PER FEMINAM MORS

Sul lontano sfondo della miserevole vicenda che da oltre quindici giorni domina la comunicazione a noi circostante si agitano, silenziose ma ben presenti, migliaia di elaborazioni (di ogni livello) che accompagnano e caratterizzano da sempre il doloroso cammino della specie umana.

Ciò spiega in gran parte il perché della spasmodica attenzione che la comunicazione riserva a quanto è avvenuto, avviene e avverrà attorno a quel di Pompei.

Non capita tutti i giorni di incontrare un ambito comunicativo capace di estendersi senza difficoltà dalla più volgare chiacchiera da bar sino alle sommità della riflessione filosofica.

La questione del rapporto fra i generi, soprattutto se applicata alla gestione del potere e ai passaggi storici, è materia sulla quale ognuno (forse purtroppo) ritiene di avere competenza e punti di vista da esprimere.

Così un’intervista abilmente ottenuta può fare il 9% di audience o un colloquio telefonico con un ex marito carico di astio può diventare un fatto politico più volte citato.

E persino una intervista che salta all’ultimo momento può essere esaminata come se fosse un fatto effettivamente avvenuto.

Il cuore narrativo di tutto questo è uno stilema tanto diffuso quanto indimostrato e probabilmente indimostrabile.

Esso consiste nella diffusa convinzione che un maschio non sufficientemente ALFA possa fare delle assolute stupidaggini se si espone e se cade nelle grinfie (pur amorose) di una donna abile e determinata.

Ovviamente il primo maschio a guadagnarsi questa reputazione sarebbe stato Adamo, che avrebbe messo a rischio e perso tutto per non saper resistere alle richieste di una donna, che era peraltro l’unica disponibile in quel momento.

Una volta accettato. questo schema narrativo, che comunque non è così chiaramente descritto dai Testi Sacri, ha dimostrato una capacità diffusiva straordinaria.

Come dimenticare che il desiderio di riconquistare una donna sarebbe stata la causa di quella famosa guerra che infiniti addusse lutti agli Achei e, naturalmente, non soltanto a loro?

E come non cogliere la assonanza tra il racconto omerico e la vicenda di Wallis Simpson? Per amor suo il più potente sovrano del mondo avrebbe abdicato rinunciando al suo regno, al suo popolo e a un ruolo nella Storia.

Avrà, quella donna, avuto dei poteri. Avrà conosciuto dei segreti indicibili.

Era pure bruttina, aveva avuto (sembra) anche una storia con Galeazzo Ciano in quel di Singapore.

Poveri, poveri maschi ripetiamo scuotendo la testa mentre giriamo lo zucchero nel caffè.

Da sempre sarebbe nostro destino far delle scempiaggini in seguito alla vicinanza con una femmina dagli scopi segreti.

E, del resto, chi non ha un amico o un conoscente cui non sia capitata la stessa avventura del povero Gennaro Sangiuliano?

Che non abbia commesso degli errori spinto dalla passione amorosa e incapace di cogliere le vere aspettative dell’oggetto amato.

E così via, a schiovere.

È ben vero che, dall’altra parte, ci sono narrazioni che corrispondono invece completamente a un ben noto slogan femminile: “io ti salverò”.

Primeggia fra essi Iside che pazientemente ricompone il corpo di Osiride smembrato dal cattivo fratello Seth che ne ha anche disperso le parti.

Con una straordinaria operazione andrologica essa riuscirà ad accoppiarsi un’ultima volta con il suo amato e, di conseguenza, partorirà Horus che farà giustizia.

Il suo occhio decora ancora oggi le spalle tatuate di migliaia di persone.

E che dire allora della mitica Regina Madre che, mentre Hitler si prepara ad invadere la Gran Bretagna rifiuta di trasferirsi in Canada con le figlie e dichiara a Churchill “Le bambine stanno con la mamma, la Regina sta con il Re, il Re sta con il suo popolo”,

Perché, allora, non si dovrebbe sognare di incontrare una preziosa Iside invece di una pericolosa Eva?

Per sfuggire a questa pericolosa dimensione sognante sarebbe necessario riuscire ad accettare l’idea che la complementarietà maschio – femmina non si realizza caso per caso nei percorsi singoli ma è molto più generale e riguarda l’intero andamento storico della umana specie.

Ci potrebbe aiutare, in questo senso, riflettere sul cammino della Luna e su quello del Sole.

Si potrebbe così giungere alla evidenza che la Luna governa ferreamente tutti i processi biologici ma che gli stessi non sarebbero possibili e reali senza quella che noi chiamiamo luce e proviene dal Sole.

I miliardi di processi che ogni istante si attivano in questo quadro sono poi basati su una infinita serie di variabili che completamente sfuggono alla guida delle due Potenze che governano il cielo.

E, del resto, senza il Sole la Luna sarebbe un oscuro frammento di universo e senza la Luna il Sole illuminerebbe un’altra grande roccia e basta.

Agostino da Ippona, più noto come Sant’Agostino, ha sintetizzato con la potenza del suo pensiero questa complicata faccenda.

“Per feminam mors, per feminam vita” ha decretato raccogliendo forse qualche assioma precedente.

Sicuramente egli non pensava alla morte fisica, ma collegava piuttosto la funzione distruttiva di Eva con quella creatrice di Maria che, mettendo al mondo il Salvatore, aveva restituito un senso alla vita.

Rimane però il dubbio, conoscendo le sue “maschili prodezze” prima della profonda adesione religiosa che un pezzetto di quell’Agostino giovanile sia sopravvissuto anche nella maturità successiva.

E che, magari, la battuta gli sia venuta in mente non in un bar ma in una osteria, sempre con un gruppo di amici intenti a lamentarsi delle donne.


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