VENTI ANNI FA VENIVA UCCISO UN AUTORE.

Stefano Rolla vittima civile della strage di Nassirya

Lettera-appello dell’Associazione Infocivica – Gruppo di Amalfi

Intorno al 12 novembre 2023, hanno avuto luogo varie commemorazioni del ventennale della strage di Nassirya del 12 novembre 2003, nella quale morirono 28 persone, tra le quali 19 italiani, 17 carabinieri e soldati dell’esercito e due civili: Marco Beci e Stefano Rolla. Anche il servizio pubblico radiotelevisivo ha dedicato ampi approfondimenti e ricordi. Purtroppo, si è verificata una imbarazzante rimozione dei nomi e dell’identità dei due civili uccisi, e del perché erano lì. Marco Beci era un cooperante e Stefano Rolla era un regista cinematografico.

In particolare, Rolla era lì per raccogliere immagini, ed elementi di verità per un film di finzione, affinché l’opera fosse migliore e frutto di un’esperienza viva e diretta. Dalla strage di Nassiriya ad oggi, per azioni terroristiche e nei teatri di guerra, sono stati uccisi inviati, fotoreporter, giornalisti scomodi, ma anche il videoartista Theo Van Gogh nel 2004 in un agguato ad Amsterdam e i redattori di Charlie Hebdo (gennaio 2015) e i DJ del Bataclan (novembre 2015) a Parigi.

Il ventennale della morte di Rolla cade nei giorni in cui il Medio Oriente è preda di una tragica e violenta guerra. È allora inevitabile ma molto opportuno, oggi, chiedersi: è ancora indispensabile un autore vivo, che pensa e respira, per scrivere, raccontare interpretare la realtà, le proprie emozioni e la storia degli umani? Stefano Rolla, simbolicamente, rappresenta infatti l’antitesi più intensa all’uso invasivo di strumenti digitali e di “Intelligenza Artificiale” nella narrazione creativa. Fenomeno che ha portato, negli Stati Uniti, alla mobilitazione, durata molti mesi, di un’intera categoria di sceneggiatori ed attori.
Ed è testimonianza della “potenza dell’esperienza diretta” il film 20 sigarette, realizzato da Aureliano Amadei, allora ventottenne aiuto regista di Stefano Rolla, ferito e sopravvissuto alla strage in circostanze eccezionali. Il film ebbe molti riscontri dalla critica: vinse vari premi alla 67ma Mostra del Cinema di Venezia del 2010, diversi Nastri d’Argento e David di Donatello nel 2011.

Il film racconta, con piena vicinanza, anche le divisioni politiche, di allora in Italia, riguardo a quella missione in Iraq. Divisioni che depotenziarono la consapevolezza del dramma, ma certamente non per Amadei. L’attività di diffusione e sensibilizzazione nelle scuole è proseguita per alcuni anni, ma è andata progressivamente calando.
Tanto che oggi, tra i giovani, la parola e i fatti di Nassiriya sono sconosciuti a quasi tutti. Questo vuol dire che milioni di millennials e nativi digitali non sono intercettati dai canali tradizionali ed istituzionali dell’informazione e che il compito di una “educazione civica”, equilibrata e responsabile, ricade tutto sulle istituzioni scolastiche.
A meno che il Servizio Pubblico, insieme alle Istituzioni dello Stato, e degli Enti Locali, non decida di raggiungerli attraverso una intelligente strategia di utilizzo dei social network. Magari attraverso messaggi e appelli di celebrità, o persino di influencer artificiali come Zaira per oltrepassare, anche nei media, il confine dei programmi di intrattenimento per giovani.

Per non lasciare certi temi solo ai notiziari, ai talk show o ai programmi di nicchia di approfondimento storico. C’è molto impegno ed interesse tra i giovani, e nelle scuole, sui temi della violenza sessuale e di genere e sul cambiamento climatico. Ma sono problematiche non avulse dai rapporti di forza che ci sono nel mondo. Tra Stati democratici e non democratici, dove l’inquinamento non si può contestare.

E tra Stati non teocratici e teocratici, dove le donne subiscono, oltre alla violenza, l’assenza dei principali diritti fondamentali. Era proprio questo l’impegno di Stefano Rolla: raccontare il Medio Oriente agli occidentali, attraverso la cultura e l’arte narrativa, per evitare l’effetto separazione. Annullare la distanza che produce la sola cronaca degli avvenimenti, o degli stessi interventi occidentali, solo quando le vicende esplodono nel sangue. 

L’Associazione Infocivica fa quindi appello a tutte le Associazioni di categoria degli Autori e degli Operatori dell’informazione, per un grande sforzo di “impegno civico” per il rilancio, nei media e nelle istituzioni scolastiche dalla funzione di civilizzazione delle Arti narrative, per l’estrema importanza che possono avere nel costruire una coscienza democratica e di cittadinanza e nella richiesta di democrazia dell’informazione. Infocivica chiede quindi al Servizio Pubblico Radiotelevisivo, a tutti i media e alle istituzioni scolastiche e universitarie di cogliere l’occasione del ricorso del ventesimo anniversario della strage di Nassirya e della morte di Stefano Rolla per una campagna di sensibilizzazione sulle mutazioni del narrare.

Perché tutti prendano coscienza della misura di questo grande “passaggio di civiltà” rappresentato dalla “rivoluzione digitale” e dalla “intelligenza artificiale”. E per comprendere i rischi per i principi di democrazia e autodeterminazione dei popoli, che fino ad oggi si davano per indiscutibili. Il modo migliore di onorare e tenere viva la memoria dei due caduti per il diritto alla cultura è quello di procedere alla preservazione ed alla digitalizzazione del film 20 sigarette.

Infocivica lancia dunque un appello in questo senso a tutti coloro che possono intervenire (Ministero della Cultura, Cineteca Nazionale, Cineteca di Bologna, RAI e altre imprese del settore audiovisivo), affinché il film sia disponibile, per le proiezioni pubbliche e collettive, sui necessari supporti digitali, essendo stato realizzato nell’ultimo periodo di utilizzazione della pellicola.

Infocivica chiede inoltre all’Associazione Nazionale Comuni Italiani, all’Unione delle Province Italiane e alla Conferenza Stato-Regioni, di attivare un rinnovato impegno per testimonianze tangibili e materiche, atte a rafforzare e rendere perenne la memoria dei nomi e delle storie di tutte le vittime: piantumando alberi, ponendo pietre di inciampo, dedicando loro aule, parchi, vie, piazze, murales.


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