OIKONOMIA

La rinnovata nascita
Nacque una volta un re!

Siamo in prossimità del Natale, il mondo cattolico si appresta a festeggiare una nuova oikonomia. Ma che Natale sarà quest’anno con due guerre in atto ed un pianeta in rivoluzione che cerca il suo nuovo punto di gravità permanente? Una società consumistica come la nostra non può permettersi di fermarsi, nemmeno di fronte a sciagure simili, anzi, finge di non vedere, si volta dall’altra parte giustificando questo suo atteggiamento con l’impotenza di fronte a intrighi che giudica senza soluzione.

Facile uscirsene così per il “rotto della cuffia” di fronte a situazioni disumane lasciando che migliaia di persone muoiono senza colpa. Donne, bambini, anziani e non ultimi giovani soldati mandati al macello senza alcuna preparazione bellica e quel che è più grave, senza spirito patrio che, ormai, a differenza del passato, oggi per le nuove generazioni non ha più senso. Indifferenza e cinismo questa è l’eredità che ci ha lasciato il secolo passato con l’avvento anche dei mass media che ci hanno abituati ad assistere a scene terribili mentre siamo a pranzo o a cena, così da farci bere insieme al vino una piccola quantità di “cicuta giornaliera”, quasi un talismano per raggiungere l’atarassia in modo da contemplare il mondo senza esserne soggiogati.

Homo homini lupus, diceva Hobbes, lo stato di natura da lui acclamato, ovvero la libertà di ogni uomo di disporre del proprio potere per ottenere scopi personali, soggiogato dall’egoismo, rende l’uomo partecipe di tragedie a discapito del proprio simile.

Quando Eduardo, nella commedia “Napoli milionaria”, tornò nel 1945 dalla guerra, si trovò in una casa, la sua, non più riconoscibile per i cambiamenti subiti dalla sua famiglia in seguito all’evento bellico. Egli si rese conto che la guerra non era finita, anzi, la tragedia umana era ancora in atto e così coniò la sua famosa frase “Adda passà ‘a nuttata”. Questa frase divenne il grido di speranza per tutta l’Italia, un anelito di libertà per coloro che avevano bisogno di investire su sé stessi per rinascere e superare le avversità e i disagi del dopoguerra e della ricostruzione.

Il teatro come sempre, non trascura mai la realtà, esso la sublima ad ogni costo, ne segue pedissequamente le vicende nel loro divenire. Eduardo in una sua intervista affermò che fare teatro significava non avvertire nessuna differenza nell’oltrepassare la soglia di entrata e di uscita dallo stesso, solo così davvero si creava arte!

Tornando alla guerra: fenomeno sociale che trova la sua espressione massima nella violenza, oppure antropologicamente parlando, l’istinto di sopravvivenza, per la preservazione del proprio pezzo di terra, ma ne esistono tanti tipi, la più terribile è la guerra intima e personale che ognuno di noi combatte con se stesso, sospeso tra la voglia di vivere la vita in maniera naturale e le leggi che noi stessi abbiamo creato a difesa dei nostri diritti. Tante le rappresentazioni e le performance riguardanti la guerra di qualsiasi tipo ed epoca; non importa il linguaggio usato, l’importante è denunciare, rendere vivo il dibattito.

Ricordo Alfred Jarry, precursore del teatro surrealista e del teatro dell’assurdo, che attraverso il suo “Ubu Re”, magistralmente interpretato, tra gli altri da Mario Scaccia, mette in evidenza la guerra, quella che ognuno di noi reca in sé, spesso frutto della sua fantasia e del suo egoismo.

All’inizio mi sono chiesta che Natale sarà, come lo vivremo? Di sicuro ognuno lo vivrà secondo coscienza, alcuni con gioia, altri con tristezza, ed altri ancora con benevolenza, scambiando la solidarietà con l’obolo che rende merito a coscienze manchevoli, altri rivolgendo un pensiero ai combattenti delle guerre.

Una cosa però ci accomuna e ci consola, nonostante il consumismo, l’omologazione e tutto ciò che inibisce i nostri sentimenti, la consapevolezza che finché esisterà un presepe fatto di casette di cartapesta e pastori di terracotta imbiancati da fiocchi di neve in una fredda e magica notte, nascerà un bambino, quel bambino che ci indicherà la stella da seguire per continuare il nostro cammino in un infinito ed eterno rinnovo.

Nacque una volta un Re
ed ancora tante volte nascerà!


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