UN RICICLAGGIO AD ARTE

Qualcosa per essere moderna deve necessariamente avere in sé tanto di antico” affermava Charles Baudelaire!

Il segreto sta nel comprendere pienamente questao messaggio, diversamente, si rischia di cadere in un fraintendimento di azioni e di idee che potrebbero affollarsi senza raggiungere alcuno obiettivo.

In arte ciò corrisponde ad un insieme di pieni e di vuoti laddove, tra essi, si genera uno spazio infinito di aperture dalle quali è possibile intravedere nuove forme che richiamano il passato senza però identificarlo.

Elettronicismo: un movimento artistico che parla di riuso e rinascita, natura e costruzione, ma soprattutto di riciclo di elementi elettronici ormai obsoleti per la creazione di una nuova e moderna forma d’arte, esso cerca di riallacciare il passato con il presente tecnologico creando così un cortocircuito tra antico e moderno.

Una mostra esaustiva di quanto detto si è conclusa presso la Biblioteca Antonio Baldini di Roma in occasione delle giornate europee del patrimonio organizzata e curata dalla direttrice della Biblioteca Statale dottoressa Amalia Maria Amendola con il patrocinio di: Biblioteca Santa scolastica, Biblioteca Statale Monumento nazionale di Farfa, ordine di Malta Italia Delegazione di Viterbo Rieti, il Sextante.

Tale mostra ci induce in una dimensione artistica particolare guidata dal fondatore del movimento l’ingegner Valter Violanti con la collaborazione della moglie Angeletta Sanetti e di vari artisti di provenienza, età, condizione sociale diversa richiamando la nostra attenzione sulla necessità del riciclo di materie e apparecchi elettronici i quali, con l’intervento artistico, risorgono a nuova vita.

Il risultato è soddisfacente; ogni opera ha il suo titolo quale chiave di lettura e segno di maturità che funge da trade-union tra il pubblico e l’artista.

Tra le opere particolarmente interessanti da segnalare:

Crocifisso di radiotecnico. 1976 (30×40). Walter Violanti;

Sintonizzatore in un prato fiorito. 2022. Angeletta Sanetti;

Volare. 2023. Scultura di Giorgio Pulselli;

Donna velata. 2023. Angela Pandimiglio; queste solo per citarne alcune.

In passato, precisamente negli anni ’60, sorse un movimento in base al quale si usavano materiali di riciclo per realizzare opere artistiche; per meglio comprenderne lo spirito che animò quel movimento possiamo fare riferimento al suo massimo rappresentante: Alberto Burri.

Quell’arte fu definita arte povera e i materiali usati furono appunto ”poveri” quale: legno, ferro o altra materia di uso comune. Burri preferì usare sacchi di plastica, iuta, cellophane, e per lavorarli, al posto dei pennelli, usò la fiamma ossidrica per valutare sia la casualità delle bruciature, sia la forza sprigionata dal fuoco primo elemento naturale. Ovviamente le opere così realizzate erano volutamente affidate alla casualità gestuale, ma, di tanto in tanto, l’artista interveniva su quelle rovine bruciate introducendo un rivolo di foglia d’oro che appagava la vista e si voltava indietro nel tempo fino al raggiungimento di un ‘300 dorato simboleggiato da Simone Martini, Ambrogio Angeletti e un certo Cimabue!

Ecco, quindi, come noi possiamo riprenderci il nostro passato pur usando materiali o forme nuove perché in fondo, l’arte è solo una questione di forma; infatti, non è tanto importante il rappresentato, quanto il pensato e il maturato attraverso uno studio approfondito della nostra storia ma anche e soprattutto, in base alla nostra scienza e coscienza, che ci indica quale meta da raggiungere, quale il senso delle nostre idee.

Che messaggio la nostra epoca lancia a coloro che credono nel futuro?

Non è facile scegliere quello giusto, ma una cosa è indispensabile per la cernita, ovvero credere nelle proprie idee anche se fuori dai canoni e non lasciarsi prendere se, all’inizio, possono nascere dubbi o fraintendimenti, l’importante è agire; il tempo e la tecnologia ci indicheranno la strada da percorrere.

Al nuovo Elettronicismo auguriamo di raggiungere il proprio obiettivo anche in difesa del nostro pianeta ormai saturo di cose obsolete ma che rappresentano il nostro passato.

In fondo in natura tutto si crea e nulla si distrugge!

Ad maiora.


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