La “passion economy”, mettendo insieme un po’ di Treccani, di Cambridge dictionary, di sentire comune di dottrina economico aziendale, è un modo di sviluppare un management che ha in sé uno scopo ed un “purpose” determinato e spiegabile che integra il sociale e l’economico-finanziario.
Alcune rappresentazioni operative:
-Andriani spa Società benefit (innovation food)incrementa il welfare del sistema con l’abbattimento delle emissioni di gas climaterante della propria produzione e produce alga spirulina in logica di economia circolare.
-Gesteco spa,una media azienda, sta contribuendo ad alcuni SDG’s tramite progetti agìti di salute e benessere(20 azioni aziendali),lavoro dignitoso e crescita economica(18 azioni),istruzione di qualità(14 azioni aziendali) ed altro ancora ,
-A2A con il 100 % dei rifiuti urbani raccolti ed avviati a recupero di materia ed energia,9 milioni di Km percorsi a emissioni zero,444 tonnellate di Co2 evitate,progetti educativi in iniziative culturali ed in azioni di sostegno alle comunità locali.
-Piccole imprese come l’artigiano Fortunale ,che produce una linea di maglieria ecologica e riciclabile(filati puri e biologici,colorando le fibre con tinture vegetali quali piante,fiori e radici con certificazione Igea Got e approvato da Wool Mark).
-la conceria Nuvolari Società Benefit srl con produzione di pellame biodegradabile,compostabile e metal free.
-Zurich Assicurazioni insieme ad Action Aid ha sviluppato azioni di recupero dei Neet-“Né-Né”(Not in Education, Employment or Training)tramite azioni di education gestite anche dai propri dipendenti.
-Medtronic ,con l’iniziativa Donne leader in Sanità, con una Masterclass di Design Thinking e Agile per valorizzare i talenti e l’unicità dei dipendenti,Everel Group con la promozione delle eccellenze delle comunità locali ed incubatore.
-Deloitte pone al centro della sua gestione l’azione Talent Experience che alimenta l’impegno quotidiano verso dipendenti perché possano essere piene di energia, sicure e consapevoli in tutti gli aspetti della loro vita.
Perché la passione non è tutto, ma, senza di lei, non vai lontano nel business tradizionale e sociale.
La definzione di “passion economy” avvalora questa tesi; è il titolo del libro The Passion Economy di Adam Davidson (2020), uno scrittore del New Yorker staff e cofondatore del Planet Money podcast della National Public Radio.
Un altro riferimento è il filosofo economista William MacAskill con il libro “Doing good BETTER”(2016);è’ stato uno dei fondatori del gruppo Giving What We Can, nato a Oxford nel 2009. I membri hanno promesso di devolvere almeno il 10% dei loro guadagni agli enti di beneficenza
Nella vita di tutti i giorni, la passione è sentimento intenso e violento (per lo più di attrazione o repulsione verso un oggetto o una persona); ha una sua valenza sensuale e di grande fascino;è una inclinazione vivissima, forte interesse, trasporto per qualche cosa.
Non è residuale e non è solo la “gig economy” , il modello”Uber for X”,il mettere a reddito l’hobbistica,ma è una via importante ,decisiva e spesso sostanziale per il sistema economico finanziario.
E’ un modo di combinare l’intangibile e il tangibile,sentimento e hardware economico. E’ un modo di essere:creativi con uno scopo preciso,motivati a costruire imprese sociali.
Specialmente nel settore dei servizi si sviluppa la passione e l’empatia per cui si offrono prodotti e servizi che sono “prodotti e servizi aumentati” :concretezza delle attività e dei prodotti con il valore aggiunto e “il vantaggio percepito” dell’orientamento alla soddisfazione del fruitore e del cliente compratore
Il volontariato per esempio,se professionalizzato e organizzato ,in logica di imprenditorialità sociale,in connubio con la struttura portante dell’impresa sociale profit e non profit ,crea strutture economiche significative della “passion economy” E’ un incubatore!:
1-la loro formula gestionale ha una fase iniziale creativa e sfidante,innovativa e scoutistica(trova i bisogni della società negli anfratti e negli interstizi perché agisce in prossimità con essi).E’ appassionata e calligrafica.
2-Nutre la stessa passione per alimentare la continuità gestionale.
3- Integra in modo bilanciato,la passione dell’utilità degli stakeholders e la passione dell’interesse dei soggetti economici- shareholders.
4-Condivide l’intenzionalità del “purpose” connotando la passione con un orientamento positivo “Ambientale, Sociale e di Governance(ESG)” sia del management e dei dipendenti sia della strategia deliberata. Spiegare e dimostrare con i numeri l’impatto generato.
5-Sviluppa il know how che il volontariato crea ,in primis, in modo gratuito,”farsi le ossa “ in strutture che non ti chiedono un margine di contribuzione,e poi fare il salto nella impresa sociale orientata al mercato.
6-Si può ipotizzare anche un veicolo iniziale molto usato come una “startup innovativa a vocazione sociale” (anche denominata “SIAVS”).Essa agisce in settori sociali(per es.assistenza sociale e sanitaria,educazione e formazione,tutela dell’ambiente ,tutela del patrimonio culturale,turismo sociale;università,formazione per fasce deboli.
7-confrontando due imprese sociali non profit è molto meglio quella che riesce a raggiungere gli stessi risultati sociali con minori costi.Evidente e certo,ma non percepito.
L’altruismo efficace è anche “come fare il bene “con il denaro e il tempo a disposizione: così afferma il “guru” MacAskill.
SEGNALIAMO