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Moldavia in cerca di un’ancora di salvezza, di Giulio Ferlazzo Ciano

Storica regione romena contesa tra sfere d’influenza, posta sull’istmo d’Europa e sulla faglia dove si incontrano (e scontrano) cultura latina e slava

“Storica regione romena contesa tra sfere d’influenza, posta sull’istmo d’Europa e sulla faglia dove si incontrano (e scontrano) cultura latina e slava” come recita l’occhiello, la tesi che sviluppa Giulio Ferlazzo Ciano  è che la “Moldavia [è] in cerca di un’ancora di salvezza”, e che questa ancora è rappresentata dall’adesione all’Unione europea. Il mini saggio si apre con una dettagliata ricostruzione storica nella quale Ferlazzo Ciano risponde a un lato ad alcuni interrogativi: Moldavia romana e terra romena? ovvero Cosa c’entra la Moldavia con la Romania?, dall’altro chiarisce le ragioni delle diverse denominazioni assunte nel paragrafo “Bessarabia e Moldavia, tra equivoci storico-toponomastici e dispute nazionali”. L’autore si avvicina poi ai giorni nostri analizzando  “Il problema della Transnistria”, la repubblica secessionista filorussa. Problema che l’autore  giudica “irrisolvibile” in quanto “Il modus vivendi stabilito all’indomani dell’accordo di pace, nel 1997, è stato chiaramente alterato con l’invasione russa dell’Ucraina”, unitamente ad un altro problema, quello de “L’identità romeno-moldava” che sul piano linguistico vede contrapporsi coloro che insistono volendo continuare ad imporre “l’uso dei caratteri cirillici per scrivere il romeno” praticato dal 1944 in epoca sovietica” considerando altresì “specialmente nelle aree rurali […] che l’identità moldava non si sia formata, come per i romeni, ai tempi della conquista romana della Dacia o per l’influenza culturale della Dacia romanizzata sulle popolazioni daciche limitrofe, ma per l’influenza linguistica daco-romana esercitata presso le popolazioni slave ritenute a torto già stanziate in età imperiale romana tra il Prut e il Nistro” e  i “loro concittadini che [invece] si identificano come romeni, producendo così una frattura nella società che si esprime, a livello politico, nella divisione tra partiti favorevoli all’Unirea con soluzioni gradualiste, filoeuropei (perché l’ingresso nell’Unione europea farebbe comunque cadere il confine con la Romania) e talvolta anche filoatlantisti, e partiti tendenzialmente filorussi e ostili all’Unirea, più favorevoli semmai a ricercare una soluzione concordata con Mosca per la Transnistria”.  Su queste basi, l’autore prosegue il saggio cercando di chiarire perché “Lo Stato (quasi) più povero d’Europa” che per lo più da quando è scoppiata la guerra in Ucraina corre “Rischi per la [propria] sicurezza e […] integrità territoriale”, grazie alla “rivoluzione moralizzatrice di Maia Sandu”, l’attuale presidente della Moldavia, trarrebbe un grande beneficio dall’adesione all’Unione europea augurandosi una “rapida adesione […], con possibilità concrete che l’ammissione all’Unione del piccolo Stato di lingua romena arrivi prima di quella di altri Paesi dell’Europa orientale”, pur permanendo  “incognite… legate, naturalmente, alla tenuta dell’attuale maggioranza di governo”.


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