Se non sei un attore come Fiorillo, non sei una maschera come Pantalone o Brighella, non sei un personaggio come Amleto, chi sei veramente?
Pulcinella: “Chi Song’ je? Songo ‘nu pensiero!” (Chi sono io? Io sono un’idea.) (G. Agamben)
Pulcinella l’affamato, il giullare sempre pronto a mischiare le cose per trarne un personale vantaggio riesce a dare di sé una tale descrizione. Chi lo avrebbe mai detto?
Ciò ci induce a pensare che forse non abbiamo bene afferrato il senso del suo dire infatti come potrebbe un’idea corrispondere allo stereotipo che abbiamo di lui?
Alla luce dei fatti recenti le cose stanno proprio così infatti, ormai è di cronaca odierna la rappresentazione artistica che ne ha fatto il compianto Gaetano Pesce, il quale lo ha immortalato nella sua opera: tu si ‘na cosa grande come un fallo.
L’opera troneggia a Piazza Municipio a Napoli con il cuore trafitto assumendo così un aspetto insolito e quanto mai discutibile. Tutti si aspettavano di rivedere il sagace personaggio con le caratteristiche ben note e cioè: costume bianco, coppolone e non ultima la mascherina davanti agli occhi a coprire il volto detta in greco “prosopa”. Ma ahimè niente di tutto questo l’adorato Pulcinella è diventato un fallo di ben 12 metri che si erge ben eretto al centro della suddetta piazza.
Figurarsi la delusione e la prostrazione della cittadinanza quando si è ritrovata davanti un Pulcinella così rappresentato! Davvero deludente nonché offensivo dal momento che esso rappresenta l’anima di Napoli.
Cosa diranno i turisti che giunti a Napoli si troveranno di fronte ad un ingombrante sesso simbolo della città? Di sicuro la prima reazione sarà una risata ammiccante per ottemperare all’imbarazzo, ma poi ognuno continuerà il suo tour cittadino convinto che Napoli è una città che oltre ad essere ritenuta sporca e ladra, sarà anche porno.
Come mai le autorità, conoscendo bene tutti i connotati della città che governano, non si sono ben documentati sulla natura dell’opera? Non si sono resi conto che di Napoli già si ha una considerazione certamente non felice, visto che chiunque arriva in questa città nasconde il portafoglio nelle brache e gli orologi Rolex sono banditi dai loro polsi perché a Napoli si ruba?
Napoli che fu la capitale europea della cultura, con bellezze mozzafiato, custode di tesori inestimabili come potrà sopportare uno scempio simile?
Davvero, razionalmente, è inspiegabile!
Ma cerchiamo di valutare la questione da altri punti di vista; è bene non demonizzare senza prima analizzare! Proviamo ad entrare nella soggettività dell’autore di comprendere il perché della sua scelta poiché l’opera era stata commissionata site specific. Ogni artista decide autonomamente le sue scelte cosicché spesso si crea una babele di cose che, apparentemente, non hanno un filo conduttore creando così disagio e confusione.
Il Pulcinella, o come vogliamo denominarlo, che ci appare quale fallo potrebbe essere considerato, ad esempio, come un banditore di altri tempi che richiamava il popolo alla festa usando allora le tre “F”: festa, farina e forca ed oggi, riferendosi al triste passato, usando ancora le tre “F” con un senso diverso: festa, finzione e forza. In questo modo l’opera diventa allegra e gioiosa corrispondente allo spirito napoletano e assurge a simbolo della città. Molti i critici interpellati, i quali cercano di dare un significato all’opera in questione usando grossi paroloni incomprensibili, così da trincerarsi per uscire dall’imbarazzo. Ad esempio, come giustificare la banana o il coccodrillo sospeso al soffitto di un Battistero di Maurizio Cattelan se non come simboli del nostro tempo o, meglio, come provocazione per un essere quale l’uomo moderno ormai avvezzo a non sorprendersi più di nulla?
Oggi, come possiamo comprendere, vale tutto e il contrario di tutto! In verità noi non sappiamo cosa vogliamo e cosa stiamo cercando in questo vortice, perdonatemi l’ardire, affascinante di cambiamento che tocca tutti i punti della nostra esistenza. Proseguiamo a tentoni come in un grande buio, le proviamo tutte per arrivare alla luce! Ciò accade anche in campo artistico; perché l’arte dovrebbe essere esente da questo input?
Vorrei concludere con il nostro Pulcinella che, ignaro di tutto, forse mangerebbe volentieri un piatto di maccheroni piuttosto che partecipare, suo malgrado, ad una oziosa discussione filosofica sul suo cambiamento. Ed allora facilitiamogli il compito, visto che non vi sono limiti all’immaginazione, interpretiamo il suo fallo come simbolo di forza anzi di vis roboris per dirla alla Latina!
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