RITRATTO DI ATTORE

ovvero la capacità di superarsi

Chapeau bas al veterano del nostro teatro!

Lodi per una persona: Glauco Mauri così tenace ed ancora innamorato della sua professione nonostante la sua veneranda età.

Quando si parla di attori di una certa epoca spesso si sente dire di loro che ormai non sono più quelli di una volta, accusano l’età che avanza ma, in questo caso, tali affermazioni si dissolvono per lasciare spazio a nuovi progetti per un futuro teatrale.

Pochi giorni fa ho assistito allo spettacolo presentato al teatro Argentina di Roma: Interno Bernhard, diviso in due parti: la prima “ll riformatore del Mondo” condotto dal bravo Roberto Sturno; la seconda “Minetti (ritratto di un artista da vecchio)” da Mauri. Senza togliere merito alla prima parte molto intensa, la seconda è stata molto toccante grazie alla bravura e alla verve del grande attore.

Sunset Boulevard un flash back di un vecchio attore che deve recitare l’ultimo Re Lear nella sera di capodanno, tutti sono ubriachi, senza remore si consegnano alla pazza gioia di una serata nella quale tutto è permesso in nome di una globale allegria incuranti del dramma che sta vivendo il personaggio in questione. Lui seduto, chiuso nel suo pastrano, con cappello e bastone quasi a proteggersi da quel baccano, tenta di raccontare la sua storia.

Tutto ruota introno a Lui ma nessuno lo vede. Eppure egli è là e non comprende il cinismo che accompagna le azioni di quei giovani che, ormai ebbri, non lo riconoscono più. Ma la mole dei ricordi spinge ancora quell’attore ignorato ad andare avanti, a raccontare ed a raccontarsi finché trova ascolto in una ragazza che, in compagnia di una radiolina portatile sta aspettando il suo innamorato. Il finale è triste, cadono le tende alle sue spalle e, mentre una copiosa nevicata sottolinea gli ultimi momenti della sua vita, appaiono dietro di sé le reali impalcature di un teatro senza orpelli, nudo e crudo, senza il suo attore.

Fin qui la trama. Ma ora usciamo dalla rappresentazione per delineare l’altezza di Glauco Mauri, non a caso in questo spettacolo si cita Re Lear del grande Bardo di cui nessuno meglio del nostro attore ha saputo interpretare, accanito studioso di quasi tutte le opere al punto che, qualche tempo fa, a proposito della messa inscena dell’opera citata, al Teatro Eliseo, affermò che solo allora, data la sua maturità, poteva finalmente interpretare appieno il personaggio chiave. Capacità dell’arte!

La sua carriera è stata costellata di successi interprete di autori tra i più significativi della drammaturgia teatrale, tra i tanti, mi piace ricordare “FINALE di PARTITA” di Beckett dove, con maestria, seppe regalarci l’essenza di un’opera straordinaria.

Il nostro teatro che necessita comunque di cambiamenti radicali e di nuovi linguaggi per esprimersi, deve molto a questi attori che, con la loro bravura e dedizione, hanno fatto scuola e sono e saranno di insegnamento per le prossime generazioni.

Non sempre l’età anagrafica va considerata negativamente; dipende da come si è vissuta la propria vita professionale e non.

“Tiziano”, uno dei più grandi artisti della storia pittorica, giunto ad un punto della sua vita, decise di non prendere più commissioni e di darsi pienamente alle sue personali espressioni artistiche, senza condizionamenti. Le sue ultime opere sono le più belle ed espressive della sua carriera, la prossima primavera sarà inaugurata una grande mostra alla National Gallery dedicata al grande pittore veneziano e al suo lirismo cromatico opere che vanno verso la sua maturità, presumibilmente datate 1551-59, quadri di grande impatto stilistico ed emotivo che esprimono il meglio dell’amore, del desiderio e della morte.

Da vedere!

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