NAPOLI A PARIGI

Capolavori napoletani e anima carnale a Parigi: le Louvre invite le musée de Capodimonte


MICHELA AURORA D’ECCLESIIS
studiosa di Storia dell’Arte applicata alle collezioni e Museologia collaboratrice della Fondazione Cusani ONLUS per il tirocinio giornalistico

Per interrogarsi criticamente su cosa sta avvenendo nel museo più importante del mondo e sulle sue implicazioni con Napoli, è necessario partire da un postulato fondante: “Naples à Paris: le Louvre invite le musée de Capodimonte” non è solo una mostra inedita nella forma e nel contenuto ma è un evento di diplomazia culturale che trova nei capolavori napoletani i suoi ambasciatori eminenti.

Il 6 giugno, i curatori della mostra, il Direttore Sylvain Bellenger per il Museo e Real Bosco di Capodimonte e Sébastien Allard per il Museo del Louvre, in qualità di Direttore del Dipartimento di Pittura dello stesso, hanno accolto i protagonisti dell’informazione francesi e italiani per riflettere su questo incontro amicale e savant, al fine di promuoverlo all’esterno.

Gli invitati alla conferenza stampa hanno potuto visitare in anteprima la mostra e fruire dei luoghi rappresentativi del Museo del Louvre, solitamente gremiti di visitatori.

Le parole dei curatori, durante la conferenza del 6 giugno e nei successivi incontri nell’auditorium Michel Laclotte al Louvre, sottolineano come entrambe le collezioni di Pittura italiana condividano una natura enciclopedica e siano accomunate da una pagina di storia del collezionismo e dei musei.

In forza di queste premesse, negli spazi parigini del Louvre si è materializzata, per completamento e complementarietà, una collezione effimera ed irripetibile della Pittura italiana.

Tale discorso si radica fattualmente nel percorso museografico, ossia nella disposizione e negli sposalizi tra le opere parigine e le opere napoletane.

L’esposizione si articola in 3 sezioni tematiche:“Chefs-d’oeuvre de la peinture italienne”, “Des Farnese aux Bourbons: Histoire d’une collection” e “Cartons italiens de la Renaissance 1500-1550”einteressa 2 piani e 5 sale: il Salon carré, la Grande Galerie e la Salle Rosa nell’ala Denon; la Salle de la Chapelle e la Salle de l’Horloge nell’ala Sully.

Per la sezione “Chefs-d’oeuvre de la peinture italienne” si comincia dalla Sala 708, ossia dall’emblematico Salon carré dove è avvenuta la conferenza stampa e che custodisce ancora il primigenio ricordo dell’Ancien Regime. In questo spazio, dalla collezione di Capodimonte, sono esposte tre tavole su fondo oro di Masolino e Masaccio, quest’ultimo “il grande assente nella collezione del Louvre” ci dice Sébastien Allard.

Al lato sinistro dell’entrata nella Grande Galerie, giganteggia lo striscione di presentazione della mostra, scritto in francese, inglese e italiano, su colore borgogna (vedi foto).

Quest’ultimo è il colore che caratterizza tutti gli elementi museografici e di mediazione pertinenti alle opere provenienti da Napoli, come i cartellini e i testi di sala. Il color borgogna diventa, dunque, un invito per lo sguardo ed un escamotage per sollecitare a proseguire nella Grande Galerie, che non viene sempre percorsa interamente a causa dell’attrattivo passaggio di svolta sulla destra che conduce il pubblico alla “Gioconda”.

Difatti, la visita continua nella Grande Galerie e segue la narrazione cronologico-geografica che ritma la disposizione tradizionale dei dipinti dell’Arte italiana, conservati e adorati a Parigi. Per i curatori il punto focale della mostra è all’altezza della tribuna della Grande Galerie: La sensuale Danae di Tiziano, i ritratti dell’enigmatica Antea e di Galeazzo Sanvitale in parata, dipinti da Parmigianino, dialogano con la Venere del Correggio, l’autoritratto con amico e il ritratto di Baldassarre de Castiglione di Raffaello, opere di Capodimonte e del Louvre che sono complici nella forma e nel carattere.

Questo dialogo giunge al pubblico che si sta dimostrando sensibile, come testimoniano i capannelli di visitatori fermi ad ammirare le opere esposte grazie alla mostra, nei giorni successivi all’inaugurazione ufficiale, avvenuta in presenza dei Presidenti della Repubblica Macron e Mattarella.

A giusta ragione, si dice che “Naples à Paris” abbia un carattere di ardita sperimentazione poiché non solo sposta un’intera collezione, fondendola idealmente con quella del museo ospitante, ma spinge verso una sinergia museografica che mette a confronto due approcci distinti, quello italiano e quello francese, giungendo ad una contaminazione, ad “un progetto d’unione di respiro europeo” come ha detto Sylvain Bellenger, che promette di rileggere la storia della pittura italiana.

Ma la mostra va anche oltre, poiché grazie alla presenza del “Vesuvius” di Wharol, esposto nella Sala 600 che alberga la sezione “Des Farnese aux Bourbons: Histoire d’une collection” nel contesto del vedutismo di Napoli, l’orizzonte temporale di distende fino all’età contemporanea, richiamando nel sotto testo il progetto di ampliamento del Museo e Real Bosco di Capodimonte, in virtù dell’importante donazione della collezionista Lia Rumma e dell’archivio fotografico di Mimmo Jodice, che accresce l’impegno per il contemporaneo, iniziato da Raffaello Causa.

In sintesi, il Museo di Capodimonte, invitato in un questo pas de deux ha ottenuto il meritato riconoscimento e la conseguente visibilità, in forza del valore e dell’unicità di una collezione che si può definire enciclopedica, in quanto capace di ripercorre nella sua interezza la pittura italiana e le sue ramificazioni in scuole.

Il Louvre realizza il completamento della sua collezione, a riguardo delle opere mancanti o sottorappresentate, come nel caso citato di Masaccio e Giovanni Bellini, inoltre, una nuova luce risplende sullo storytelling della collezione francese, che potrà rivalutare storiograficamente le proprie opere del Barocco e recepire le ricadute museografiche di una mostra che promette di essere la più innovativa del secolo, per dimensioni e slancio.

Attorno alla mostra

Per l’occasione, sono state editate due pubblicazioni principali. In primis, il catalogo della mostra: pulito, pertinente e con spunti letterari importanti, aprendosi proprio con una citazione di Stendhal tratta dal suo diario di viaggi “Rome, Naples et Florence” (1826): “Le royaume de Naples se réduit à cette ville, la seule d’Italie qui ait le bruit et le ton d’une capitale” (trad. “Il regno di Napoli si riduce a questa città, la sola in Italia che abbia il mormorio e il tono di una capitale”)

A seguire, si attende la pubblicazione di una raccolta fotografica che assicura di essere una meta-opera, intitolata “Capodimonte au Louvre” con le intense fotografie di Robert Polidori.

Inoltre, la stagione napoletana aperta a Parigi gode di programma composito e pensato per più tipi di pubblico, frutto di un lavoro corale tra gli esponenti dell’universo culturale dei due paesi. In effetti, l’eccezionalità della mostra ha determinato l’organizzazione di un primo festival a cielo aperto, “Les étés du Louvre”che comprende conferenze ed eventi teatrali, cinematografici e musicali.

Per il teatro, segnaliamo lo spettacolo“Eduardo de Filippo ou les fantômes de Naples”, dal mercoledì 28 giugno al lunedì 3 luglio, nella Grande Galerie e la Cour Lefuel.

Per la musica, è significativo l’incontro tra contemporaneo e classico con il DJ set dei Nu Genea Live Band del 20 luglio sotto la Piramide, e gli importanti concerti di musica classica previsti dal ciclo “Naples en musique”, che vede nell’auditorium Michel Laclotte il susseguirsi de “La Giuditta”, “Alla Napoletana”, “Stabat Mater”, “Don Quichotte” e “Il Mitridate”.

Le attività all’aperto includono l’evento “Cinéma Paradiso Louvre”, ossia la proiezione di grandi classici del cinema nella Cour Carrée del Louvre, che echeggiano Napoli e l’Italia con proiezioni come “Plein Soleil” (1960) di René Clément e lo spettacolo di marionette “De Pulcinella à Polichinelle” nei Jardin des Tuileries, sotto l’egida di Bruno Leone.

Ad affiancare il programma culturale, per promuovere la mostra e gli eventi ad essa collegati e per divulgare la conoscenza delle opere di maggior pregio è stata sviluppata un’articolata strategia di mediazione e pubblicitaria che comprende anche un ricco merchandising e un’ampia campagna attraverso i social media.

Per consultare l’intero programma: https://www.louvre.fr/en-ce-moment/expositions/naples-a-paris


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