UN INSOLITO QUADRETTO

Siamo prossimi al Ferragosto, ahimè l’estate sta finendo, le giornate si stanno accorciando e la natura, nonostante le varie bizzarrie, conserva le sue caratteristiche. Infatti quando ero piccola mi dicevano che, dopo il quindici agosto, cambiavano i tempi con l’avvento di acquazzoni e tempeste di vento che ci facevano già presagire l’autunno.

In questo periodo, oltre ai cambiamenti climatici, si preparano feste e sagre dedicate generalmente ai Santi Patroni delle varie località balneari che, vedi caso, nei tempi addietro avevano compiuto le loro azioni salvifiche per il paese proprio nei giorni a cavallo della mezza estate. Ma si sa che l’uomo cerca sempre un escamotage per sfruttare, a suo vantaggio, le situazioni che gli si presentano di volta in volta. Sempre in questo periodo è previsto anche l’arrivo in queste località di turisti e soprattutto di emigranti che, approfittando delle ferie estive, tornano al paese di origine. L’affetto per i propri cari li spinge a ritornare nei luoghi della loro vita giovanile e a riprendere per alcuni giorni le abitudini di una volta che, seppur ormai per loro obsolete, comunque gratificano le mamme e le nonne rimaste lì ad aspettarli per un anno intero!

Sempre caro mi fu quest’ermo colle” Quanta malinconia in questo frasare del poeta e quanta realtà nelle parole non dette dalle persone che, tornando nei luoghi appartati e segreti della loro infanzia rimandano il loro pensiero a quell’avvenire sognato forse meno duro di quelle che invece è stato loro riservato. Quanta voglia di ritornare bambini, a quelle giornate cariche di stanchezza costruttiva che si concludevano tra le braccia di Morfeo che regalava sogni d’oro.

Che quadretto!

Il mio intento era proprio questo, spero di essere riuscita a comporlo grazie all’èidos in base agli elementi che nella mia mente si sono venuti a formare con il passare de tempo. Questa volta non ho usato il cavalletto e la tela per dipingerlo, ma la mia immaginazione per sollecitare la memoria collettiva al fine di riportare alla luce ciò che, per noi italiani, è tuttora una triste realtà e cioè l’immigrazione. Anche se con spirito diverso siamo stati e siamo costretti a lasciare i nostri paesi per trovare altrove lavoro o per avere la possibilità di mettere a punto il proprio bagaglio di studi nell’ambito di strutture che consentono, con il loro contributo, la realizzazione di progetti che altrimenti non vedrebbero mai la luce.

Oggi l’arte ci consente di essere liberi dalle convinzioni tecniche e strutturali per lasciarci andare alla realizzazione virtuale di un processo creativo. L’oggetto non è più importante ma contano l’idea e il concetto intuitivo del “hinc et nunc” senza più l’obbligo di rincorrere, ad ogni costo l’opera d’arte che, a volte, con il passare del tempo, seguendo il corso naturale delle cose, di ogni cosa e quindi anche di un’opera d’arte tende a scomparire. L’arte performativa però incontra non poche difficoltà, non sempre viene accettata di buon grado nonostante il mondo di oggi si avvale del virtuale in molte sue manifestazioni. Per cui anche l’arte che è espressione, se pur sublimata, della realtà tende sempre più a questo tipo di comunicazione.

Gli artisti più significativi che hanno riscosso e riscontrano consensi sono pochi, tanto per citare i più conosciuti: Marina Abramovich la regina della performance e Ulay tra l’atro suo compagno anche di vita che hanno speso il loro tempo per raggiungere la notorietà del resto ampiamente meritata. La loro ultima performance è stata realizzata al Moma di New York, un momento molto toccante delle loro carriere nonché della loro vita privata. Infatti i due si sono rincontrati dopo essersi separati proprio in occasione della performance che li mostrava l’uno di fronte all’altra seduti guardandosi negli occhi alla presenza di un pubblico spettatore quanto partecipe che è stato coinvolto emotivamente tanto da suscitare le lacrime dell’artista, lacrime che hanno fatto il giro del mondo. Ma sitiamo parlando di Marina Abramovich e gli altri? Quanto ancora dovranno aspettare per regalarci le loro performance?


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