ANDREA FORA
Oltre 80 liste civiche espressione di tante comunità umbre, toscane, marchigiane e laziali si riuniranno sabato 22 aprile per costituire l’Alleanza Civica dell’Italia Centrale.
Lo faremo con un convegno che avrò l’onore di aprire, partendo dalla considerazione che il dibattito sull’Italia centrale finora non è mai decollato pienamente, sia perché in realtà il Centro può avere un suo ruolo solo in un dibattito serio, progettuale, di riorganizzazione istituzionale generale, sia perché i partiti tradizionali non vi hanno mai dedicato attenzione e sforzo per individuare progetti caratterizzanti e definirne il ruolo per lo sviluppo e la modernizzazione del Paese.
Il civismo può farlo perchè è nelle sue corde congiungere il locale con il generale e perché è l’ambiente in cui le energie del rinnovamento si indirizzano più naturalmente verso una progettualità che per essere aderente alla realtà non si immiserisce in interessi di parte e di breve respiro. La prospettiva dell’autonomia differenziata con tutte le contraddizioni che si porta dietro rappresenta oggettivamente una spinta ad affrontare con urgenza la questione.
C’è bisogno appunto di fare un ragionamento che guardi alle interrelazioni tra i territori del Centro.
Il trasferimento di nuove funzioni alle regioni del centro-nord deve avvenire all’interno di una riorganizzazione nazionale, tenendo presente la necessità non solo di una perequazione sociale ed economica delle regioni del mezzogiorno ma anche di un superamento della scarsezza delle infrastrutture e di solidi progetti di sviluppo nel territorio dell’Italia centrale: carenti i collegamenti ferroviari e stradali, compresi quelli indotti dalle necessità di sviluppo delle attività produttive, carenti le strutture necessarie per avvalersi di tutte le risorse della tecnologia digitale, carenti i presìdi per la tutela della salute ed il sostegno delle persone che ne hanno bisogno, assente una progettualità coordinata dei beni culturali e ambientali che ne valorizzi il patrimonio e le grandi e diffuse risorse per uno sviluppo fondato sulla qualità.
Occorre individuare dunque le priorità identificative e i progetti unificanti.
Per tutte queste ragioni è necessario aprire una nuova fase, con una visione strategica e obiettivi politici mobilitanti.
E, come si è fatto al Nord e al Sud, l’’Alleanza Civica del Centro Italia sarà come parte attiva sia nel processo di costituzione di una Federazione civica nazionale, sia nello sviluppo di un dialogo costruttivo con le forze del riformismo italiano, anch’esse impegnate nell’organizzazione di una alternativa riformatrice di stampo europeista sia al populismo sia al conservatorismo della destra sovranista.
SEGNALIAMO