Un certo languore, che pian piano si è trasformato in nostalgia, aprendo le porte alla malinconia per precipitare nella tristezza, è stato la causa di questo mio breve silenzio. Sono sentimenti abbastanza comuni, ma che non appartengono a me che tendo all’ottimismo. Ho giustificato il tutto, pensando ad una crisi momentanea dovuta agli anni che scorrevano, ai cambiamenti che il momento e la politica , non solo italiana, avevano posto di fronte ai nostri occhi.
Poi, attraverso interviste ed articoli, ho preso conoscenza e coscienza di appartenere, senza che lo sapessi, ad un gruppo , i cosiddetti Boomers, cui mai in precedenza avevo rivolto un minimo di attenzione , ivi cooptata per elezione, la peggiore, quella naturale,attraverso un anglicismo che solo all’apparenza non ha nulla di negativo.
Si tratta, insomma, di quei ragazzi diversamente giovani che hanno vissuto il boom prima demografico, poi economico degli anni ’60 dal quale ,con coraggio, sono derivate le grandi riforme sociali. Fin qui, niente di male, se non quando vengo a scoprire che una certa espressione “ok, boomer !” viene usata dai nuovi giovani con il forte significato di superato, ridicolizzando e ironizzando su tutto ciò che sa di vecchio, demodè e paternalistico.
Mi sono vista incapsulata insieme agli altri miei coetanei e catalogata in una categoria sociale che oramai era fuori gioco, aveva fatto il suo tempo e non aveva altro da dire agli ultimi nati , Generazione Z, pronti ad eliminarti, polemici e insofferenti.
Tutti datati per generazione , tutti ben catalogati , insomma mi sono accorta di soffrire una crisi generazionale : messa all’angolo dalle nuove forze, sarcastiche e combattive. Così mi sono sentita fuori dai giochi e questo ha scardinato tutti i miei ideali e i saldi principi che avevano segnato la strada percorsa fino ad ora.
Il problema è che mi sono vista costretta a fare una revisione non solo di me stessa, ma di tutti i miei principi e di quei valori che erano i capisaldi della mia vita: ho dovuto capire, comprendere, correggere, aprirmi per poi di nuovo capire e comprendere questa grande rivoluzione che mi stava girando intorno. Ho pensato soprattutto ai miei giovani allievi ai quali come insegnante di Liceo avevo dedicato gli anni più produttivi della mia vita .
Non ho facebook per scelta logica, ma ho Instagram. Ho cominciato a seguire, a vedere e anche ad entusiasmarmi ai nuovi generi musicali, al linguaggio, ai cambiamenti, alle “novità” di genere e ho studiato. Si, ho studiato, perché improvvisatami autodidatta, ho dovuto studiare per capire. Non è stato facile, non sempre è stato tutto comprensibile, lo confesso con estrema onestà e ripetendomi che dovevo riuscire a capire,( perché io ero stata di quelle docenti che ha sempre dato spazio al cuore, all’umano e all’animo) lo sforzo è stato enorme. La mia testa era aperta, ma io restavo un passo indietro. Poi è uscita fuori l’educatrice e ho raccolto tutte le mie forze per cercare di apprendere e comprendere, pur non riuscendo a condividere tutto.
E’vero! le rivoluzioni sono così, partono da piccole scintille per diventare poi falò e incendi che travolgono tutto per riorganizzarsi in un ordine nuovo, all’insegna di un inatteso equilibrio.
In tutto questo, la guerra in Ucraina che a differenza di tutte le altre, quella in Iraq e le tante disseminate nel nostro mondo( che forse per come si presentavano sembravano essere più distanti, quasi documentaristiche), è qui con quelle immagini che ci pervadono come ferite purulente ,mentre restiamo impotenti di fronte a un “gioco “ più grande di noi. Tutto deciso dai Grandi dell’Economia e della Finanza che permettono massacri, in attesa…
L’Europa è inesistente, ogni Potenza si accaparra più che può e chi non può, sarà il più povero del Reame. Attonita, in una aspettativa priva di contenuti programmatici, lontana da ogni razionale previsione. Senti il vento della fame, quella vera, dal sapore biblico, non dei popoli del terzo mondo, ormai data per scontata, ma del nostro vicino di casa.
Intanto laTerra,stanca e stremata, si arrabbia col mondo e reagisce: Covid-19, alluvioni, temperature assurde, terremoti, valanghe.. Le Greta Thunberg non servono a niente ,il Mostro come Saturno si è mangiato i suoi figli. Tutte queste turbolenze mi hanno assalito, togliendomi la voglia , il piacere dell’avventura, della convivialità, del buonumore che solo le piccole favolose cose quotidiane ti danno. Sembrerebbe lo sfogo di un depresso, ma solo chi mi conosce sa che non è così.
Poi..
un invito, improvviso, inaspettato e altrettanto gradito: il compleanno di un caro amico, che ha una grande, grandissima fortuna: un sorriso suadente e una grande bellissima famiglia. E’ stato un miracolo:la vita! La vita che ha ripreso a “vivere” e che mi ha ridato la voglia di rimpossessarmi dei miei semplici quotidiani piaceri, di procedere e di battagliare con il cauto ottimismo di chi crede che il dialogo sia la più alta forma di democrazia, senza l’aggressività.
Io sono una che fa uso del “disuso” bon-ton nel rivolgersi all’altro, che fa il giusto uso dei congiuntivi, che concorda gli aggettivi e gli articoli in base al genere,che usa il corsivo quando scrive con la penna, che ama gli altri e che ne rispetta il pensiero, che non ama l’omologazione e che vuole avere la possibilità di non essere catalogata in uno schema ideologico, perché osa dire qualcosa che non è proprio politicamente corretto,secondo gli standard ufficiali , ma che è il pensiero di un uomo libero(è maschilismo?), battitore libero che ha il coraggio di pensare e di esprimersi non utilizzando gli slogans e le frasi ad effetto .
Mi sono iscritta all’Università nell’anno accademico 1966/67, in pieno ’68, mi sono laureata a luglio del ’70, in tre anni e una sessione: ero molto giovane e, come molti ragazzi della mia età, ho fatto le mie battaglie a favore dei diritti delle donne, a favore del divorzio, dell’aborto ecc , eppure mi sono sposata giovanissima e ho voluto con tutte le mie forze superare le naturali difficoltà e le crisi di un matrimonio che ha festeggiato da poco le nozze d’oro.
So , per certo, che nulla al mondo mi avrebbe fatto scegliere di abortire perché la vita è un dono che va protetto e, pur dando all’umanità la possibilità di scegliere, ho seguito una strada antica che mi ha ripagato e regalato una bella famiglia che è la cosa di cui sono più orgogliosa. Ma, non sono stata solo moglie e madre, non ho donato la fede alla Patria, ho perseguito i miei obiettivi professionali e li ho raggiunti.
Ho permesso a me, pur con tanti, tantissimi sforzi, di realizzare i miei sogni. È stata dura, ma non difficile ed essere boomer mi ha dato la possibilità di vivere la storia di un grande Paese che dal dopoguerra in poi ha fatto passi giganteschi, così come i suoi errori, e che oggi può farcela, nonostante tutto,non buttando via il passato, non distruggendo la sua storia e la sua cultura, ma avendo la consapevolezza che il mondo intero, l’umanità, gli uomini debbono credere per lottare,debbono vedere e conoscere da dove vengono per sapere dove devono andare.
Il Risotto di cui oggi vi consiglio la ricetta ,ci invita alla primavera ancora distante, ma ci dona con i suoi delicati sapori il piacere di cominciare ad assaporare la stagione della vita, dei germogli, della nascita e della speranza.
Risotto agli agrumi
1 ½ litro di brodo vegetale
Riso acquerello
1 cipollotto
1 limone non trattato
1 arancia non trattata
1 cedro non trattato
Olio evo
Burro qb.
A piacere mandorle tostate e tritate grossolanamente.
La procedura è sempre la stessa dei risotti.
In una padella capace per le persone che saranno al tavolo ( le proporzioni variano in base al numero) mettete un giro di olio evo e il cipollotto tritato finissimo. Fatelo appassire, non rosolare, aggiungete il riso e tostatelo.
Versate un mestolo per volta di brodo vegetale, precedentemente preparato e continuate così fino a cottura ultimata.
Prima di impiattare mettete una grattugiata (non dovete esagerare ) di limone, di arancia e di cedro e girate per amalgamare il tutto e una adeguata quantità di ottimo burro.
Sarà sicuramente un successo: pochi ingredienti, molto profumo che vi arriverà fino al cuore.
Se vi piace, aggiungete le mandorle tostate e tritate.
SEGNALIAMO