PESCE D’APRILE

IL CAVALIER SERPENTE

E invece è tutto vero

San Crisogono a Trastevere è una grande chiesa arcaica nei cui sotterranei si sgomitola tutto un groviglio di scale, pozzi, saloni e salette, muri di precedenti chiese con affreschi mezzo sbiaditi, scrostati mosaici romani, frammenti di colonne e sarcofagi vuoti.

Vuoti? Tutti tranne questo. Ci saranno dentro omeri e femori di almeno una dozzina di chissà quali morti. Proprio così: un mucchietto d’ossa buttate lì come in un bidone della spazzatura.

Fa un certo effetto, ma forse dovremmo prenderlo come un segno dell’insignificanza della vita nei tempi lunghi. E del fatto che prima o poi diventiamo tutti polvere (anzi, immondezza).

Al di là del fiume, a Sant’Agostino, ci imbattiamo in un Cristo, tutto il contrario del giovanottone nordico, biondo e muscoloso, che era l’iconografia del periodo.

Guardiamo questo, invece: bruno, bruttino, rachit

ichello e per niente maestoso, ma dolente, proprio come ce lo ha raccontato anni fa Pasolini nel suo Vangelo.

C’è da chiedersi come mai i committenti si siano accontentati di un’opera quasi blasfema come questa, con Gesù sorprendentemente accessoriato di un gran barbone nero, di peli sul torace, sotto le ascelle e perfino sull’addome.

E invece che dire di questo vezzosissimo Cristo in minigonna col pizzo, dalla chiesa del Domine quo vadis?

E non finisce qui.

Dalla profonda cripta di Santa Maria dell’Orazione e Morte a Via Giulia, una confraternita che si occupava di recuperare e dare sepoltura ai cadaveri degli annegati e dei morti ammazzati, all’epoca abbondanti, a quanto pare, sulle sponde del Tevere e per le strade di Roma, ecco un documento un po’ inconsueto.

Si tratta di un certificato di decesso stilato non su una vecchia pergamena o su un polveroso registro parrocchiale, ma direttamente sul defunto, anzi, più precisamente inciso sul suo cranio.

Per concludere, a Santa Maria della Vittoria, sul pavimento della Cappella Cornaro, sotto gli occhi estatici della Santa Teresa del Bernini, ci sono due mezzi morti (letteralmente) che se la ballano con stile.

O forse pregano? L’incertezza è d’obbligo con uno come il Cavaliere Gian Lorenzo che si faceva beffe degli interdetti del Concilio di Trento e ritraeva i suoi soggetti come gli pareva.

Sante preda di un rapimento potenzialmente equivoco e scheletri tagliati a metà, ma scatenati in mosse di danza.

SCOPRI DI PIÚ


SEGNALIAMO


NUOVE USCITE HERAION

IN LIBRERIA

E-BOOKS


TAGS DEL MAGAZINE

alimentazione (31) ambiente (34) arte (69) cinema (51) civismo (53) comunismo (27) cultura (404) democrazia (44) economia (122) elezioni (71) europa (87) fascismo (36) filosofia (37) formazione (36) giorgia meloni (28) giovani (34) guerra (113) intelligenza artificiale (39) israele (29) italia (64) lavoro (44) letteratura (58) mario pacelli (32) media (74) medio oriente (29) memoria (31) milano (25) musica (136) napoli (25) politica (519) potere (262) rai (26) religione (30) roma (25) russia (30) salute (74) scienza (25) scuola (36) seconda guerra mondiale (59) sinistra (29) società (524) stefano rolando (32) storia (58) teatro (38) tecnologia (27) televisione (49) tradizione (32) trump (26) ucraina (41) violenza (27)



ULTIMI ARTICOLI PUBBLICATI