A Milano anche Greta Thunberg con la kefiah sulle spalle.
Tutta Italia scende in piazza per il “No Meloni Day”. Dopo le manifestazioni pro-Pal, i collettivi universitari lanciano una giornata di mobilitazioni contro le politiche del governo italiano. Ad alimentare l’agitazione nazionale sono temi quali “repressione del dissenso, appoggio a Israele, introduzione del ddl sicurezza, devastazione ambientale e tagli al diritto allo studio e all’abitare”.
Lo slogan principale della mobilitazione che ha attraversato il Paese, “Ora decidiamo noi“, ha risuonato da Nord a Sud, unendo studenti e attivisti nella richiesta di un cambio di rotta radicale nelle politiche governative.
La data della protesta, venerdì 11 ottobre, non è casuale, ma è stata scelta appositamente per coincidere con lo sciopero internazionale di Fridays for Future. La giustizia climatica non può rimanere ai margini del dibattito politico e non va pensata in maniera isolata: “Se come attivista per il clima non si lotta anche per la liberazione della Palestina e per la fine del colonialismo e dell’oppressione in tutto il mondo allora non ci si può definire attivista per il clima”, ha evidenziato Greta Thunberg a Milano conla kefiah sulle spalle. “Il silenzio è complicità – ha aggiunto – non si può essere neutrali in un genocidio”. Accanto al tema dell’ambiente e della guerra, emerge in modo deciso anche quello dell’istruzione.
Il messaggio della mobilitazione è chiaro: il governo Meloni ha ignorato le richieste di una vera riforma dell’istruzione e del diritto allo studio. A tal proposito, in una nota congiunta, i promotori del “No Meloni Day” hanno dichiarato: “Abbiamo chiesto a questo nuovo Governo di abbandonare la retorica della meritocrazia e di ragionare su un chiaro e netto investimento sul futuro dell’istruzione in questo Paese. A oggi, invece, tutto ciò che abbiamo ricevuto sono state silenzio e manganellate. Nessuno parla di scuola e università nella legge di bilancio ormai alle porte. Questo governo ha un solo merito: quello di non averne nessuno“.
Ovviamente, il coinvolgimento di associazioni come Libera e Non una di meno ha allargato il focus della protesta, unendo la lotta studentesca a battaglie più ampie.
Il “No Meloni Day” rappresenta dunque una risposta forte e organizzata da parte della società civile, in particolare dei giovani, che chiede con urgenza un cambiamento nelle politiche educative e sociali del governo. Con la legge di bilancio alle porte, la manifestazione si pone come un chiaro messaggio al governo Meloni: la voce degli studenti non può essere ignorata.
La protesta di venerdì segna solo l’inizio di una mobilitazione che promette di continuare, se le risposte attese non arriveranno, e dimostra come le nuove generazioni non sono più disposte a rimanere in silenzio.
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