Il Caldara è un’associazione culturale milanese nata da poco, ospita dibattiti, elabora proposte e studi sull’amministrazione della città, come il papeer sulla M4 che da Linate arriverà a San Siro, o sull’area dello stadio e i destini del “tempio del calcio”.
Giovedì al Caldara era atteso l’assessore all’urbanistica Giancarlo Tancredi per la presentazione del suo ultimo libro sullo sviluppo ‘Next Milano 2015-2030 urban regeneration’, seconda tappa di una riflessione sul modello Milano inaugurato da Lucia Tozzi (Ne abbiamo parlato in tempi non sospetti qui convinti che il tema fosse molto interessante). Tancredi ha declinato l’invito, creando forse suo malgrado, un caso di cui si è parlato molto in questi giorni tra gli addetti ai lavori della Milano che conta.
Complice il clima teso che da inizio anno segna i rapporti tra la magistratura milanese e l’amministrazione comunale, l’assessore ha preferito sottrarsi al confronto sulle tesi che sostiene nel suo libro.
Una pezza che è peggio del buco, viste le polemiche e il nervosismo diffuso, ma che rimette al centro del discorso il tema sempre di moda del rapporto tra pa politica, l’amministrazione l’economia e le persone. Un rapporto che diventa complesso in particolare quando si discute di modelli di sviluppo e di rigenerazione urbana.
Cosa è successo a Milano in queste prime settimane del 2024?
In breve i fatti recenti. La magistratura ha aperto negli ultimi mesi fascicoli e inchieste su alcune operazioni edilizie, ultima quella di qualche giorno fa per “lottizzazione abusiva” sul progetto BoscoNavigli nella zona di San Cristoforo, firmato dall’Archi Star Stefano Boeri. Ad inizio febbraio si chiudono le indagini per “plurime violazioni della legge statale in materia edilizia e urbanistica” sulla ristrutturazione di due torri nella periferia di Crescenzago, rinviando a giudizio i costruttori e alcuni funzionari del comune. Subito dopo la vicenda 140 funzionari e dirigenti del Comune scrivono al Sindaco per chiedere di cambiare incarico e funzione e Sala promette che il Comune metterà a disposizione la sua Avvocatura ed anticiperà le spese per la difesa.
Ironia della sorte vuole poi che gli immobiliaristi di Assimpredil-Ance decidano di ritirarsi dal tavolo tecnico voluto dall’amministrazione proprio per rivedere le regole per l’edificazione e preparare il nuovo PGT. Il comune si trova in una situazione a dir poco curiosa: da un lato la magistratura che indaga sui rapporti con i costruttori, dall’altra i costruttori stessi che abbandonano i tavoli in polemica con l’eccesso di regole e di vincoli.
PENDOLARE NON MOLLARE
Detto questo, Milano resta comunque la città più vitale ed attrattiva d’Italia. Come tutte le altre grandi città europee cresce in ricchezza e disuguaglianza, secondo il modello che negli ultimi trent’anni ha dominato in tutti il mondo ricco, non solo a Milano.
Secondo il censimento 2011 ci sono 368.000 persone che entrano ogni giorno a Milano per lavoro, numero che si raddoppia considerando la città metropolitana. Oggi si stima che i pendolari siano addirittura raddoppiati e che l’area di influenza di Milano comprenda stabilmente tutto il nord Ovest e parte dell’Emilia. Milano è la città dove italiana dove si fanno più bambini dopo Napoli e la meta preferita di immigrati italiani e stranieri e di turisti di tutto il mondo.
Milano città concentra oltre 300mila imprese che danno lavoro a 1,5 milioni di addetti e che nel 2020 hanno prodotto 151 miliardi di valore aggiunto e 39,7 miliardi di euro di export. Sulla base di questi numeri, Milano rappresenta il 10% del totale dell’economia del Paese.
A Milano si concentra l’attenzione degli investitori immobiliari di tutto il paese, un mercato straordinario che ovviamente genera investimenti e lavoro. Milano è la città più cara d’Italia, con un valore immobiliare medio di 4.950 euro a metro quadro ed una forchetta tra i 2700 euro di e i 10.000 (diecimila!) Euro di Brera o Napoleone. E nella corsa al rialzo del mercato immobiliare ormai ogni angolo della città viene riqualificato e gentryficato, Barona oggi può costare fino a 4200 euro al metro, il residenziale a Sesto vale in media 2.914 Euro al metro quadro, l’11% in più rispetto a Gennaio 2023.
A Milano il mercato immobiliare mantiene un grande appeal, ma i milanesi cominciano a fare i conti con i prezzi e gli affitti in costante crescita, un fenomeno che rischia di escludere giovani, talenti e studenti che non riescono a fare fronte al caro vita.
Il movimento dei “tèndini” gli studenti in tenda davanti alle università per protestare contro il caro affitti non a caso nasce a Milan e la prima portavoce è la bergamasca Ilaria Lamera che reclama non tanto il diritto alla casa quanto il diritto alla città, a uscire di casa e provarci. La Lamera vincerà anche l’ambrogino d’oro per questo.
CRECERE CRESCERE CRESCERE
Cosa sta capitando quindi nella città della Madonnina? Al di la delle vicende giudiziarie, la nostra sensazione è che sia entrando in crisi un modello tutto basato e centrato sulla crescita, a tutti i costi e a prescindere, in cui il pubblico garantisce lo svolgersi del mercato che cerca opportunità per crescere ma non riesce a gestire gli effetti di questa crescita.
Milano è cambiata, la trasformazione si sta compiendo ma abitare la città sembra essere diventato un lusso che sempre meno persone possono permettersi. Il modello della Milano performante e sempre operativa va oltre al mattone, è entrato nel DNA e nella cultura di una città che oggi è più ricca ed europea ma anche più disuguale e paradossalmente meno accessibile. Se di modello si può parlare, quello milanese è sorretto dal marketing e da una narrazione che in questi anni si è rivelata un ’arma potentissima nella costruzione dell’immagine della capitale morale del paese. Oggi però la narrazione non basta più. La città aperta dei Coworking sta scoprendo che la crescita non è per tutti e che non si può sempre crescere a ritmi cinesi. Lo si era intuito con la pandemia, lo si incomincia a capire oggi, non senza l’imbarazzo di chi scopre che il re in fondo è nudo.
PS
Milano è la città del fare, operosa ed infaticabile, concreta ed efficace a tutti i costi. Ambrogio è il santo protettore degli apicultori, delle api e delle start-up.
La leggenda vuole che un giorno Ambrogio infante si addormentò ed uno sciame di api entrò ed uscì a lungo dalla sua bocca aperta mentre dormiva nella sua culla in giardino, senza infastidirlo.
L’episodio è raffigurato in un altare della Basilica a lui dedicata a Milano.
Del resto il santo ebbe a dire che “la Chiesa è come un alveare in cui tutti i suoi membri cercano di acquisire solo il meglio ed evitare la superbia”.
Un alveare, appunto, come la città di cui è il santo patrono …
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