
NON FECERO CANTARE “BELLA CIAO” AL FESTIVAL DI SANREMO
Gianni Morandi festeggia 80 anni. Con lui c’è stato un periodo che ho avuto un rapporto quotidiano. Quando faceva un programma per la Rai e ci trovavamo tutti i giorni nello stesso ristorante. Progettammo anche un programma insieme ma non se ne fece nulla. Lo ebbi come ospite in una serata condotta da me in onore di Claudio Villa. Mi disse che da bambino la sua mamma, presidente del Club dei fans di Claudio di Monghidoro, lo metteva in piedi sopra il tavolo e lo faceva cantare un successo del “reuccio”. Quella, mi disse Gianni, fu la prima canzone che avesse imparato.
Sono andato a ricercare nel mio archivio qualche scritto su di lui. Ho trovato soltanto questo molto significativo. Era il 2011, l’Italia celebrava i 150 dell’Unità italiana. Qualcuno pensò che fosse giusto che anche il Festival celebrasse questo anniversario dedicandogli una intera serata con le canzoni più significative. Gianni presentava il Festival e quindi disse che non potevamo non cantare Bella ciao, la canzone della rinascita repubblicana, Ma Mazzi, direttore artistico, si mise di traverso e la ebbe vinta . Vediamo come.
Giovinezza come Bella ciao. Se canti la seconda devi cantare anche la prima. Per par condicio o per una memoria condivisa. Così si mettono sullo stesso piano una canzone popolare, nata dal popolo e modificata nel tempo dal popolo, come Bella ciao (che fu un canto di mondine che ci è stato tramandato da Giovanna Daffini, una vera mondina, per diventare la canzone dei partigiani) con un canto goliardico che nel 1922 diventò l’inno ufficiale del partito fascista. Questa bella idea è stata del signor Mazzi, il quale ha risposto a Gianni Morandi che aveva proposto di intonare Bella ciao sul palcoscenico di Sanremo nella edizione del Festival del prossimo anno in cui si celebreranno i 150 anni della unità italiana. E no, si sarà detto il signor Mazzi (forse accogliendo il suggerimento di qualcuno), qui siamo troppo squilibrati a sinistra, bisogna opporre a Bella ciao qualcosa che faccia pendere la bilancia a destra.
Perché versi bellicosi e guerrafondai come:
È questo il fiore del partigiano,
oh bella ciao, bella ciao, bella ciao, ciao, ciao,
è questo il fiore del partigiano
morto per la libertà.
è giusto che siano riequilibrati da versi… gentili e pacifisti come:
Giovinezza, giovinezza,
primavera di bellezza,
nella vita nell’asprezza
il tuo canto squilla e va!
Per Benito Mussolini
E per la nostra Patria bella, eja eja alalà.
Qualcuno dovrebbe spiegare al signor Mazzi (forse Gianni Morandi, conoscendo la sua cultura e le sue idee, lo ha fatto) che alla Storia, quella con la esse maiuscola, non si può applicare il criterio della marmellata, come vorrebbe farci credere La Russa dall’alto della autorità di ministro della Repubblica (l’hanno cantata in tanti… quindi…).
Un criterio cerchiobottista secondo il quale se dai un colpo al cerchio lo devi dare anche alla botte, per cui l’inno di chi ha tolto a tutti gli italiani la libertà e la democrazia per oltre venti anni e che li ha coinvolti in una guerra scellerata al fianco della barbarie nazista è messo sullo stesso piano della canzone di coloro che invece la libertà e la democrazia ci hanno restituito.
Qualcuno ha detto giustamente che a Sanremo si è tentato di cancellare la Storia. Ed è vero perché mettendo insieme l’inno fascista e una canzone gentile che fu sulla bocca dei partigiani è come aver dato lo stesso valore a coloro che furono nella parte giusta e a quelli che furono nella parte sbagliata.
E questo veramente non può essere consentito.
Il CdA della Rai per togliersi dall’impaccio ha sentenziato: nessuna canzone politica sul palcoscenico di Sanremo. Ed anche questo è sbagliato perché, con questo criterio, si può arrivare anche a proibire l’Inno d’Italia di Goffredo Mameli, questo sì politico, oppure a permetterne l’esecuzione soltanto di conserva con l’inno papalino Christus vincit Christus regnat, per par condicio. Ma la democrazia deve essere parziale, per cui a Sanremo si deve pretendere che si canti soltanto Bella ciao. Forza Gianni Morandi, battiti per questo avvenga. Siamo tutti con te!
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