Riflessione breve sulle modalità di rappresentare il congedo dai nostri cari che ci lasciano. Sarebbe naturalmente un paese senza libertà quello che volesse uniformare i funerali, con omelie uguali da Stato etico ed estetico.
Ma nella disuguaglianza, alcune vicende appaiono oggi ancora più disuguali. Pur con il naturale contenuto doloroso per famigliari e amici, per esempio la rappresentazione funebre che – soprattutto a Roma – riguarda i rappresentanti più simbolici del mondo dello spettacolo e della comunicazione. Tanto che Aldo Grasso parla di funerali che sono un continuum con i programmi televisivi dell’estinto e Francesco Merlo li racconta addirittura come “funerali felici”.
Sette milioni i telespettatori per il funerale di Maurizio Costanzo, due in più del capodanno televisivo di Amadeus, cinque in più della prima della Scala.
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