Si narra che, per affermare la propria gentile presenza, gli angeli affidino, talvolta, a un essere umano la loro voce meravigliosa, scegliendo casualmente una persona in un posto del mondo L’ultima volta la scelta cadde su una tranquilla città dell’Emilia, Modena, dove il canto è di casa, almeno quanto il buon cibo, l’ottimo vino e l’andare a piedi o in bicicletta.
Forse gli angeli erano stati colpiti da un canto ispirato alla antica torre campanaria, assurta a simbolo della città, che i modenesi hanno ribattezzato affettuosamente LA GHIRLANDINA. In quel coro si stagliava la voce di un ragazzo, venuto al mondo il 12 ottobre del 1935, che sarebbe diventato il più grande tenore.
Si chiamava Luciano. Luciano Pavarotti.
Era nato da una tipica coppia modenese, dal papà Fernando e da mamma Adele Venturi. Cinque anni dopo la nascita di Luciano nascerà la sorella Gabriella, che sarà sempre chiamata Lella.
Mamma Adele lavora alla manifattura tabacchi dove alle operaie è vietato allattare i figli perché il tabacco inquina il latte materno. Così Luciano viene ospitato in un baliatico, organizzato per le tabacchine. Ogni balia allatta tre bambini. Con Luciano c’è Mirella Freni, anche lei figlia di una tabacchina, che diventerà un grande soprano e partner di Luciano in una indimenticabile Bohème. «Tutto il latte se lo succhiava lui», dirà scherzosamente Mirella Freni.
E forse ha ragione perché Luciano, grazie al latte sottratto a Mirella, cresce forte e robusto, con un vero fisico di sportivo che esercita nel campetto della parrocchia vicino alla casa dove è nato in Via Bianchi Ferrari.
Papà Fernando fa il fornaio, lavora di notte, e ha la passione per il canto. Ha una bella voce da tenore.
Il modello sognato dal giovane Luciano è Beniamino Gigli, un vero divo del teatro operistico ma anche del cinema popolare. Un giorno che viene a cantare a Modena, Luciano riesce a spiarlo mentre fa i suoi esercizi vocali. Chiede al maestro cosa ha fatto per diventare un grande tenore. “Non smettere mai di studiare” è la risposta.
Luciano entra a far parte della Corale Rossini dove suo padre è tenore primo. Lì fa i primi passi che gli permettono di affermarsi come tenore professionista.
La sorella Lella ricorda come in famiglia si decise sulla carriera di Luciano.
Ora Luciano deve cercarsi un maestro. E lo trova in Ettore Campogalliani, un insegnante di grande prestigio. Ma Campogalliani sta nella lontana Mantova. Il giovane Pavarotti non si scoraggia, oramai è determinato. Insieme alla sorella di latte Mirella Freni che studia da soprano, affronterà ogni giorno il viaggio fino a Mantova.
E finalmente arriva il momento del debutto. E’ il 29 aprile del 1961: una data storica per la lirica italiana.
Il 1961 è un anno magico nella vita di Luciano che da alcuni anni è fidanzato con Adua Veroni. E dopo il debutto di Reggio Emilia che gli ha aperto le porte della carriera, arriva il momento del matrimonio. Adua diventerà una preziosa collaboratrice di Luciano e gli darà tre figlie: Lorenza, Giuliana e Cristina.
Qualche anno dopo, l’incontro fondamentale. Con quella che molti ritengono la più importante voce femminile del Novecento: Joan Sutherland, dalla quale Luciano apprende molto, anche in fatto di tecnica vocale e soprattutto di respirazione.
Negli anni settanta Luciano Pavarotti prende il volo. Diventa cittadino del mondo e porta il nome d’Italia dappertutto. Conquista non soltanto i più famosi teatri ma entra negli stadi. Le folle accorrono quando canta nei grandi spazi urbani come Hyde Park di Londra o il Central Park di New York. Ora è diventato l’italiano più famoso al mondo e il simbolo stesso dell’Italia. Ora, per tutti, è Big Luciano. L’America e New York sono ai suoi piedi. Nel Columbus Day del 1980 a New York nel giorno dell’orgoglio italiano, viene chiamato a sfilare a cavallo sulla Quinta strada come Grand Màrscial. Una cavalcata trionfale che culmina nell’abbraccio del presidente degli Stati Uniti, Jimmy Carter.
Siamo al momento trionfale della carriera di Luciano Pavarotti, al momento in cui raccoglie il massimo della popolarità al di là del pubblico della lirica. Siamo al primo concerto de I tre tenori, nella meravigliosa cornice di Caracalla a Roma. Un evento nato per il campionato del mondo di calcio del 1990 e che si ripeterà nelle edizioni successive a Los Angeles e Parigi. Con Pavarotti ci sono i suoi grandi colleghi Placido Domingo e José Carreras. Alla direzione il maestro Zubin Metha.
Del Pavarotti and friends, si fecero 10 edizioni, dal 1992 al 2003. La manifestazione aveva lo scopo di raccogliere fondi per cause benefiche in situazioni spesso dimenticate. L’idea era quella di far incontrare la musica lirica, rappresentata da Pavarotti, con i big degli altri generi musicali.
Al Pavarotti and Friends partecipò si può dire tutto il mondo musicale accanto a Pavarotti il quale riuscì a far passare l’idea che nella musica non ci sono frontiere né geografiche né stilistiche.
Il Pavarotti and Friends coincide con una nuova stagione sentimentale e famigliare. Luciano e Nicoletta Mantovani si innamorano e dal loro amore nasce Alice. La loro storia si conclude come tutte le stagioni felici, con il matrimonio, celebrato in forma solenne nel teatro comunale di Modena.
Caruso di Lucio Dalla dette l’occasione a Pavarotti per una svolta verso il pop. E’ una canzone, quasi una romanza, una canzone napoletana classica, che rende omaggio a Enrico Caruso, il grande predecessore di Pavarotti.
Già minato dalla malattia, apparirà in pubblico per l’ultima volta a Torino nel 2006, alla cerimonia inaugurale delle Olimpiadi invernali. Canta Nessun dorma, il brano che lo rese celebre in tutto il mondo.
Ai suoi funerali, a Modena, nella sua città e all’ombra della amata Ghirlandina, tutto il mondo renderà omaggio a questo grande italiano che seppe onorare il nostro Paese e l’Arte.
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