Il Bellini è un cocktail a base di frullato di pesca e prosecco creato nel 1948 da Cipriani, proprietario dell’Harry’s Bar di Venezia, per l’inaugurazione della mostra del pittore Giovanni Bellini. Questo Bellini è buono ma non ci serve.
Poi c’è il Bellini delle cinquemila lire, andate fuori corso nel 2002. Questo invece fa al caso nostro: è lui, Vincenzo, un compositore italiano tra i più celebri dell’Ottocento.
E, collegato al suo nome, c’è di più: un conservatorio, un teatro e un aeroporto a Catania. Un teatro anche a Napoli. Un piatto della cucina regionale siciliana (la pasta alla Norma). Una varietà di fungo (il suillus bellinii). Un film intitolato “Casta diva”. Un asteroide (il 18509 Bellini).
Ultima curiosità: quasi tutto quello che sappiamo di lui ci viene dalle moltissime lettere che scrive per tutta la vita al suo amico e compagno di studi Francesco Florimo.
Cominciamo. Vincenzo nasce a Catania, figlio e nipote d’arte: papà compositore minore, nonno rinomato autore di musiche sacre. Nel ’19 il comune di Catania (segno che fin dall’inizio è riconosciuto meritevole) gli dà una borsa di studio per il conservatorio di Napoli. Arriva al porto stremato da cinque giorni di navigazione tempestosa, avendo rischiato il naufragio.
Nel ’26 il primo successo operistico con la prima delle dieci opere che compone in dieci anni: “Bianca e Fernando”, reintitolata “Bianca e Gernando, per non mancare di rispetto al re Ferdinando di Borbone (il che dimostra che la stupidità cortigiana era fiorente anche allora).
Questo successo gli porta le commissioni del famosissimo impresario Barbaja per il Teatro alla Scala, (puntualmente seguite da altrettanti clamorosi trionfi). E Vincenzo se ne parte per Milano dando il via alla sua brillantissima e brevissima carriera, ma lasciandosi alle spalle Maddalena Fumaroli, la ragazza di cui era innamorato e il cui padre gliela aveva negata; non gli piaceva questo matrimonio con un “suonatore di cembalo”. Poi, quando arrivano la fama e i soldi, il papà furbacchione cambierà idea, ma è troppo tardi: Vincenzo ormai non pensa che alla musica.
Ma la vera svolta è Parigi. Qui Bellini sale al massimo livello. Conosce Chopin e Liszt, diventa il pupillo di Rossini; con loro raffina tecnica e gusto. Verdi gli riconosce originalità rispetto ai suoi contemporanei e lo colloca in una nicchia solo per lui. Wagner, che raramente apprezza qualcuno che non sia sé stesso, è affascinato dalla sua capacità di abbinare la musica al testo e alla psicologia. Produce un gioiello dopo l’altro, la Norma, la Sonnambula, i Puritani. Entra nelle case di tutti i francesi e poi di tutti gli europei. Ma ci rimane davvero poco, perché, ad appena 34 anni se ne va stroncato da un’infezione intestinale, anche se c’è un sospetto, sicuramente infondato, di avvelenamento. A testimonianza della sua fama, i concittadini non lasceranno il suo corpo a Parigi: qualche anno dopo lo rivogliono a Catania, dove oggi si trova.
Bellini ha il merito di essere fra i primi a dare importanza e a intervenire sul libretto dell’opera, che fino ad allora veniva imposto al compositore, insieme al soggetto, dall’impresario e spesso affidato a un qualche immeritevole e scadente dilettante locale.
Tanto è vero che, una volta trovato nel poeta Felice Romani il compagno perfetto di un’intesa creativa, non lo abbandona più e in questo modo rende indispensabile e obbligatorio salire a un livello sempre più raffinato della parte letteraria, per sé e per gli altri operisti. Finalmente si comincia a stare attenti prima di mettere in musica testi che fino a quel momento erano stupide accozzaglie di parole antiquate, ridicole, squilibrate da accenti spostati, se non inventate per l’occasione.
Per Vincenzo “il dramma per musica deve far piangere, inorridire, morire cantando”. E infatti, tanto perfetta è questa unione che Romani, morto Bellini, non scriverà mai più una riga per il teatro d’opera.
All’epoca non c’era la fotografia e le banconote o i ritratti sono poco fedeli. Ma abbiamo una descrizione di Heine che ci pare abbastanza precisa, comunque suggestiva: “Egli aveva una figura alta e slanciata e si muoveva graziosamente e in modo civettuolo. Viso regolare, piuttosto lungo, di un rosa pallido, capelli biondi, quasi dorati, pettinati a riccioli radi, fronte alta, molto alta e nobile. Naso dritto, occhi azzurri, bocca ben proporzionata, mento rotondo. Anche il suo passo era virginale, elegiaco, etereo”. Fin qui tutto bene, ma ecco la punzecchiatura. “Bellini parlava francese molto male, anzi orribilmente, scelleratamente, catastroficamente, da cane dannato. Mentre lui era convinto di dire le cose più serie ed innocenti un silenzio di morte e nello stesso tempo una voglia convulsa di ridere regnava nei saloni”.
L’egocentrico, ipocondriaco Rossini sarà colui che, con sorpresa di tutti, (ne sarebbe stato sorpreso anche lo stesso Bellini che non valutava più di tanto il loro rapporto di amicizia) uscirà dalla sua proverbiale pigrizia per occuparsi dell’imbalsamazione del corpo e del cuore dell’artista e per aprire una sottoscrizione per il funerale che, celebrato nella Cappella degli Invalidi, il luogo più solenne di Parigi, riesce imponente, con il feretro seguito e il defunto pianto da tutti gli artisti della città e da migliaia di cittadini comuni.
SCOPRI DI PIÚ
SEGNALIAMO
-
Esordio de ‘Il Mondo Nuovo’ a Salerno
LUIGI GRAVAGNUOLO La presentazione a Salerno, lo scorso 29 ottobre, de ‘Il Costruttore – Le cinque lezioni di De Gasperi ai politici di oggi ’ di Antonio Polito ha coinciso con l’esordio in città del ‘Circolo Il Mondo Nuovo’, nodo locale della rete degli omonimi circoli che, su impulso di Giampaolo Sodano, stanno nascendo in…
-
Irrompe il nuovo o rimangono i vecchi mali strutturali?
Dopo due anni di Governo Meloni Salvatore Sechi Docente universitario di storia contemporanea Prosegue la discussione sul bilancio di due anni di Governo Meloni: dopo 24 mesi a Palazzo Chigi lo storico Salvatore Sechi si chiede se “Irrompe il nuovo o rimangono i vecchi mali strutturali?” 15 ottobre 2024 “In un orizzonte di legislatura, il…
-
AORISTO, OVVERO: SENZA LIMITI
REDAZIONE Ho ricevuto da un mio amico questo messaggio che ti giro perché lo trovo molto bello. -“”Lo sapevate che… nel greco antico c’era una cosa che pochissimi conoscono ma che racchiude un messaggio straordinario: l’aoristo! L’aoristo non è né il presente né il passato ma indica qualcosa di più prezioso, di più raro: un…
-
L’INDIPENDENZA DEL SERVIZIO PUBBLICO
L’indipendenza del Servizio Pubblico L’Indipendenza e l’Autorevolezza sono due lati della medesima medaglia, ad evitare la spartizione del CdA o di altro organo sovraordinato, il Collegio non dovrebbe essere nominato “per intero”, ma attraverso una serie di nomine singole con mandati individuali, meglio se effettuate da fonti separate (riconducibili all’art 114 della Costituzione). In caso…
-
PERIFERIE…
Sarà capitato anche a voi, di provare imbarazzo nell’attraversare le periferie, il suburbio, l’hinterland di qualsiasi città italiana; un senso di vuoto che ci attraversa e che permane come sensazione di fondo, percorrendo questo spazio urbano anonimo e sgraziato. Un susseguirsi di case e vuoti inospitali, ma sempre “giustificati” dall’appropriato regolamento comunale. Agglomerati costruiti nel…
-
NULLA VA PERDUTO
È stato spesso e variamente ricordato che nel percorso che chiamiamo storico (vale a dire quello particolare della specie umana sulla Terra e ormai nell’Universo) niente scompare e cessa di agire. Ciò anche quando, almeno in apparenza, quel singolo fatto o quella particolare condizione sembrano essere stati rimossi e cancellati o dimenticati. In realtà il…
-
OMAGGIO A TUTTI I PINO
-
IL NIPOTE DI MOZZORECCHIO
GIANCARLO ARMENIA Nato ad Orvieto, non so dove i miei inizialmente abitassero nel problematico dopo guerra; li ringrazio per avermi battezzato a san Giovenale, una delle più antiche e belle chiese della città , soprastante via della Cava, dove abitavano nonni e zii ( cinque zie e due zii). Il nonno, Cav. Giuseppe era soprannominato…
-
TV, FILM E MODA IN ITALIA IN MANO A SOCIETÁ NON ITALIANE
Il triste stato della produzione e distribuzione a livello internazionale del settore cinematografico e televisivo italiano é comparabile allo stato dell’industria della moda in Italia. Sicuro, in Italia le produzioni e le creazioni stilistiche continuano ad andare avanti, solo che provengono da societá ora in mano a compagnie non italiane. La conseguenza di queste stato…
-
IGOR STRAVINSKIJ 1882 – 1971
“Dice: la mia “Sagra”, il mio “Uccello di Fuoco” come un bambino direbbe: la mia trombetta, il mio cerchio. È proprio un bambino viziato che ogni tanto mette le dita nella musica. Si aggira come un giovane selvaggio con cravatte da pugno in un occhio, baciando la mano alle signore mentre pesta loro i piedi.…