È URGENTE UNA RIVOLUZIONE CULTURALE
C’è un detto latino che recita “Prius in mente, deinde in opere”, cioè una cosa va pensata bene prima di essere realizzata e non viceversa. Da decenni si assiste a una prassi sociale ridotta semplicemente al divenire, cioè al “fare” come fine a se stesso isolato da un “senso”, da uno “scopo”, da un “progetto” complessivo orientato al miglioramento dall’Esistere. Si è guardato troppo spesso alla parte finale che poi frequentemente è andata a identificarsi con il “proprio tornaconto esistenziale”, cioè con la ricerca incontrollata del solo personale benessere, identificato in una nuova divinità eretta a idolo da cercare, venerare e custodire, cioè il Denaro, come elemento, si pensa, di acquisizione del Tutto e al quale sacrificare anche la propria dignità.
Ma in realtà come stanno le cose?
Quale è questo Tutto che si crede di conseguire? Molto frequentemente è il vuoto, la comportamentale mediocrità, il piacere del poter ostentare l’ “avere”, il credere che ogni cosa debba essere ridotta a “merce”, anche la stessa vita, e che solo il possederla ridarebbe un po’ di lustro al possessore! La verità, purtroppo, parla diversamente.
Seguendo una simile logica metodologica, la felicità, aspirazione veramente ultima di ogni Essere Vivente, si presenta quanto mai lontana dall’essere né perseguita e né tantomeno raggiunta. Il nulla e l’effimero non producono compiutezza, ma semplicemente “assenza” in un’anima creata per l’Infinito, e non si può credere di riempirla solo murandola nel “finito”.
Con queste premesse così ovvie, come si dovrebbe accedere a un’altra modalità dell’Essere e del Vivere? Da qui l’urgenza di una Rivoluzione Culturale, che faccia pensare e prevedere in anticipo e con lucido sguardo l’evoluzione potenziale delle cose, nella quale racchiudere anche il piccolo e che soprattutto sappia preparare Menti e Coscienze ad affrontare il superamento delle difficoltà dell’esistente in vista di un miglioramento nella qualità del vissuto. Mai far dipendere il proprio quotidiano dalla eccessiva preoccupazione di ciò che attorno accade: mai più schiavi ma Signori del Vivere!
Se si dà uno sguardo alla Storia è sempre accaduto così, a cominciare dal passaggio dall’ “Homo Sapiens” all’”Homo Sapiens Sapiens”, dalla elaborazione culturale nelle grandi Civiltà Antiche (Aztechi con Montezuma II, Maya con Toktahn, Incas con Virachoca, Mesopotamia soprattutto con Hammurrabi, Egitto con Ramses II il Grande…) alla nascita della Cultura Greca (Filosofia, Arte, Poesia, Scienza,…), dal messaggio cristiano che nella sua primitiva purezza ha guidato per secoli le coscienze di molti alla Spiritualità Medioevale che ha elevato il Gotico al cielo e ha favorito lo splendore federiciano, dall’Umanesimo che ha generato la luce del Rinascimento all’Illuminismo (Voltaire, Diderot, D’Alembert…) rivelatosi elemento prodromico alla Rivoluzione Francese, fino a giungere a Mazzini e al suo Pensiero per l’impulso dato al Risorgimento Italiano.
Sul piano scientifico si passa dal ribaltamento tolemaico nella visione dell’Universo a quello di Copernico, Galilei e Newton, dalla scoperta della elettricità, dei raggi X e dei suoi futuri utilizzi in campo soprattutto medico alla elaborazione della Teoria della Relatività da parte di Einstein (1879-1955) fino alle geniali intuizioni della Fisica Quantistica esposte da Max F. Planck (1858-1947), dallo studio dell’Informatica alle conseguenze da essa poi prodotte nel tempo (compresa ultimamente la comparsa e l’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale).
Nel campo economico, precorsa peraltro da John Locke (1632-1704), è stata illuminante la Rivoluzione Culturale di Adam Smith (1723-1790) sulla promozione e crescita liberale nello sviluppo economico delle Nazioni coniugando mercato e privata iniziativa oggi completato con quello circolare mediante il riciclo dei rifiuti; a questa vanno aggiunte le riflessioni di K. Marx (1818-1883) come avvio alle esperienze di un Socialismo e di un Comunismo dal volto umano anche se con il tempo queste finalità sono state confuse, travisate e spesso tradite, e ultimamente quelle del Premio Nobel Amartya Sen (1933) come invito alla crescita di una economia globale centrata sull’ uomo (sua è l’espressione: “La mia casa è il mondo”). Ė vero che non tutto nel concreto è andato sempre nella giusta direzione, ma l’Analisi Culturale di questi pionieri di per sé non era e non è errata.
Contro le tante diffuse solitudini (giovani, anziani, malati…) manca ancora una Rivoluzione Culturale “Complessiva” nella pratica di una maggiore Solidarietà, nell’attuazione di una Progettazione Concreta per la salvezza del Pianeta approvata da tutti i Paesi compresi dai cosiddetti Grandi, di una Politica delle Competenze e del Servizio guidata da una più trasparente Etica comportamentale, della Ricerca di una Educazione alla Sensibilità di un Agire più orientato all’affermazione della Bellezza, di un Esercizio della Libertà inteso maggiormente come aiuto non come una sorta di pirateria umana spesso indirizzata allo sviluppo e pratica del crimine, di una Organizzazione di elementi concordanti nella necessità di collaborare più concretamente fra di loro, dell’Abolizione di ogni forma di guerra come ipotetico strumento di soluzione delle eventuali controversie fra i popoli.
Si ha bisogno insomma di una Rivoluzione Culturale per l’Affermazione del Rispetto, della Difesa e Tutela dell’Ambiente e di ogni forma di Vita anche animale in tutti i vari momenti del bisogno (Sanità…), di una Globalizzazione non più selvaggia perché posta troppo al servizio degli interessi di pochi speculatori, di una equa Distribuzione delle Risorse da non concentrare nelle mani di alcuni o di gruppi, di una più concreta Speranza di Pace. Il business o gli affari non possono essere, come fin troppo spesso accade, una banale proiezione del proprio delirio di onnipotenza né lo scopo ultimo dell’agire che non sia aperto alla promozione dell’intera comunità. Senza una Intelligente e Seria Rivoluzione delle Menti, purtroppo, c’è il rischio che a questo approdo non si perverrà mai.
Ė vero che nella Storia ci sono state anche tante Rivoluzioni impropriamente definite Culturali e poi rivelatesi estremamente negative perché talora produttrici di guerre sanguinose ma soprattutto di innumerevoli disastri, come le Inquisizioni e i roghi, l’Indice dei Libri proibiti con la mortificazione della Ricerca, i vari Fondamentalismi e Totalitarismi religiosi e politici con il concedere a singoli personaggi la delega e il deposito delle sorti sulla vita e la morte di ognuno a scapito del valore della dignità delle Persone, la cieca affermazione di tanti Io ipertrofici dietro i quali si brancola in un Nulla assoluto. Per fortuna almeno nella Fede Cristiana Cattolica nella seconda metà del ‘900 c’è stata la Rivoluzione del Concilio Vaticano II, anche se a essa non sono sempre seguiti adeguati riscontri concreti.
Se si è bene attenti, nella Storia si è sempre seguita e sviluppata questa linea evolutiva, compresa anche in quella dell’attività lavorativa e comunicativa: dalla triplice Rivoluzione Industriale a partire dalla Prima del 1760 nel tessile e nella macchina a vapore alla Seconda dell’800 con l’introduzione di prodotti chimici, elettricità e petrolio alla Terza degli anni ’50 con l’Informatica che ha mutato radicalmente la natura e spesso la qualità nella razionalizzazione del lavoro e oggi come Ultima a quella del Digitale con tutto ciò che di positivo ma anche di nefasto ha prodotto e sta tuttora producendo in tante coscienze soprattutto giovanili, ma anche adulte come la cronaca ogni giorno ci propina (bullismi, omicidi di minori, disgregazioni di famiglie, femminicidi a catena…).
In questo incessante andirivieni di Pensieri e di Fatti, o se si vuole per dirla con Vico di Corsi e Ricorsi storici, occorrerebbe in questi tempi di così gravi crisi esistenziali porre un po’ di maggiore ordine nel saper meglio legare Cultura e Eventi a una Lettura più Intelligente delle tante dinamiche che attraversano Persone e Fatti, per poterle dirigere poi sempre al Bene delle presenti e future generazioni prospettando un insieme di migliori regole allo scopo di realizzare la crescita di tutti in Umanità. Ma sarà così? Chissà, specialmente in un mondo, come quello odierno, ripiegato sovente ciecamente su se stesso e che come impazzito e senza argini va muovendosi irresponsabilmente a ruota libera! Come si dice: che Dio ce la mandi buona!
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