UNA RADICALE RIFORMA DELLE POLITICHE MEDITERRANEE DELL’UE

Il ruolo del Mediterraneo nella geopolitica e nella geostrategia Parte IX

Prima di accennare alle possibili linee di una radicale riforma delle politiche mediterranee della UE, può risultare utile approfondire le ragioni di fondo di quel disagio sociale, che ha determinato la crisi di alcuni regimi autoritari del Nord Africa. La precarietà delle condizioni economiche investe vastissimi strati sociali e colpisce tutte le generazioni, con particolare gravità le più giovani. Le famiglie si sono impoverite e i giovani sembrano non aver altra prospettiva che sfidare, su un gommone, il Mediterraneo per emigrare, anche clandestinamente, anche a costo di perdere la vita.

Se il tasso della disoccupazione giovanile nel mondo è del 14,5%, nel mondo arabo arriva al 30% e incide al 51% sulla disoccupazione totale. E, paradossalmente, la disoccupazione della gioventù araba colpisce di più i diplomati ed i laureati.

Questa situazione è destinata ad aggravarsi, anche in Algeria, che, pur beneficiando delle risorse energetiche, a differenza dei Paesi petroliferi del Golfo, non produce sviluppo economico e sociale (disoccupazione giovanile al 46% e, su quella totale, fino al 70%). Non mancano attese e aspettative di miglioramento del clima sociale, per effetto della svolta che sarà impressa dai regimi democratici, che hanno sostituito quelli autoritari caduti, ma nessuno si può aspettare, a breve, un’inversione netta di tendenza, in materia di sviluppo economico, di lotta alla corruzione e di epurazione delle classi dirigenti responsabili del “sacco cleptocratico”.

Riusciranno i responsabili delle nuove democrazie arabe a imporre le riforme politiche necessarie e a migliorare le condizioni economiche e sociali oppure, come ammoniva Alexis de Tocqueville, saranno travolti o si trasformeranno, anch’essi, in regimi oppressivi? Naturalmente, l’UE non può rimanere a guardare, anche perché il ruolo dei Paesi della sponda Nord e delle organizzazioni economiche internazionali risulta determinante. Le discussioni, tra i membri UE, su come riformulare e su come rafforzare la politica euro-mediterranea, hanno almeno indicato i principali obiettivi da conseguire:

1) l’istitution-bulding: trasformazione democratica e consolidamento delle istituzioni;

2) un più forte collegamento operativo nella cooperazione con le popolazioni;

3) una crescita economica sostenibile ed equa.

Altro discorso riguarda le modalità per perseguire questi obiettivi trasversali e che passano per: il criterio di differenziazione dei partner; il criterio di condizionabilità per le incentivazioni, chi dimostrerà di saper ben fare, riceverà di più (more for more); il criterio dell’estensione a tutti i partner dello statuto avanzato e il criterio del rafforzamento del dialogo politico, multilaterale e bilaterale, non solo con i governi, ma anche con le espressioni della società civile, anche per non cadere, di nuovo, nella trappola del sostegno a regimi autoritari, concepiti come bastioni della minaccia terroristica islamista. I fondamenti della riforma delle politiche mediterranee dell’UE sono: la promozione della democrazia e il sostegno ai processi di transizione nel Nord Africa, con politiche coerenti a tali obiettivi; il miglioramento qualitativo del sostegno economico, con una particolare attenzione al rafforzamento dei sistemi di istruzione e di formazione e alle aspirazioni socio-economiche delle popolazioni (un lavoro, un reddito, infrastrutture sociali); il bilanciamento delle iniziative di sviluppo tra i governi, che spesso si sono appropriati delle risorse a fini di arricchimenti personali, e i privati e, laddove esistenti, le espressioni della società civile; il perseguimento diretto del benessere delle popolazioni, con programmi mirati; una politica unitaria dell’UE in materia di immigrazione e di immigrazione clandestina; il finanziamento e l’assistenza finanziaria per progetti infrastrutturali, anche privati; la realizzazione di una governance multilaterale dell’area mediterranea, conflitto arabo-israeliano e processi di transizione in atto, permettendo.

Il ruolo della UE nel “Mediterraneo allargato” dipenderà anche dal futuro della NATO e dal rapporto tra l’UE e gli Stati Uniti. La trasformazione, cioè, della “pax americana” nella “pax cum America”, la quale, secondo alcuni autorevoli studiosi, sarebbe possibile solo se l’Unione Europea riuscisse a raggiungere un livello di coesione politica e una volontà di ricorrere, quando necessario, all’impiego della forza militare, tali da potersi trasformare in un partner credibile, affidabile ed efficace degli Stati Uniti.

ENGLISH VERSION

The Role of the Mediterranean Sea in Geopolitics and Geostrategy

Part IX

A Radical Reform of EU Mediterranean Policies

by Riccardo Piroddi

Before outlining the possible directions of a radical reform of EU Mediterranean policies, it is useful to delve into the underlying causes of the social unrest that has led to the crisis of certain authoritarian regimes in North Africa. The precarious economic conditions affect vast social groups and impact all generations, particularly the younger ones. Families have become impoverished, and young people seem to have no other prospects than risking their lives on rubber boats to emigrate, often illegally. While the global youth unemployment rate is 14.5%, in the Arab world it reaches 30% and accounts for 51% of total unemployment. Paradoxically, Arab youth unemployment disproportionately affects those with diplomas and degrees. This situation is expected to worsen, even in Algeria, which, despite benefiting from energy resources, unlike the oil-rich Gulf states, does not foster economic and social development (youth unemployment at 46%, and up to 70% of total unemployment). There are hopes and expectations for an improvement in the social climate due to the shift towards democratic regimes that have replaced the fallen authoritarian ones, but no one can expect a clear reversal in trends in the short term regarding economic development, the fight against corruption, or the purge of the ruling classes responsible for the “kleptocratic plunder.” Will the leaders of the new Arab democracies be able to implement the necessary political reforms and improve economic and social conditions, or, as Alexis de Tocqueville warned, will they be overwhelmed or transformed into oppressive regimes themselves? Naturally, the EU cannot remain a passive observer, especially since the role of the northern Mediterranean countries and international economic organizations is crucial. Discussions among EU members on how to reformulate and strengthen Euro-Mediterranean policy have at least highlighted the main objectives to be achieved: 1) institution-building: democratic transformation and institutional consolidation; 2) stronger operational links in cooperation with the populations; 3) sustainable and equitable economic growth. A separate issue concerns the means of pursuing these cross-cutting goals, which involve: the criterion of differentiation among partners; the criterion of conditionality for incentives—those who demonstrate good performance will receive more (more for more); the criterion of extending advanced status to all partners; and the criterion of strengthening political dialogue, both multilateral and bilateral, not only with governments but also with civil society, to avoid once again falling into the trap of supporting authoritarian regimes perceived as bulwarks against the Islamist terrorist threat. The foundations of the reform of EU Mediterranean policies are: the promotion of democracy and support for transitional processes in North Africa, with policies consistent with these goals; qualitative improvement in economic support, with particular attention to strengthening education and training systems and to the socio-economic aspirations of the populations (jobs, income, social infrastructure); balancing development initiatives between governments, which have often appropriated resources for personal enrichment, and the private sector and, where present, civil society organizations; the direct pursuit of the well-being of the populations through targeted programs; a unified EU policy on immigration and illegal immigration; funding and financial assistance for infrastructure projects, including private ones; and the establishment of multilateral governance in the Mediterranean region, contingent upon the resolution of the Arab-Israeli conflict and the ongoing transition processes. The EU’s role in the “enlarged Mediterranean” will also depend on the future of NATO and the relationship between the EU and the United States. In other words, the transformation of the “pax Americana” into a “pax cum America” would be possible, according to some authoritative scholars, only if the European Union were to achieve a level of political cohesion and a willingness to resort to military force when necessary, sufficient to make it a credible, reliable, and effective partner for the United States.

Fonte della immagine: https://www.middleeastmonitor.com/20211103-algeria-young-africans-want-frances-hands-off-continent/


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