TANTI MEZEDES PER L’ESTATE

Increduli e disorientati: arriva l’estate? Forse arriverà, ci siamo detti e intanto la pioggia assicura la sua indebita compagnia e le bombe d’acqua hanno continuato a inginocchiare il nostro paese. I TG a caratteri cubitali, in diretta, ci hanno tenuti aggiornati prima sui danni dovuti alla siccità, poi su quelli dovuti all’acqua che il terreno arido non è riuscito ad assorbire. Insomma ..nulla di buono se non la speranza di una stagione anomala che, forse, poi non si rivelerà così tragica come le sue premesse.

L’umore non è dei migliori, l’ambiente non rasserena, la litigiosità incalza parallelamente alla scoperta (forse solo alla conoscenza pubblica) degli intrighi di Corte o…Conte ( Benetton, una famiglia italiana), il desiderio di giustizialismo ”dove colgo colgo”, la libertà di Credo di cui si fa portavoce il CAI ( non più Croci in cima alle montagne), gli alunni premiati per la monellata di mirare con la pistola a pallini la testa dell’insegnate e tante altre voci che preannunciano una estate difficile e foriera di pensieri.

L’attenzione si rivolge all’Italia e non voglio girare lo sguardo verso il mondo per non cadere nel malumore reattivo e nella assuefazione alla depressione.

Come succede spesso al bambino cui mancano le sicurezze e si rifugia nel cibo per coccolarsi, anche noi adulti, senza diventare patologici, per non essere travolti da fatti che, pur appartenendoci, non dipendono da noi, ci rifugiamo nel piacere di una conviviale. Alla fin fine gli argomenti finiscono per essere proprio quelli, ma riabilitano la condivisione e il confronto, restituendoli alla loro migliore collocazione. Il ristretto ambito amicale, sempre fortemente e vivacemente caratterizzato dalla leggerezza di una risata, ci accarezzerà con la sottile eleganza di uno sguardo.

Ora il caldo incombe e la voglia di passare troppe ore in cucina non attira più di tanto, ma pochi “mezedes”, come si dice nell’oriente mediterraneo nelle sue varie allocuzioni, conferiscono all’incontro il carattere della festa, aiutano la condivisione e facilitano il dialogo.

Quando parlo di mezedes mi riferisco alla presentazione di tante piccole portate (pikilià) messe al centro della tavola dove ognuno pizzica quello che gradisce. Non è un impegno culinario, ma un gioco simpatico da condividere.

Oggi propongo uno dei mezedes che è molto facile e sicuramente avrà un grande successo:

Per l’impasto

250gr di farina manitoba

130 gr di acqua tiepida (oppure 3 cucchiai)

1 cucchiaio di olio evo

1 cucchiaino di sale

Per la salamoia:

3 cucchiai di acqua

1 cucchiaio di olio evo

1 pizzico di sale

Per il ripieno:

uno stracchino o fiocchi

In una ciotola si mescolano tutti gli ingredienti per l’impasto finche è abbastanza liscia, si lascia poi riposare per circa 1 ora.

Passato il tempo si divide l’impasto in due parti che vengono assottigliati prima con il mattarello e poi con le mani. Deve diventare molto sottile, quasi trasparente in controluce. In una teglia adeguata unta si mette il primo strato di pasta, poi lo stracchino a fiocchi qua e là, un filo di olio e si ricopre con la seconda sfoglia.

Poi si bucherella la superficie della focaccia, si spennella con la salamoia precedentemente preparata e si inforna a 250° per circa 10 min fino a doratura.

A breve gli altri mezedes.


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