QUATTRO

Il numero quattro del Mondo Nuovo è in edicola da questa settimana. In questo numero parliamo di identità e di Mediterraneo, di sostenibilità, di ponti girevoli e di missioni spaziali, di tonno made in Italy e di diversità. Sullo sfondo un paese che cambia e che invecchia, e che si prepara alla sfida della demografia.

Abbiamo scritto di intelligenze artificiali e ambiente, di transizioni e di pensiero complesso. In questo numero ci siamo concentrati sulla transizione demografica e sulla longevità dell nostra società occidentale, prospera e allo stesso tempo anziana.

Una società che invecchia deve per forza ripensare i suoi modelli di stato sociale, di fiscalità, di sostenibilità o di incentivi alla natalità. Partendo dal presupposto che la storia non è finita, ma che è finito il 900. E soprattutto che non c’è una transizione ma ce ne sono tante. Non c’è un evento tecnologico rivoluzionario capace da solo di determinare i destini del mondo. L’innovazione è sempre un fatto culturale prima che economico e tecnologico e alla fine è sempre l’uomo che decide cosa deve e può fare la macchina che lui ha inventato. L’immortalità non è un fatto umano, vale per tutti, compreso Musk, l’uomo della copertina di questo numero. Nonostante i progressi della bioingegneria.

MEGLIO UNA TESTA BEN FATTA

La società contemporanea è anche una società anziana, almeno nell’occidente postindustriale di cui l’Italia fa parte.

La combinazione di biotecnologie e intelligenza artificiale consente già oggi di potenziare gli individui come se fossero robot diversamente intelligenti ma comunque intelligenti.

Fino a elevarli al rango divino, come scrive Yuval Noah Harari. “Siamo molto lontani dal dispiegare l’intero potenziale dei corpi organici”, dice lo storico israeliano, e quindi potremo davvero essere destinati ad una società in cui l’allungamento della vita è uno scenario più che possibile.

Oggi di sicuro l’invecchiamento della società è un dato strutturale, una transizione matura che apre scenari tutti da capire e interpretare perché nella storia delle società e dell’umanità non c’è traccia di una società simile.

La trasformazione demografica però è uno degli effetti della maggiore prosperità e della sicurezza delle società contemporanee, non è il sintomo di una prossima ed imminente decadenza o l’avanguardia della stagnazione economica e sociale. Sicuramente è una società diversa da quella che conoscevamo, forse meno dinamica di quelle non occidentali che però sono anche meno ricche. 

Dopo aver previsto la transizione alla società anziana, si tratta ora di capirla davvero e cambiare schema di gioco.

Le implicazione di una società di anziani sono tante e non riguardano solo gli anziani.

Pensiamo ad esempio al mondo del lavoro e al sistema scolastico e della formazione.

Se si vive più a lungo e si invecchia in buona salute è ragionevole pensare che si possa lavorare anche dopo i 65 anni. Nella società post industriale il concetto di lavoro è profondamente mutato, lavorare vuol dire tante cose, compreso prendersi cura del prossimo o della comunità.

O ancora se nessuno sa come cambieranno i mestieri di domani è inutile pensare e pretendere di formare i giovani per un mondo del lavoro che nessuno sa come sarà fra trent’anni, molto meglio insegnare a progettare e gestire i cambiamenti, nella certezza che è “meglio una testa ben fatta che una testa ben piena”.

L’AGGIORNAMENTO DEL SISTEMA OPERATIVO

I computer man mano che diventano vecchi fanno fatica ad aggiornarsi, fino a bloccarsi completamente. Ad un certo punto il sistema non si aggiorna più e serve cambiare il computer, a meno di rinunciare ai nuovi aggiornamenti. Purtroppo cambiare il pc costa e i sistemi nuovi vanno studiati, cosa che implica l’avere la voglia, il tempo e le risorse per farlo. 

Quando si ragiona di transizioni non ci si riferisce solo al passaggio tra diverse fasi dell’umanità ma anche e soprattutto agli strumenti che si usano per leggere questi cambiamenti. Oggi si usano gli strumenti o i paradigmi del passato per leggere il contemporaneo perché non abbiamo ancora nulla di meglio.

Così le nostre società trovano sempre più complesso affrontare la transizione senza mettersi radicalmente in discussione. Le soluzioni adottate si sono quasi sempre risolte in piccoli aggiustamenti a schemi classici, fino a che ci si riesce. Esattamente come il pc, che comunque prima o poi va cambiato.

IL SENSO E LA DIREZIONE

La transizione quindi, grande o piccola che sia, non è una novità. Serve un paradigma nuovo cioè un nuovo modo di guardare al tutto il sistema nel suo insieme per cosi come è oggi, un nuovo quadro interpretativo e una nuova metrica che ci consentono di decidere e capire dove si va e dove si vuole andare.

In questa ottica nel giornale che troverete in edicola i nostri autori hanno provato a cercare il senso e la direzione del cambiamento tanto nel materiale quanto nell’immaginario. Abbiamo scelto di parlare di disabilità e di diversità con la profondità del filosofo, il rigore dell’economista e la forza di chi la diversità la vive e la valorizza, così come abbiamo costruito uno spazio per la poesia e per la società civile che concorre a rendere migliore la nostra comunità.

PS: Ad un anno dalla prima uscita del Mondo Nuovo nelle edicole possiamo senz’altro dire che i risultati sono incoraggianti, merito dei nostri autori e dei nostri lettori che ci hanno dato fiducia stimoli ed idee. Il 2025 sarà sicuramente per noi un grande anno nuovo.


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