UN GURU PER CAPELLO E LA COMFORT ZONE

Viviamo in un’era di cattivi maestri si potrebbe dire, un’era dominata da ansie e depressioni collettive legate a una sempre maggiore mancanza di certezze future.

Un vecchio detto arabo recita: “uomini forti creano tempi facili, tempi facili creano uomini deboli, uomini deboli creano tempi difficili e tempi difficili forgiano uomini forti”. E via cosi all’infinito.

In una situazione del genere, il bravo maestro dovrebbe saper guidare il proprio discepolo rincuorandolo e insegnandoli a rivedere le proprie ambizioni di vita, magari assumendo un atteggiamento stoico ed equilibrato. Ma non nel periodo dei cattivi maestri, dei “guru” dei “mental coach” e chi più ne ha più ne metta. Figure decisamente diverse dalle originali, ovvero persone sagge che prediligevano una vita frugale, senza necessariamente rinunciare alla serenità e a ciò che può recare piacere. Oggi invece prediligono l’esatto opposto, conducono vite all’apparenza perfette, circondati da donne e ricchezze materiali di ogni sorta. E alla luce del loro millantato successo si ergono sul pulpito a dare lezione ai “poracci” che ascoltano.

Contrassegnati da un livello di viscido e subdolo incredibili, sfiorano spesso il limite della truffa, facendo presa ed effetto nei confronti di persone fragili o che attraversano periodi difficili; adolescenti in crisi esistenziali, adulti che hanno vissuto fallimenti e sconfitte oppure persone in situazioni di debolezza mentale.

Di solito vendono corsi e pacchetti per la “crescita personale”, in pieno stile marketer. Più che dei guru spirituali sono dei maestri del business. Penso al recente “Sadhguru”, maestro di yoga e di tecniche pseudo spirituali a capo di un vero e proprio impero commerciale che conta migliaia di dipendenti (16 mila per l’esattezza), più milioni di volontari sparsi per vari paesi. Neanche a dirlo, tutto ciò che propone è fuffa per gonzi.

Ma Sadhguru non è altro che la punta dell’iceberg di tutta una neo-cultura del “follow”, o cultura dei seguaci, di persone perse in cerca di significato e senso dell’esistenza. Che pur di non cadere in una situazione di crisi interiore, si affidano a queste persone poco raccomandabili.

E forse in tutto il mare magnum internettiano, Sadhguru è paradossalmente, anche il meno dannoso. Mi preoccupano molto di più tutti quei “mini guru” e mental coach de noantri, omogeneamente distribuiti nella rete, formando un substrato che quasi diventa inevitabile da incontrare per un qualsiasi giovane moderno. Ma non voglio scendere nello specifico e citarli, l’imbarazzo e la pochezza di costoro non merita di entrare tra queste righe. Quindi mi limiterò alla loro attività.

Tra i cavalli di battaglia di questi “luminari” contemporanei, c’è l’eterno ritorno dell’uscire dalla “comfort zone” e via con frasi e retorica che si potrebbero ritrovare in dei corsi di formazione aziendale, quelle sessioni noiose che il capo ufficio organizza per perdere qualche ora, “voia de lavorà saltame adosso e famme lavora meno che posso”.

Nel dettaglio. Cos’è questa famigerata comfort zone, entità spesso citata e da cui deriverebbero tutti i mali della società moderna?

Secondo il dizionario, la comfort zone comprende: “L’insieme di sensazioni piacevoli derivanti da stimoli esterni o interni al nostro corpo, che ci procurano una sensazione di benessere in una determinata situazione”

Perché un luogo che ci procura benessere e serenità dovrebbe essere abbandonato?

Per via di una profonda incomprensione del termine. Nessuno di noi nasce in una zona di comfort, come tutto quello che ci capita, può essere influenzato dalla fortuna, oppure dallo sforzo che impieghiamo nel raggiungerla. Tuttavia, deve essere chiaro che in caso contrario, cioè il suo mancato raggiungimento, non ci troveremo in una zona di comfort, bensì di “scomfort”. Spesso molti di noi si trovano in una zona di scomfort e la confondono con una zona di comfort, non intenzionalmente sia chiaro. Ma a causa di un mancato ascolto dei propri sensi. I Quali vengono subissati dalle abitudini, che tuttavia, non sono sufficienti a nascondere il problema.

Facciamo un esempio pratico: se sei un fumatore incallito è quasi certo che ti stai provocando un danno alla salute. Ma il modo in cui affronti il problema è determinato dalla tua soggettività, puoi essere un fumatore incallito e stare male (zona di scomfort) oppure essere un fumatore incallito ed essere in serenità con se stessi e l’ambiente (zona di comfort).

Quindi potremmo dire che il “problema” è arbitrario, soggettivo e relativo ai nostri sensi. Il fumo inizia ad essere un problema dal momento in cui noi lo percepiamo come tale.

Altro esempio:

Se provi tristezza, angoscia, ansia e frustrazione nello stare spesso a casa, beh ti trovi in una zona di scomfort, nonostante il sentir comune voglia che la casa sia un luogo di comfort. Ne converrà che la soluzione per raggiungere la tua zona di comfort ideale, potrà essere, viaggiare tanto, oppure trasferirsi altrove.

Se il problema è opposto, sarà più consigliato spostarsi di meno e rimanere nella zona natia per più tempo possibile.

I Guru del presente, vogliono convincerci delle loro definizioni di comfort e di scomfort, in coerenza con quello che è il nome autentico della loro professione, ovvero “influencer” colui che influenza un’opinione. Nella nostra individualità, dovremmo fare esattamente l’opposto, ascoltare la nostra soggettività, anche a costo di allontanarci dal gregge e di metterci il mondo contro.

Il significato della vita, entità trascendentale, eppure così presente nelle nostre esistenze non potrebbe essere definita altrimenti. Storicamente le religioni, sono stati degli importanti donatori di senso. In quanto stilavano delle regole/leggi, e la propria ricerca di significato stava nel rispettare quelle leggi per ricevere la salvezza divina nel punto di morte. Un codice di condotta fisso, messo in discussione però, dalla inevitabile “morte di dio” espletata da Nietzsche.

Per quanto questo possa far venire il sangue agli occhi a un certo filosofo del web che non citerò (e se proprio volete conoscerlo googlate “filosofo si Schio”), il senso della vita è oggettivamente arbitrario e inesistente. Il mio estremo materialismo mi dice che l’unica via per raggiungere il significato, è ascoltare i propri sensi e decodificarli con la razionalità. In questo senso il nichilismo è la forma più autentica di interpretazione del mondo. Capire che la vita non ha un senso, che viviamo in quanto ci ritroviamo su questa terra contro la nostra volontà e farlo accettandolo stoicamente, non può che essere la prima soluzione per accettarsi e vivere in serenità con il proprio Io. Una forma quindi di nichilismo per demolire le credenze comuni e i significati imposti. E un “materialismo stoico” per elaborare un proprio significato basato sulla realtà materiale e sui sensi.

A molte persone, questo pensiero risulta struggente. Pensate che negli Stati Uniti, in 15 anni ci sono stati quasi 800 mila suicidi legati alla “mancanza di senso” e milioni di persone soffrono oggi di crisi esistenziale.

Questa sì, è una conseguenza legata alla morte formale (e anche sostanziale in parte) delle religioni. Anche se sulla carta ci sono circa un miliardo di fedeli cristiani, e appunto solo sulla carta, in quanto, buona parte di essi, non applica i principi cristiani nella loro quotidianità, ergo sono molti di meno. Io Penso di No, che riabilitare in senso formale e sostanziale le religioni (in questo caso quella cristiana) e riesumare dio, porterà ad un effetto contrario, il ritorno ad un medioevo spirituale dove la figura del predicatore diventa formale e preponderante.

Sotto certi aspetti, i guru del web de noantri, anche se molto arricchiti, sono meglio gestibili rispetto a un prete o un vescovo sostenuti da un apparato di potere molto più ampio e pervasivo, ovvero il Vaticano. Anche perché i web guru, se non altro, sono facilmente smentitili. Poiché loro in primis sono parecchio ignoranti. Ritornando a Sadhguru, per esempio, il suo nome si traduce letteralmente in (guru ignorante). Il problema vero rimanente è che si rivolgono a fasce della popolazione poco istruite, e sono molti. Per questo è difficile combatterli.

Quindi in conclusione, sempre diffidare da chi offre soluzioni ai nostri problemi interiori. In primis perché non può fisiologicamente conoscere tutte le sfaccettature individuali e soggettive, in secundis perché molto probabilmente (a meno che non sia uno psicologo) vi starà fregando.

Se di per voi, vi trovate in una situazione piacevole, circondati dalle persone che amate, nel posto che amate, non avete motivi razionali per allontanarvi ed uscire da quella situazione. E, anzi, se uscirete è probabile che vi recherete soltanto un danno emotivo. Se trovate la zona di comforto rimateci il più che potete. La vita del resto, è una soltanto, un dono inspiegabile e fortuito, non sprecatela stando appresso a stress e cattivi maestri. Accettatela per come è e andate avanti.


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