto politico che riesca a raccogliere le idee e a costruire una narrazione efficace. In tempi caratterizzati da leader apprendisti influencer spesso maldestri e poco adatti a gestire sovraesposizioni mediatiche, e di partiti in difficoltà nel leggere l’innovazione e dare risposte al cambiamento avere idee e visione non è cosa di poco conto. Per quanto riguarda la politica, il contesto oggi sembra favorevole ad avviare una fase nuova.
Alla politica serve davvero uno spartito corale che tenga assieme un pensiero ed un linguaggio nuovo, autorevole e visionario. Serve ai cittadini e al sistema paese. Soprattutto pensando al futuro prossimo e venturo.
Gli antichi romani avevano ben chiara la differenza tra politica e amministrazione, tra l a civitas e l’urbs. La civitas era la città delle persone e dei diritti, l’urbs quella delle cose che servivano alle persone, i pinti le strade le case gli edifici di culto o i mercati. L’urbs era pensata come strumento della civitas, non viceversa. Poi certo senza una buona amministrazione la politica resta nel mondo delle idee. Ma se si perde di vista l’idea della civitas, allora si confonde il mezzo con il fine. E da questo punto di vista ai partiti servono oggi spartiti nuovi che stanno nel contemporaneo.
Di seguito il link https://www.pianob-unospartitoperlitalia.it dove si possono trovare i documenti elaborati. Piano B, uno spartito per l’Italia è anche un libro, edito da Donzelli: https://www.donzelli.it/libro/9788855225595
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