Diceva Totò: è la somma che fa il totale e con questa frase metteva a tacere l’impavido avventore che pensava di averla fatta franca!
Questo è solo un modo per introdurre l’argomento trattato nella mostra: “56 Multe” inaugurata lo scorso 20 novembre presso lo Studio Indipendente di viale Manzoni, 85 a Roma.
Entrando in galleria si aveva l’impressione di cercare qualcosa che definisse artistica quella mostra; infatti, le pareti erano tappezzate da fogli rispondenti a multe che il povero signor Euro Cacchiarelli sessantaquattrenne agricoltore di Sambucheto di Montecassiano ha beccato durante la sua vita.
La causa di queste multe è da riscontrarsi in un autovelox che, ahimè, spesso egli incontrava sul suo percorso quotidiano; multe comunque non pagate in quanto quell’autovelox era irregolare.
Un perseguitato, un “multato dell’arte” sì perché alla fine il signor Euro ha pensato di tradurre in arte queste sue disavventure. L’esposizione era composta da tanti verbali di multe regolarmente registrati e conservati con cura a mo’ di reliquia a dimostrazione del disagio subito dal povero contadino malcapitato.
Ed allora perché no? Se l’arte è anche protesta e ribellione contro violenze ed abusi, forse una mostra con tanto di pubblico, video maker e critici d’arte, può arrivare laddove la legge ha i suoi limiti e addirittura superare gli ostacoli burocratici che si interpongono tra il cittadino e le regole.
In fondo non sarebbe la prima volta che un’esposizione riesce ad ottenere risultati insperati; la complessa macchina dell’arte è costellata di episodi dal sapore vagamente artistico e non, ma che, in qualche modo, hanno toccato punti nevralgici e suscitato così l’attenzione di un pubblico che ha saputo cogliere l’intenzione semplicemente provocatoria di una mostra accettandola senza soppesarne il reale valore artistico. Ad esempio, è qui opportuno citare qualche artista come Cattelan che ha esposto, oltre alla fatidica banana appiccicata ad una parete con lo scotch (Comedian) ha appeso letteralmente al soffitto del Battistero del Duomo di Cremona un coccodrillo bianco di oltre tre metri (Ego).
Al di là delle considerazioni personali e le spiegazioni dell’artista lascio ad ognuno formulare il proprio pensiero!
Ovviamente una tale performance ha suscitato disapprovazione da parte del pubblico, ma come ogni opera, anche questa ha acceso un dibattito; non per niente Picasso ci ha insegnato che ci sono tante facce di una stessa cosa basta seguirne l’andamento.
Noi auguriamo al signor Cacchiarelli di risolvere al più presto, grazie a questa sua performance, i suoi problemi di natura diversa, burocratica che, apparentemente, non hanno molto in comune con l’arte.
Ma “il fine giustifica i mezzi” diceva Machiavelli!
La morale? Riferendoci di nuovo al caro Totò: è inutile che ci si illude, il pensiero è libero, pertanto, si può immaginare quello che si vuole, tutto e il contrario di tutto, ma alla fine, la realtà viene fuori e da ciò non si può prescindere.
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