POLIS: TRINO VERCELLESE
A Trino non esiste la sindrome NIMBY, anzi il comune vuole il deposito delle scorie radioattive a tutti i costi.
Il comune di Trino Vercellese si è auto candidato a ospitare il deposito nazionale dei rifiuti radioattivi. In tempi di GLOCAL e di NIMBY, acronimo che sta per non a casa mia, l’idea che un comune si candidi ad ospitare un deposito nucleare è un fatto curioso.
A Trino potrebbero essere diventati matti oppure sono dei visionari geniali, capaci di capire che il futuro sta nel pulire il pianeta sempre più caldo ed inquinato.
Ulteriore ironia della sorte, proprio il comune che ospita la centrale nucleare Enrico Fermi, dismessa dopo il referendum del 1987 era stato ritenuto non idoneo, decisione che ora dovrà essere rivalutata.
Facciamo un passo indietro.
In Italia come è noto non si può produrre energia nucleare dal 1987 l’anno del referendum con cui il paese ha deciso di non produrre energia nucleare all’interno del suo territorio, una decisione che ancora oggi genera divisioni e contrasti. E nonostante questo in Italia ci sono quattro centrali nucleari ormai vecchie e non più utilizzabili, e molti rifiuti nucleari da stoccare e custodire.
L’Italia è l’unico paese dell’Unione europea che non ha un impianto per stoccare i rifiuti nucleari, e per questo è sotto procedura di infrazione da parte della UE.
Il problema dello stockaggio del nucleare è sul tavolo da anni, tanti che esiste oggi una lista di siti idonei a ospitare il deposito che bisogna assolutamente fare quanto prima. I siti sono 51 e compongono la CNAI, la carta nazionale delle aree idonee, per altrettanti comuni che però non hanno alcuna intenzione di ospitare gli impianti, secondo la più classica delle tradizioni NIMBY, che dalle nostre parti è molto sentita e spesso è in grado di bloccare piani progetti e strategie che hanno rilevanza non solo locale..
Per uscire dall’impasse il governo Meloni ha lanciato l’idea dell’auto-candidatura aperta anche ai comuni che non fanno parte della lista. Ed eccoci giunti alla vicenda di Trino, che ha lanciato la propria auto candidatura, deliberato in un consiglio comunale durato 5 ore e con la contrarietà assolta dell’opposizione di sinistra.
Curia contro e Calenda a favore
Tra le curiosità e le polemiche che piacciono tanto ai giornalisti, registriamo la posizione della curia di Vercelli, decisamente contraria alla proposta del sindaco, e la reazione di Carlo Calenda che Calenda, che definisce il Sindaco Pane, un amministratore illuminato “che comprende che ospitare il Deposito nazionale dei rifiuti radioattivi è una scelta sicura, e rappresenta un’opportunità per il lavoro e le compensazioni che ne deriveranno”.
Una sorta di politica del carciofo al contrario, come quella che ha portato a Mirafiori la fabbrica che ricicla e rigenera le macchine usate. Del resto la transizione al green passa anche, o soprattutto da queste scelte.
Commenti
Una risposta a “VOGLIAMO I RIFIUTI NUCLEARI”
Diego NON sono RIFIUTI, da sempre esistono tecnologie per creare energia da essi … ma conviene ai solito cialtroni raccontare storie.